Una lettera d’odio. Quando i genitori cristiani non sanno amare
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* della North Carolina (USA) tratte da jesuslovesgays.blogspot del 22 ottobre 2009, liberamente tradotte da Bruno
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34-35)
Nel libro di John Shelby Spong “I Peccati della Scrittura” (The Sins of Scripture) è riportata una storia eloquente a proposito di due genitori cristiani, il cui odio per gli omosessuali è diventato un ostacolo insormontabile alla loro capacità di amare il proprio figlio.
“Questo giovane era cresciuto in una famiglia dove il padre e la madre si erano spesso espressi con forza contro l’omosessualità. Entrambi i genitori erano soliti dire che avrebbero preferito vedere il loro figlio morto piuttosto che scoprire che era gay.
Quindi il loro figlio, sapendo di essere omosessuale, nascose in tutti i modi la sua natura. Quando arrivò per lui il momento di andare all’università, ne scelse una dall’altra parte del paese.
Le attività universitarie affollarono anche le sue estati e le vacanze, in modo che egli era in grado di fare ritorno a casa solo per brevi visite.
Dopo la laurea trovò un lavoro vicino alla sua università. I contatti con la sua famiglia erano minimi. Egli cominciò a frequentare il ghetto gay e si ammalò di AIDS. Quando questo fu diagnosticato, egli si trovò di fronte al fatto che non sarebbe più vissuto molto a lungo.
La sua speranza più profonda era quella di riconciliarsi con i suoi genitori prima di morire. Il rapporto era tuttavia diventato così estraneo, che non sapeva come fare; chiese allora consiglio a un cappellano della Chiesa Metodista.
Dopo averne parlato a lungo, decisero insieme che il modo migliore per affrontare i genitori di questo giovane era tramite una lettera. Essi avrebbero saputo in questo modo che il loro figlio era gay e stava morendo di AIDS e che desiderava fortemente rivederli e cercare di riconciliarsi con loro.
La lettera fu elaborata con attenzione e fu spedita. Circa dieci giorni dopo arrivò la risposta. Il giovane non la volle aprire da solo, così tornò dal cappellano metodista.
Essi aprirono insieme la busta e scoprirono che conteneva un pezzo di carta bianca; quando lo aprirono, ne uscirono i pezzi strappati di un documento a stampa: erano i pezzi del certificato di nascita del giovane.”
Mi piacerebbe che questo fosse un incidente isolato, ma, purtroppo, non lo è. Si tratta di un duro monito di quello che stiamo fronteggiando nella lotta per l’uguaglianza di Lesbiche, gay, bisex e trans nella Chiesa.
Storie come questa ci ricordano perché abbiamo bisogno di esprimerci contro la violenza spirituale verso gli omosessuali nella Chiesa.
Non c’è assolutamente alcuna ragione per questo tipo di odio profondo: è un’offesa a Dio e un’offesa alla Chiesa stessa. Dobbiamo essere coraggiosi e chiamare la Chiesa a pentirsi delle violenza ingiustificate e non cristiane che la nostra comunità ha inflitto nel nome di Cristo.
Non c’è spazio nella chiesa di Gesù Cristo per coloro che odiano!
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA) fidanzato da 16 anni con Gery. Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays.blogspot.com
Hate Mail