Una limonata arcobaleno per dire “no” all’esclusione in una scuola cattolica di Portland
Testo a cura dei volontari del Progetto Gionata
Domenica mattina, 3 agosto 2025, nel quartiere di Sellwood, a Portland (Stati Uniti), un gruppo di bambini mescolava acqua, zucchero e limoni sotto il sole, servendo sorrisi e bicchieri color arcobaleno ai passanti. Non era una bancarella qualunque: ogni sorso di quella limonata portava con sé un messaggio di protesta pacifica, di sostegno e inclusione verso le persone LGBT+.
Come ha scritto il The Oregonian “le bancarelle di limonata gestite dai bambini sono una tradizione estiva a Portland, frequentate da ciclisti, pedoni e vicini. Ma quella allestita domenica scorsa da famiglie della St. Agatha Catholic School aveva qualcosa di speciale: decorata con bandiere arcobaleno, bicchieri a strisce multicolori e con tutti i proventi destinati a Basic Rights Oregon, un’organizzazione non profit che difende i diritti delle persone LGBTQ+. Alla fine della giornata, grazie alla generosità di ciclisti, passanti e vicini, i bambini e le famiglie hanno raccolto 1.600 dollari (1.300 euro circa)
Quel piccolo chiosco è nato pochi giorni dopo che la comunità aveva saputo di una decisione destinata a dividere: il rifiuto di ammettere alla St. Agatha Catholic School i figli di una coppia dello stesso sesso.
La famiglia, che ha chiesto di restare anonima per motivi di sicurezza, aveva presentato la domanda lo scorso maggio. “Nostro figlio ha passato una splendida giornata” di prova nella scuola, ha raccontato uno dei genitori a The Oregonian/Oregon Live. “Dopo che è tornato, siamo andati al parco e, tornando a casa, passando di nuovo davanti alla scuola, mi ha detto: Quella è la mia scuola”.
A fine giugno, i genitori hanno ricevuto un’e-mail dalla preside, la dottoressa Trista Casey, che li invitava a un incontro per capire meglio le loro aspettative in merito all’educazione cattolica e per illustrare gli insegnamenti della Chiesa cattolica e i valori che guidano la scuola.
Quando i genitori si sono presentati all’incontro, il 17 luglio, la preside aveva già pronto un assegno di rimborso della quota d’iscrizione e ha comunicato loro che la scuola revocava l’offerta di ammissione. Secondo il racconto di uno dei genitori, padre Luan Tran, parroco della chiesa annessa alla scuola, avrebbe spiegato di voler proteggere i bambini dal vedere famiglie come la loro e che la loro presenza poteva essere percepita come uno scandalo, ed ha “aggiunto che, nel cattolicesimo, il matrimonio è tra un uomo e una donna, perciò cosa avrebbe pensato il resto della classe nel sapere che i nostri figli hanno due genitori dello stesso sesso?”.
Molti nella comunità scolastica si sono divisi: alcuni hanno difeso la decisione come atto di fedeltà alla missione cattolica della scuola; altri l’hanno vista come un rifiuto doloroso e discriminatorio.
Kari Kamper, madre di due ex studenti della St. Agatha, ha scritto a padre Tran dicendo che la sua famiglia avrebbe sospeso il sostegno economico alla scuola e alla parrocchia “finché non verrà ripristinato un approccio più inclusivo e compassionevole”. “Escludere una famiglia in base all’orientamento sessuale contraddice gli insegnamenti di Gesù, che ha accolto le persone messe ai margini e ha amato senza condizioni. Manda un messaggio dannoso agli studenti e alla comunità più ampia: che alcune persone non sono degne di appartenere”.
Scrive il MetroWeekly che “Storicamente, le scuole cattoliche di Portland, tra cui St. Agatha — hanno permesso alle famiglie non cattoliche di iscriversi. Tuttavia, non esiste una regola generale sull’ammissione dei figli di coppie dello stesso sesso all’interno dell’arcidiocesi. Un genitore ha detto che Tran ha fatto notare che la St. Agatha ha ammesso in passato studenti LGBTQ e, per la maggior parte, ha accolto sia gli studenti che i genitori (LGBT*).
E fa notare come “la recente nomina di Elias Moo a direttore dell’Ufficio per la missione di educazione cattolica dell’arcidiocesi di Portland riflette un cambiamento più ampio nell’arcidiocesi verso un approccio più tradizionale nell’educazione cattolica” perchè, come sottolineato il National Catholic Review, “Moo ha … una visione più rigorosa e tradizionale per le scuole cattolica che centra gli insegnamenti di Dio e religiosi in tutte le materie”.
Così quel piccolo chiosco arcobaleno, nato in una domenica di agosto per vendere la limonata, è diventato in poche ore un segno concreto di solidarietà. Non un gesto di rottura con la scuola o la parrocchia, ma un messaggio chiaro che molti genitori cattolici della scuola St. Agatha hanno voluto lanciare, ovvero che c’è ancora spazio per l’accoglienza e per un’educazione cattolica che non escluda nessuno.
Come scrive il The Oregonian/OregonLive: «Per alcune famiglie, l’obiettivo ora è trovare un modo per andare avanti. Non vogliono vedere la (scuola) St. Agatha ferita o divisa, ma sperano che episodi come questo possano aprire un dialogo più ampio su ciò che significa davvero essere una comunità scolastica cattolica accogliente».
Fonti della notizia:
- Metro Weekly – “Catholic School Rejects Same-Sex Couple’s Children”
- The Oregonian/OregonLive – “Portland Catholic school families raise $1,600 for LGBTQ+ rights after priest’s decision”

