Una donna, lesbica e credente ‘libera di volare’

Silvia Lanzi, ricordatevi il suo nome perché nel mondo della letteratura sentirete parlare di lei. Silvia è una ragazza carina e sensibile. Ha 35 anni, vive in un’antica città del nord.
“Libera di volare” è il suo romanzo pubblicato nel 2008 dalla casa editrice siciliana Kimerik. Silvia ha scelto la forma diaristica e subito riesce ad entrare in contatto con i lettori.
Prima, questa ventitreenne. aveva pensato di essere etero ma l’incontro di amicizia con Agata, animatrice in Egitto, le rivela la sua omosessualità.
Libera di volare” è un romanzo di formazione come “I dolori del giovane Werther” di Goethe ma se l’amore di Werther per Lotte finiva tragicamente il libro di Silvia Lanzi si conclude su una felice attesa. Sincero, pieno di vita,si allontana dai romanzi scandalistici a tematica lesbica. E’ un diario umano, emotivo.
E’ sfumata la sua infatuazione sentimentale per Alessandro, un coetaneo, e Beatrice trova angusto il suo mondo. Si rende conto di non potere fare per ora coming out. Scrive “E’ questa la mia vera tragedia: non potermi esprimere, essere compressa in un mondo mediocre. Gli unici miei momenti di sollievo sono la letteratura e la musica”.
E Beatrice pensa a Leopardi, il poeta che come nessun altro ha saputo parlare di solitudine. Rievoca scrittori come l’amata Virginia Woolf, Michael Ende, l’autore di “La storia infinita”, James Joyce, Shakespeare o contemporanei come la Byatt e Leavitt.
Beatrice inizia anche ad accettare la sessualità lesbica, ancora sconosciuta, ma su cui scrive “una persona non vale per il modo in cui fa sesso, una persona vale per quello che è”. Poi elenca i suoi giustissimi valori:non fare del male a se stessi e agli altri, avere compassione, aiutare quando è possibile.
Silvia Lanzi è la prima lesbica dichiarata e cattolica che scrive un romanzo sulla scoperta del suo orientamento sentimentale. Beatrice ha grandi illuminazioni sulla vita, sull’amore, sui libri, su Dio. La sua liberazione emotiva, psicologica, sociale sarà, dopo coraggiosi coming out e innamoramenti per altre ragazze, l’amore ricambiato per Stefania, il completamento di due anni fondamentali per Beatrice, dall’aprile 1998 all’aprile 1999.
“Libera di volare” è il primo romanzo italiano che parla sinceramente di una lesbica, scritto da una vera, giovane scrittrice. Ho intervistato Silvia Lanzi, simpatica e gentile, per Gionata.org, il sito su fede e omosessualità
Sinceramente non lo so. Forse non si può nemmeno parlare di ispirazione. È successo e basta. In realtà il libro non è nato come tale, e la forma diaristica non è un escamotage letterario: si tratta davvero della mia vita, di cose che mi sono successe, dei miei pensieri e delle mie sensazioni.
In quel momento mi sentivo molto sola e l’unico sfogo possibile mi sembrava la scrittura. Anni dopo poi, per un caso fortuito, l’ho fatto leggere a un paio di persone che l’hanno trovato degno di pubblicazione e allora, dopo aver trovato una piccola casa letteraria disposta a credere in me e cambiato i nomi dei protagonisti per questioni di privacy, il libro è andato in stampa.
Penso che il tuo romanzo sia la prima opera in prosa sull’amore tra donne Come liberazione. Che ne pensi?
Liberazione. Certamente l’essermi scoperta lesbica, al di là dell’amore per un’altra donna, mi ha costretto a ripensarmi come persona, a guardare al mondo con occhi diversi, a far cadere un sacco di stereotipi che mi imprigionavano in una vita rigida e con poche sfumature.
Essere marginali dona un nuovo punto di vista più originale: direi che costituisce una risorsa in più per capire meglio cosa ci circonda.
Prima di tutto il diritto ad avere una vita di coppia con tutto quello che questo comporta (reversibilità della pensione, possibilità di subentrare nei contratti in caso di morte del partner, il poter star vicini al proprio compagno/a quando è malato e così via.). Se è importante essere riconosciuti come persone, altrettanto lo è esserlo come nucleo famigliare. Quindi ben vengano legislazioni ad hoc che tutelino gay e lesbiche.
Quanto la fede è stata ed è importante nella tua vita?
È fondamentale. È il mio punto di riferimento costante, o almeno cerco di fare in modo che lo sia. È difficile spiegare, ma in Dio ho scoperto l’Amore con la A maiuscola: è la forza che sostiene la mia vita.
Ho incontrato persone diversissime che, di fronte alla scoperta della mia omosessualità, si sono incuriosite, mi hanno fatto domande. Non per pruderie, ma per semplice desiderio di sapere cosa vuol dire essere omosessuali al di là dei soliti cliché banali e riduttivi.
Il libro parla di amore spirituale, emotivo e di desiderio sessuale senza ipocrite scissioni, con sincerità e garbo. Come hai trovato questa armonica sintesi?
Devo ripetermi, non lo so. È solo che, grazie al mio percorso personale, sono giunta a questa conclusione. Per me l’amore significa prima di tutto affinità elettive, un incontro di menti, prima di un incontro di corpi.
Quali sono i tuoi progetti per l’avvenire?
Sono banale, ma devo rispondere: scrivere, scrivere e ancora scrivere. Ho già pronto un nuovo lavoro che sarà, spero, di imminente pubblicazione, e poi vorrei editare anche una raccolta di saggi letterari assolutamente non accademici e anticonformisti e poi, ancora e ancora.
Sivia Lanzi, Libera di volare, ed. Kimerik edizioni, 2006, 275 pagine
Libera di volare. Il diario di una donna credente alla scoperta della sua omosessualità