Una guerriera genderbender. La favolosa vita di Giovanna d’Arco
Articolo di Kittredge Cherry pubblicato sul suo blog Jesus in Love (Stati Uniti) il 30 maggio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Si pensa che Giovanna d’Arco sia stata una guerriera cross-dressing (colui/colei che si veste come il sesso opposto) adolescente che, a diciassette anni, portò la l’armata francese alla vittoria. La sua festa cade il 30 maggio. Santa e coraggiosa, Giovanna d’Arco (c. 1412-1431) ebbe visioni di santi e angeli che le dissero di tagliarsi i capelli, vestirsi da uomo e andare in guerra. A diciotto anni aiutò ad incoronare un re e a diciannove venne uccisa da una Chiesa che più tardi la fece santa. Morì per il diritto, datole da Dio, di indossare abiti maschili, crimine per il quale fu giustiziata il 30 maggio 1431.
Le persone LGBT contemporanee riconoscono uno spirito a loro affine nella caparbia sfida alle regole dei generi. Gli scrittori queer tendono a minimizzare la fede cristiana di Giovanna, mentre la Chiesa non considera l’importanza del suo travestitismo. In realtà Giovanna credeva fortemente in Dio e nel travestitismo. Insisteva che Dio voleva che lei indossasse abiti maschili, facendo di lei ciò che oggi può essere definito “queer” o “transgender”. Aderisce all’archetipo medievale del “travestito santo”. Il travestitismo era illegale, ma quel che realmente stupiva le autorità ecclesiastiche, allora come oggi, era l’audacia di essere orgogliosamente queer e devotamente cristiana. La sua convinzione che Dio fosse la fonte della sua stranezza genderbending (genderbender è colui/colei che non si riconosce in ruoli sessuali prestabiliti) la rende un modello di speciale ispirazione per i cristiani LGBT e i loro sostenitori.
La straordinaria vita di Giovanna continua ad affascinare persone di tutti i tipi. Molti sono desiderosi di rivendicarla come simbolo, dalle persone LGBT alle femministe, alla Chiesa cattolica, ai nazionalisti francesi. Giovanna è il soggetto di più di diecimila libri, opere teatrali, dipinti e film, compresi i recenti lavori dell’autrice transgender Leslie Feinberg e della scrittrice teatrale lesbica Carolyn Gage.
Lo one-woman show di Carolyn Gage The Second Coming of Joan of Arc (La seconda venuta di Giovanna d’Arco) è un classico underground con Giovanna che agisce come “una lesbica travestita, adolescente e fuori controllo” che si confronta con le istituzioni dominate dai maschi. Leslie Feinberg ha scritto un capitolo su Giovanna come “una brillante contadina transgender e adolescente che conduce un’armata di braccianti in battaglia” nel suo libro storico Transgender Warriors: Making History from Joan of Arc to Dennis Rodman (Guerriere e guerrieri transgender: fare la storia da Giovanna d’Arco a Dennis Rodman).
La vasta documentazione sui suoi processi da parte dell’Inquisizione fanno di Giovanna d’Arco la persona meglio documentata del XV secolo. È stato suggerito che possa essere stata lesbica, ma è chiaramente evidente la sua espressione trans come travestita. Giovanna d’Arco, nome originale Jeanne d’Arc, era nata per fare la contadina in un oscuro villaggio della Francia orientale intorno al 1412, verso la fine della Guerra dei Cent’Anni. La maggior parte della Francia era occupata dall’Inghilterra e nessuno osava incoronare Carlo, l’erede al trono di Francia. Quando aveva tredici anni Giovanna iniziò a sentire delle voci che le dicevano di aiutare la Francia a liberarsi dall’Inghilterra.
Le visioni continuarono per anni, diventando più frequenti e dettagliate. Una o due volte alla settimana aveva visioni dell’arcangelo Michele e di due sante vergini: Caterina d’Alessandria e Margherita d’Antiochia (un’altra santa travestita che rifiutò di sposarsi); le dicevano che Dio voleva che incontrasse Carlo e guidasse un’armata a Reims per la sua incoronazione.
La famiglia di Giovanna tentò di convincerla che le visioni non erano vere e il suo primo tentativo di visitare la corte reale venne respinto. All’età di diciassette anni si vestì da uomo e riuscì a incontrare Carlo. Egli fu d’accordo a vestirla come un cavaliere per condurre un’armata di 5.000 uomini contro gli Inglesi. Per ordine di Carlo venne fabbricata un’intera armatura da dare a Giovanna. Le fece fare uno stendardo e un le assegnò un entourage per aiutarla: un armigero, un valletto, due araldi, un cappellano e altri servi. Quando viaggiava con l’armata, l’apparizione di Giovanna rendeva timorosi soldati e braccianti. In groppa ad uno splendido cavallo da guerra cavalcava passando tra folle plaudenti indossando l’armatura. I suoi capelli erano “tagliati corti e rotondi come quelli di un giovane uomo”. Portava un’antica spada in una mano e il suo stendardo nell’altra. La sua spada venne trovata, come Giovanna aveva predetto, sepolta nella chiesa di Santa Caterina a Fierbois. Lo stendardo mostra Cristo seduto su un arcobaleno contro uno sfondo bianco con gigli d’oro e il motto “Jhesus-Maria”. La leggenda dice che farfalle bianche seguissero Giovanna ovunque cavalcasse con il suo stendardo spiegato. Con Giovanna alla guida l’armata vinse la battaglia di Orléans e continuò a sconfiggere le truppe inglesi e filoinglesi, finché raggiunse Reims. Rimase orgogliosamente a fianco di Carlo VII durante la sua incoronazione a Reims il 17 luglio 1429. Presto Giovanna ricominciò a guidare campagne militari. Anche durante la sua vita i braccianti la veneravano come una santa, accalcandosi intorno a lei per toccare il suo corpo o i suoi vestiti. Il suo travestitismo non li disturbava, sembra anzi che la onorassero per la sua esperienza transgender. Forse, come sostengono alcuni studiosi, i braccianti vedevano Giovanna come parte di una tradizione che univa travestiti e preti nell’Europa premoderna.
Una delle prime scrittrici moderne a sollevare la possibilità del lesbismo di Giovanna fu l’autrice inglese Vita Sackville-West che sottolineò che Giovanna era lesbica nella sua biografia del 1936 Saint Joan of Arc (Santa Giovanna d’Arco). La fonte primaria di questa idea era il fatto, documentato nei processi, che condividesse il letto con altre ragazze e giovani donne. Giovanna seguiva l’abitudine medievale di alloggiare ogni notte in una casa del posto e dormiva sempre con la padrona o le serve di casa invece che con gli uomini.
Joan of Arc: Her Trial Transcripts (Giovanna d’Arco: le trascrizioni del suo processo) di Emilia Philomena Sanguinetti è un libro del 2016 che cerca di scoprire se Giovanna fosse lesbica o transgender. Molte prove del fatto che Giovanna d’Arco fosse lesbica o transgender sono presentate nell’epilogo di questo innovativo libro sulla santa medievale travestita. L’autrice analizza come Giovanna condividesse il suo letto con un’altra donna e insistesse nell’indossare vestiti maschili.
Nessuno sa per certo se Giovanna d’Arco fosse sessualmente attratta dalle donne o avesse avuto esperienze lesbiche ma la sua astinenza dal sesso con gli uomini è ben documentata. La sua verginità fisica venne confermata da esaminatori ufficiali almeno due volte durante la sua vita. Alla stessa Giovanna piaceva essere chiamata La Pucelle, il termine francese per “pulzella” (vergine), un nomignolo che enfatizzava la sua verginità. Testimoni al suo processo affermarono che Giovanna era casta e non sessualmente attiva.
L’illustre carriera militare di Giovanna terminò nel maggio del 1430. Venne catturata in battaglia dai Burgundi, gli alleati francesi degli Inglesi. Durante la sua prigionia la chiamarono “hommase”, un insulto che significa “uomo-donna” o “donna mascolina”. Con un tradimento sbalorditivo Carlo VII non fece nulla per salvare la guerriera che lo aiutò a vincere la corona. Era normale pagare un riscatto per il rilascio dei cavalieri e dei nobili presi in battaglia ma egli abbandonò Giovanna al suo destino. Gli storici pensano che l’aristocrazia francese avesse avuto paura di una giovane contadina con lo sconcertante potere di scuotere le masse.
I Burgundi diedero Giovanna agli Inglesi, che a loro volta la passarono all’Inquisizione. Trascorse in prigione tre mesi di torture prima che iniziasse il processo ecclesiastico a Rouen, la sede del governo di occupazione inglese, il primo gennaio 1431. Venne accusata di stregoneria ed eresia. Il processo della Chiesa, politicamente motivato, fu manipolato contro di lei ma Giovanna fu capace di mostrare la sua piena intelligenza rispondendo alle domande degli inquisitori. Le sue risposte argute e sottili e i suoi ricordi dettagliati li costrinsero a smettere di tenere pubblico processo. La stregoneria era difficile da provare, così la Chiesa lasciò cadere l’accusa (molti pagani e wiccan dei giorni nostri la considerano come una di loro). Gli inquisitori iniziarono a focalizzarsi esclusivamente sull’”eresia” della pretesa di Giovanna di stare seguendo la volontà di Dio quando si vestiva da uomo. I giudici le dissero che il travestitismo era “un abominio davanti a Dio”, secondo la legge della Chiesa e la Bibbia (Deuteronomio 22:5). Accusarono Giovanna di “smettere gli abiti del sesso femminile, una cosa contraria alla legge divina, abominevole davanti a Dio e proibita da tutte le leggi” e invece di “vestirsi ed armarsi come fanno gli uomini”. Giovanna giurò che Dio voleva che lei vestisse abiti da uomo. Testimoniò: “Per nessuna cosa al mondo giurerò di non armarmi e di non indossare abiti maschili; devo obbedire agli ordini di nostro Signore”. Oltraggiò i giudici continuando ad apparire in tribunale indossando ciò che chiamavano “difformitate habitus” (“abiti mostruosi” o “apparenza degenerata”).
Oggi gli ammiratori conservatori di Giovanna affermano che indossò vestiti maschili solo come modo per evitare lo stupro, ma ella stessa disse che il travestitismo significava molto di più per lei e che lo vedeva come un dovere sacro. I giudici riassunsero la testimonianza di Giovanna dicendo: “Hai detto che, per comando di Dio, hai continuato a vestire abiti da uomo, indossando tuniche corte, mantello e calzebrache che si abbottonano; hai anche tagliato i capelli corti, ‘en rond’ sopra le orecchie, senza lasciare nulla che potesse far vedere che sei una donna; e che in molte occasioni hai ricevuto il corpo di nostro Signore vestita così; sebbene tu sia stata ammonita più volte di lasciar perdere, hai rifiutato di farlo, dicendo che avresti preferito morire che smettere, perché era un ordine di Dio”. Giovanna rifiutò di recedere dalle visioni ricevute da Dio e le fu comminata la sentenza di morte. Venne bruciata sul rogo il 30 maggio 1431 a Rouen. Venticinque anni dopo venne processata di nuovo e la sentenza fu ribaltata. Giovanna venne dichiarata innocente.
La sua armatura, quel “vestito mostruoso”, divenne un oggetto di venerazione, ricercato come il Sacro Graal, con varie chiese che ne rivendicavano il possesso. Giovanna d’Arco fu canonizzata nel 1920. La lista di scrittori e compositori famosi che composero opere su di lei include Shakespeare, Voltaire, Verdi, Tchaikovsky, Mark Twain, Bertolt Brecht e George Bernard Shaw. Uno sbalorditivo ritratto di Giovanna che bacia la sua spada è stato dipinto dall’artista preraffaellita Dante Gabriel Rossetti.
Questo post presenta ritratti contemporanei di Giovanna di Rowan Lewgalon, Robert Lentz e Tobias Haller. Lewgalon è un’artista spirituale tedesca e prete della Chiesa Veterocattolica Apostolica. Potete ammirare le sue opere tir-anam.weebly.com. Robert Lentz è un frate francescano noto per le sue innovative icone pro-LGBT. È di stanza all’Holy Name College di Silver Spring in Maryland. Le sue icone sono disponibili su Trinitystores.com.
“Jeanne d’Arc” è stato tratteggiato da Tobias Haller, un iconografo, autore, compositore e vicario della Saint James Episcopal Church nel Bronx. È autore di Reasonable and Holy: Engaging Same-Sexuality (Ragionevole e sacro: vivere nella sessualità omoerotica). A Haller piace aumentare la varietà delle icone disponibili creando icone di persone LGBT e di altre figure sante e progressiste così come dei santi tradizionali. Lui e suo marito sono sposati con rito religioso da più di trent’anni fa e con una cerimonia civile dopo che il matrimonio omosessuale è diventato legale a New York.
Una preghiera molto a Giovanna d’Arco molto diffusa è una dichiarazione potente che può ispirare chi crede nell’uguaglianza delle persone LGBT nonostante il rifiuto della religione e della società: “Di fronte ai tuoi nemici, di fronte alle molestie, al ridicolo, al dubbio, sei stata ferma nella tua fede. Anche nell’abbandono, da sola e senza amici, sei stata ferma nella tua fede. Anche di fronte alla tua mortalità, sei stata ferma nella tua fede. Prego di poter essere coraggioso come te nel mio credo, santa Giovanna. Ti prego, stammi vicina nelle mie battaglie. Aiutami ad essere memore che ciò che è degno può essere raggiunto, se persisto. Aiutami a credere nelle mie possibilità di agire bene e saggiamente. Amen”.
Giovanna è in dialogo con un fuoco che la sta per consumare nell’ossessionante canzone scritta dal poeta canadese pluripremiato Leonard Cohen e cantato da July Collins.
Testo originale: Joan of Arc: Cross-dressing warrior-saint