Una rete, dei fiori e una luce per superare l’omotransbifobia. Dalla veglia di Roma






Testimonianza di Tiziano Fani Braga, coordinatore del gruppo Mosaiko, Cristiani LGBT+ di Roma
Ieri sera, Roma ha vissuto un momento di profonda riflessione e solidarietà. La Veglia per il superamento dell’Omotransbifobia, organizzata da Mosaiko Cristiani LGBT, è stata un’occasione unica per dire basta all’odio e costruire ponti di comprensione, accoglienza e amore.
La serata ha visto la partecipazione di oltre 200 persone, provenienti da ogni angolo della città e oltre. Un numero straordinario di partecipanti, a testimonianza dell’importanza di un impegno collettivo per un futuro più inclusivo. E non solo: tantissime le sigle che hanno risposto all’appello, tra cui gli scout, la Comunità di Sant’Egidio, il Movimento dei Focolarini, la Chiesa Episcopale di Roma, e la rete REFO (Valdesi, metodisti, battisti), la Comunità di Base di San Paolo, tutti uniti in un’unica causa di uguaglianza e amore fraterno.
L’incontro è iniziato con l’introduzione di Don Paolo Salvini, vicedirettore della Caritas di Roma, e alla presenza del direttore della Caritas di Roma, il diacono Giustino Trincia. Dopo l’ingresso simbolico dalla “Posta Santa” su cui erano scritti il versetto delle Veglie e l’iconica citazione di Papa Francesco “Todos Todos Todos”, dietro la Croce dell’Alleanza, la veglia ha preso vita attraverso tre momenti cardine, ciascuno ricco di significato.
Il primo momento è stato dedicato alla costruzione di una “rete di sostegno e aiuto” curata alla Caritas di Roma, illustrata attraverso la toccante testimonianza di una ragazza trans, emigrata per fuggire dalla violenza, e con il segno della rete che tutti insieme hanno creato, intrecciando nastri di colori diversi. Un simbolo di unione e solidarietà che rappresenta la forza della comunità.
Il secondo momento ci ha invitato a costruire “l’Eden” qui, sulla terra, un luogo senza violenza e pregiudizio, curato da Mosaiko. In questa parte della veglia è emersa la commovente testimonianza di Mamma Lina e della sua famiglia, che hanno raccontato la tragica perdita del loro figlio Simone, strappato loro a causa del bullismo e dell’omofobia. Ogni partecipante ha portato un fiore colorato, creando insieme una sorta di Paradiso terrestre sotto la Croce dell’Alleanza, simbolo di come noi cristiani abbiamo il dovere di modellare un mondo basato sull’amore fraterno, come il Signore ci ha comandato.
Il terzo e ultimo momento è stato quello della luce: ognuno di noi ha pregato accendendo una candela, in un atto di meditazione profonda ispirato dal Salmo 117, curato dal gruppo Sergio e Bacco, dove “la pietra scartata è divenuta testata d’angolo”. Un gesto semplice, ma potente, che ha rappresentato la nostra unione nella fede, che ha portato a tantissime preghiere spontanee e ognuna con la propria sensibilità.
La serata si è conclusa tra sorrisi, abbracci di pace e benedizioni, con il cuore pieno di speranza e determinazione. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, che hanno reso possibile questo momento di riflessione e di crescita. Grazie a Valentina (artista pluiri-strumentale) e al Coro della Collina che ci hanno accompagnato nella meditazione e nel canto. Insieme, possiamo costruire una società più inclusiva, dove nessuno debba più temere l’odio per la propria identità.
Un ringraziamento alla Diocesi di Roma e al Cardinal Vicario sua Eminenza Baldo Reina, che ci ha sostenuto per la realizzazione di questo momento importante per la comunità.
Nonostante la collocazione periferica della parrocchia di Santa Margherita Maria Alacoque (Tor Vergata) e la presenza della manifestazione nazionale a Piazzale Ostiense, l’affluenza è stata straordinaria. Questo ha confermato che, quando il messaggio è forte e chiaro, la voglia di partecipare è più forte di qualsiasi difficoltà logistica o sovrapposizione di eventi. È stato davvero emozionante vedere una moltitudine così variegata, vedere come la mia città, anche nelle sue periferie, che ha saputo rispondere con calore e determinazione.
