Una visione del futuro. Per una pastorale cattolica nel segno dell’accoglienza degli omosessuali
Dichiarazione redatta al V° Simposio Nazionale di New Ways Ministry, Louisville (Kentucky, Usa) del 10 marzo 2002, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Come Cattolici che fondano la loro fede e la loro speranza nel Dio che ha creato il mondo attraverso una Parola onnipotente, che lo ha redento attraverso la Parola fatta carne, e lo ha santificato attraverso lingue di fuoco che parlano tutte le favelle, siamo spronati dal Vangelo a parlare a favore della giustizia per i membri omosessuali della nostra Chiesa.
Il messaggio Cristiano è entrato nel suo terzo millennio, e tuttavia per molto di questo tempo i bisogni, le preoccupazioni e i doni degli omosessuali sono stati avvolti nel silenzio.
Al Concilio Vaticano II i leader della Chiesa hanno chiamato i Cattolici ad aprirsi alla realtà del mondo, a rispondere prontamente a coloro che sono oppressi ed emarginati, e a proclamare coraggiosamente il Vangelo ad un mondo che desidera sopra ogni cosa un messaggio di speranza.
Come Cattolici rinnovati dal Vaticano II siamo stati chiamati ad uscire dal silenzio. Garantiamo la nostra solidarietà con i fratelli e le sorelle gay e lesbiche.
Chiediamo ai leader della Chiesa (cattolica) ad ogni livello “di impegnarsi a trovare nuovi modi di comunicare la verità di Cristo” alle persone omosessuali.
Nel dettaglio chiediamo che:
1) La Conferenza dei Vescovi Cattolici Statunitensi inizi un serio e prolungato dialogo nazionale con gli omosessuali. Perché la nostra Chiesa cresca in pienezza abbiamo bisogno di sentire tutte le voci per discernere la chiamata dello Spirito.
Nessun effettivo ministero pastorale può avere luogo se i pastori della Chiesa non conoscono gli eventi dolorosi e gioiosi che gli omosessuali sperimentano come membri del Corpo di Cristo. Ogni singolo vescovo deve fare lo stesso nella sua diocesi.
2) I responsabili diocesani e pastorali sviluppino programmi per gli omosessuali e le loro famiglie, le quali fanno parte dell’intera struttura della vita della comunità di culto.
Gli omosessuali esistono ovunque, quindi in ogni diocesi e parrocchia esiste il bisogno di programmi di ministero pastorale. Programmi educativi che valorizzino gli omosessuali e che eradichino paure e pregiudizi dovrebbero essere sviluppati vigorosamente.
Programmi sociali e spirituali che spieghino e soddisfino i bisogni umani di relazione, amicizia, intimità e partecipazione devono essere parte integrante del ministero pastorale.
3) Teologi, vescovi e studiosi dedichino seriamente tempo e studio all’etica delle relazioni omosessuali. Essendo il mondo testimone di relazioni omosessuali amorose, leali e fedeli diventa sempre più ovvio che le risposte accademiche non sono più convincenti.
La teologia e l’insegnamento della Chiesa devono impegnarsi nel dialogo con la vita vissuta dei credenti omosessuali, con le discipline accademiche e le culture secolari.
4) Educatori religiosi, insegnanti, presidi ed editori di libri di testo sviluppino programmi e materiali che diano un’immagine accurata degli omosessuali. L’omosessualità non può più essere celata dietro bugie, stereotipi e scherzi.
L’educazione sull’omosessualità dovrebbe essere parte essenziale di ogni curriculum che prepari gli studenti a seguire il comando di Cristo di “Amarsi gli uni con gli altri”.
Esortiamo le facoltà e gli amministratori di garantire che le loro comunità siano luoghi sicuri che sostengano i giovani omosessuali.
5) I ministri universitari, i cappellani scolastici e i ministri che si rivolgono ai giovani promuovano un clima consapevole e rispettoso della realtà omosessuale. I giovani che cominciano a vivere il dono della sessualità devono sapere che i servizi e i ministri della Chiesa sono aperti alla discussione sui loro problemi.
I programmi educativi e spirituali sulla sessualità devono includere delle discussioni sull’omosessualità, inclusi ritiri residenziali appropriati e seri pensati per differenti fasce di età e livelli di maturità.
I ministri devono guidare con l’esempio così che gli omosessuali, specialmente coloro che fanno parte del clero, siano apprezzati.
6) Pastori, presidi, direttori del personale e supervisori promuovano un ambiente di lavoro accogliente così che il personale omosessuale della Chiesa – clero, laici, religiosi – possano rivelare il loro orientamento sessuale a colleghi e collaboratori, se scelgono di farlo.
Le diocesi, le parrocchie e gli altri luoghi di lavoro all’interno della Chiesa dovrebbero adottare politiche pubbliche di non-discriminazione come primo passo verso l’obiettivo di un luogo di lavoro accogliente.
All’interno della comunità Cattolica la visibilità e la rivelazione spontanea del proprio orientamento dovrebbero essere prerogative comuni. Gay e lesbiche hanno arricchito la nostra Chiesa per secoli. La nostra Chiesa sarebbe mutilata senza la loro presenza.
7) Rettori di seminario, team di formazione, direttori vocazionali, direttori di personale ecclesiastico, vicari religiosi forniscano programmi di sviluppo educativo, personale e spirituale per sacerdoti, religiosi, seminaristi e candidati omosessuali.
Il celibato non nega la sessualità o l’orientamento sessuale ma invita a imparare nuovi modi di vivere l’intimità. Il clero e i religiosi, di qualsiasi orientamento, devono essere educati e sensibilizzati ai doni e ai bisogni dei loro compagni omosessuali.
8) Consiglieri pastorali, terapisti, confessori e direttori spirituali promuovano un ambiente che supporti le persone che stanno accettando il loro orientamento omosessuale. Questi contesti ministeriali sono spesso il primo posto in cui si parla della propria omosessualità.
Questi ministri devono essere professionali, integri e compassionevoli, devono evitare di suggerire che un gay o una lesbica siano persone inferiori o che l’orientamento sessuale dovrebbe essere modificato o invertito attraverso una terapia o con la preghiera.
9) I ministri e i pastori che hanno a cuore la vita famigliare prestino attenzione ai bisogni dei genitori e delle famiglie di gay e lesbiche. La famiglia è la comunità primaria dove si esprimono l’amore e la cura di Dio.
I ministri della Chiesa devono aiutare le famiglie a capire che se la rivelazione dell’omosessualità da parte di un figlio o una figlia può sembrare un momento di angoscia, è certamente un tempo di grazia.
I membri della famiglia dovrebbero essere messi in condizione di agire da ministri gli uni verso gli altri.
10) I responsabili dell’azione sociale di diocesi e parrocchie sostengano i diritti degli omosessuali e incoraggino i Cattolici a proteggere l’uguaglianza umana, civica e battesimale di tutti. L’insegnamento sociale Cattolico esige che la dignità di ogni persona umana sia rispettata.
Ognuno dovrebbe vivere libero dalla minaccia di discriminazione, oppressione, odio e violenza. Gay e lesbiche non devono mai essere danneggiati da individui, gruppi, partiti politici o governi a causa del loro orientamento sessuale, e i loro diritti devono essere protetti dalla legge.
11) I gay e le lesbiche Cattolici continuino il loro ministero verso gli omosessuali e il loro ministero profetico verso la Chiesa.
Esortiamo gli omosessuali Cattolici a rimanere nella Chiesa. Chiediamo loro di trovare comunità Cattoliche che accolgano la loro fede.
La Chiesa ha bisogno della loro testimonianza e della loro sfida profetiche, come anche delle loro lotte, delle loro gioie e dei loro doni.
12) Tutti i Cattolici e le persone di buona volontà rispettino e celebrino la diversità tra le persone con cui Dio ci ha benedetti. Incoraggiamo tutti a onorare il dono della sessualità che ci aiuta a condividere il nostro amore in maniera creativa e gioiosa.
Raccomandiamo a tutte le istituzioni Cattoliche un esplicito benvenuto agli omosessuali. Chiediamo alle lesbiche e ai gay Cattolici, se ne sono in grado, di “venire fuori” davanti alla Chiesa così che noi, come una sola Chiesa ricca nella diversità, possiamo riflettere Cristo davanti al mondo.
Sollecitiamo tutti i Cattolici, le organizzazioni, le comunità religiose, le parrocchie, le istituzioni, le scuole, le associazioni e le società di unirsi a noi per fare di questa visione una realtà approvando questo documento con i loro nomi, vivendo i suggerimenti e i principi esposti, e pregando per il rinnovamento della Chiesa.
Testo originale: Lesbian/Gay Ministry in the Catholic Church: A Vision for the Future