Una visione omosessuale della tradizione islamica
Testo della Commissione «Couleurs Islam» di HM2F – Homosexuels musulmans de France (Francia), liberamente tradotto da Dino
Da nessuna parte nel Corano e nemmeno nella Sunna – tradizione orale degli hadith del Profeta – l’omosessualità è condannata in quanto tale, come ricordava il 17 maggio 2010 il rettore della moschea di Bordeaux, l’imam Tarek Oubrou [1].
Tutti noi oggi abbiamo il dovere di far evolvere le tradizioni misogine ed omofobe, in Francia come altrove, e di parlare dei veri problemi, senza indebite assimilazioni, né malintesi, né manipolazioni politiche, È necessario precisare in primo luogo che i versetti del Corano che citano “il popolo di Loth” non parlano mai di omosessualità in quanto tale; un’omosessualità che non è citata nemmeno una volta, da nessuna parte.
Il Corano parla di pratiche sessuali violente, dominatrici e disumane praticate da questo popolo di Sodoma e Gomorra, tra altre pratiche criminali che non hanno niente a che vedere con l’omosessualità – violenza, furto, rifiuto di dare ospitalità, assassinii, ecc. [2]. Senza contare che le loro abitudini sessuali venivano definite “inedite”. Viene detto nel Corano: “Come osate praticare un vizio che nessun popolo prima di voi aveva mai praticato” [3]. Salvo sapere oggi che l’omosessualità non è stata inventata dal popolo di Loth.
E ritenere che questi crimini – violenza, furto, ecc. – siano una caratteristica propria degli omosessuali sarebbe una discriminazione e un’indebita associazione. Se infatti sostituissimo il termine “popolo di Loth” con “ebrei” oppure “neri”, vedremmo che non si può oggi condannare tutti gli “ebrei” o tutti i “neri” per un crimine commesso più di 5000 (!) anni fa da una città popolata in prevalenza da “ebrei” o da “neri”. In questo esempio l’indebita associazione appare evidente; invece quando si tratta di omosessualità lo è meno e (noi omosessuali, ndr) continuiamo ad essere accusati di tutti questi odiosi crimini commessi da un popolo che aveva, tra l’altro, pratiche omosessuali violente e disumanizzanti.
Di conseguenza queste pratiche sessuali, tanto spesso denunciate dai musulmani integralisti, secondo i quali sarebbero citate nel Corano in modo indiretto, non hanno in realtà nulla che vedere con l’omosessualità in quanto tale. Più verosimilmente si tratterebbe di pratiche sessuali che l’antico storico Erodoto descriveva in questo modo: “… Almeno una volta nella propria vita è una tradizione sedersi nel tempio dell’amore [dedicato alla dea Ishtar] e avere… rapporti sessuali con una persona sconosciuta… gli uomini passano e fanno la loro scelta. La somma di denaro ha poca importanza, la donna non rifiuta mai, perché significherebbe commettere peccato, essendo il denaro consacrato per questa tradizione” [4]. In tutta buona fede, non si tratterebbe di pratiche omosessuali in quanto tali, ma piuttosto di pratiche sessuali di dominazione, violente, che possono essere assimilate alla prostituzione in pubblico.
Queste pratiche sessuali dominatrici e violente sembra siano state ancora in vigore presso gli arabi fino a poco prima della fine dell’epoca moderna (XIX secolo), come riporta Khaled Al-Rouyaheb nel suo bellissimo libro “L’amore dei ragazzi nei paesi arabo-islamici” [5]. Di conseguenza, l’hadith – tradizione orale – attribuito al profeta Maometto, secondo il quale questi avrebbe detto: “Se trovate due uomini che commettono il crimine del popolo di Loth, uccidete sia il passivo che l’attivo” [6], nemmeno esso quindi può essere applicato all’omosessualità in quanto tale, ma piuttosto agli atti di prostituzione compiuti in luogo pubblico. Oggi non è più il caso di comminare questa punizione per atti di prostituzione compiuti pubblicamente [7]. Ma passerà ancora del tempo prima che i paesi arabo-musulmani – spesso sotto i colpi di regimi dittatoriali – si evolvano su questi aspetti [8]; regimi dittatoriali dispotici, che in tutta onestà non possono essere assimilati all’Islam.
Senza contare che questo hadith è stato riportato da uno dei compagni del Profeta, Abu Huraira, uomo dalla reputazione sinistra, implicato anch’egli in prima persona in riferimento all’omosessualità. Aisha RA (una delle mogli del profeta Maometto), con la quale Abu Huraira una volta ebbe un alterco, avrebbe finito per dire che quelle che Abu Huraira considerava parole del Profeta, in realtà non lo erano.
Ci sono infatti numerose incoerenze a proposito di alcuni hadith riportati da Abu Huraira; hadith attribuiti al Profeta, ma che in realtà spesso sono misogini ed omofobi, in totale contraddizione col comportamento del Profeta verso le donne e le minoranze sessuali; un comportamento riportato anche da altri compagni del Profeta, che avevano una reputazione migliore. Queste incongruenze di Abu Huraira sono già state messe in evidenza fin dal 1983 dalla notissima femminista musulmana Fatima Mernissi nel suo famoso libro “L’harem politico; il Profeta e le donne” [9]. Noi, minoranze sessuali che stiamo lottando per i diritti umani, dobbiamo renderci conto del fatto che il parere di un solo uomo, e per giunta dalla dubbia reputazione, non ha alcun peso di fronte al parere di Aisha RA, la moglie del Profeta Maometto, la sposa a lui più intima, la prima delle donne dotte dell’Islam.
Tanto più che Abu Huraira, questo compagno del Profeta Maometto – la reputazione dei compagni è considerata sacra dalla maggior parte dei musulmani – sembrava egli stesso essere in discussione a proposito della sua sessualità; ne parlò al profeta Maometto, che, lungi dal condannarlo, lo incoraggiò ad accettare il suo destino [10]. Ma Abu Huraira preferì sposarsi ed avere dei figli. E addirittura diventerà uno dei più feroci persecutori di quelli che all’epoca venivano chiamati “mukhanathun”, cioè uomini effeminati, androgini, che non provavano desiderio per le donne, che non si sposavano, di fronte ai quali le mogli del Profeta non si velavano col loro hijab; uomini che servivano anche le mogli e i figli del profeta nella sua casa, senza che egli li considerasse dei pervertiti o degli anormali [11].
Oggi i mukhanathun sarebbero definiti gay o transgender. Il Profeta difenderà, attivamente e con grande impegno, uno di questi mukhanathun che Abu Huraira vorrà condannare a morte a causa di questi modi effeminati e della sua maniera di vestirsi [12]. Risulta di conseguenza evidente che il parere di Abu Huraira riguardo all’omosessualità non è neutro; un parere in totale contraddizione con la posizione etica del migliore dei musulmani, il Profeta dell’Islam che, ancora una volta, ha difeso con impegno queste persone che oggi sarebbero definite “appartenenti ad una minoranza sessuale”. Quale capo politico o religioso potrebbe vantarsi di aver dato un tale esempio, quasi millecinquecento anni fa?
Sempre riguardo alle tradizioni arabo-islamiche definite “autentiche” – spesso a torto attribuite al profeta Maometto, come abbiamo appena visto – esiste anche l’hadith, molto spesso citato, che dice: “Quando due uomini hanno rapporti sessuali come faceva il popolo di Loth, il trono del Misericordioso è scosso” [13]. Questo hadith è apocrifo, è una superstizione che nulla ha a che vedere con l’Islam. Significa che è stato aggiunto alla tradizione arabo-islamica molto dopo la morte del profeta Maometto, che non ha mai preteso che l’universo possa essere scosso a causa di un rapporto sessuale tra due individui consenzienti. Perché allora alcuni musulmani integralisti ripetono ancora spesso questo hadith apocrifo, se in base alle affermazioni del Corano era già tanto evidente che l’omosessualità in sé è un peccato!?
Allo stesso modo, da nessuna parte viene fatta menzione dell’omosessualità, e l’unico hadith che parla di relazioni sessuali tra donne è anch’esso apocrifo, citato per la prima volta da Al-Tarabani più di trecento anni dopo la morte del Profeta; è stato aggiunto dopo l’elaborazione delle sei raccolte di hadith definiti “autentici”. Cosa che tende a dimostrare in questo caso, e soltanto dopo la morte del Profeta, che anche la sessualità delle donne è stata tenuta sotto controllo dalla visione che ne avevano gli uomini al potere e che non pensavano che una donna, priva del pene, potesse avere una sessualità “indipendente” – dato che il concetto di adulterio per molti saggi musulmani si identificava con la penetrazione di un pene dentro una vagina [13b].
Inoltre questi hadith apocrifi tendono a mostrare che con la dogmatizzazione dell’Islam gli “arabi” non vedevano più l’adulterio – o l’omosessualità intesa come ricerca esclusiva di un partner dello stesso sesso – come un pericolo per la filiazione, considerata sacra per la morale tribale dell’epoca; ma senza dubbio per la prima volta nella storia del mondo arabo-musulmano, molti decenni dopo la morte del Profeta, questi comportamenti sono considerati una patologia [5].
Ricordiamo infine i versetti della sura che ci parla del viaggio celeste che Maometto ha compiuto passando per Gerusalemme: Dì: “Ognuno agisce secondo la sua natura – in arabo shakilat – ma vostro Signore conosce perfettamente chi segue la strada migliore”. E quando ti interrogano sull’anima, rispondi così: “L’anima dipende dall’ordine esclusivo del mio Signore e, in fatto di scienza, voi avete ricevuto soltanto pochissime cose.“. [14].
Qui il termine “shakilat” potrebbe essere tradotto con “profonda natura sulla quale l’individuo è stato plasmato” o anche “identità di genere”. È un’interpretazione sicuramente più moderna e progressista di quella che vogliono imporre i più integralisti dei musulmani. Soltanto Dio sa perché ci ha creati così e perché ciascuno agisce in questa o in quell’altra maniera, in funzione del suo proprio genere o della sua sessualità.
In conclusione, secondo noi non solo l’omosessualità in quanto tale non è un peccato, ma è anche un dovere di ogni buon musulmano combattere contro la violenza omofoba, come ricordava il rettore di Bordeaux, l’imam Tarek Oubrou [15]. E inoltre è dovere di ogni buon musulmano di Francia e di qualsiasi altro Paese far posto alle minoranze sessuali all’interno della comunità musulmana in questi tempi nei quali l’omofobia non è una semplice opinione, ma è un delitto [16]. Secondo noi qualsiasi utilizzo della tradizione arabo-islamica a fini politici non fa altro che fare il gioco degli islamofobi e degli integralisti estremi.
Ricordiamo infine che – secondo il suo fedele compagno, il califfo dell’Islam Omar ibn Al-Khatab – lo stesso Profeta di sua bocca ha proibito di basarsi troppo sui suoi hadith, invitando ad attenersi soprattutto al Corano [17]; molto probabilmente perchè sapeva che le sue parole avrebbero potuto essere usate per modificare, giocando sui malintesi, lo spirito fondamentalmente egualitario e non violento dell’Islam [18].
Annotazioni
In alcuni capitoli del Corano viene fatto riferimento al matrimonio inteso come un’unione tra un uomo ed una donna, come una coppia complementare. Tuttavia altri capitoli trattano della natura fondamentale delle relazioni umane come una dualità senza che necessariamente sussista la dicotomia tra i sessi. Probabilmente la dualità potrebbe esistere all’interno di qualsiasi essere. Questo afferma la fondamentale uguaglianza dei coniugi e offre spazio ad una concezione non-gender delle relazioni umane.
“O genti! Prendetevi cura dei vostri impegni con il Signore vostro che ha creato (l’essere umano) con una sola anima e da lì Egli ha creato la coppia, e dall’unione dei due è nata una moltitudine di uomini e di donne” (Corano 4:1)
“E tra i Suoi segni potete trovare questo: Egli ha creato dei partner per voi a partire da voi stessi, perché viviate in pace con essi, ispirando amore e misericordia nei vostri cuori. Certamente ci sono dei segni, per chi li vuol vedere” (Corano 30:21)
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[1] Il Livre Vert di HM2F è stato presentato all’Assemblea Nazionale il 17 maggio 2011, in occasione della Giornata Mondiale Contro l’Omofobia, la Transfobia
[2] Corano : 7.80-84, 11.69-83,15.51-77, 21.71-75, 22.42-43, 25.40, 26.159-175, 27.54-58, 29.28-35, 37.133-138, 50.12-13, 54.32-40 37, 66.10
[3] Corano : 7.80
[4] Dening, S. (1996). « The Mythology of Sex », Cap 3, Macmillan General Reference, New York.
[5] El-Rouayheb, K. (2010). « L’amour des garçons en pays arabo-islamique. XVIe-XVIIIe siècle », p.36. Epel, Paris – In English “ Before Homosexuality in the Arab-IslamicWorld “.
[6] El Tarmidi, raccolta di tradizioni autentiche, numero 1376
[7] Manifesto CALEM per la depenalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti consenzienti.
[8] Il rapporto d’Amnesty International sulla questione ; vedere anche il rapporto dell’ILGA ; vedere anche la tortura praticata dalle forze dell’ordine egiziane prima della caduta di Moubarak ;
vedere infine l’articolo apparso su Yagg l’intervista di Mohamed Mezziane secondo il quale “Moubarak è stato il primo dittatore arabo a condurre una persecuzione sistematica e su larga scala contro gli omosessuali tra il 2001 e il 2005. Migliaia di uomini sono stati arrestati dalla buoncostume. Sono stati arrestati anche gli amici e i conoscenti omosessuali di questi uomini, partendo dalle rubriche di indirizzi degli arrestati, o da una denuncia ottenuta con minacce. Nelle grandi città la squadra buoncostume ha realizzato enormi schedari di presunti omosessuali, e costoro venivano spesso tormentati. Una parte di questi abusi è stato documentato dall’Associazione per i Diritti Umani, in particolare per il periodo 2001-2003.
[9] F. Mernissi (1987). « Le harem politique : le Prophète et les femmes ». Albin Michel, Paris.
[10] In occasione di un colloqui privato col profeta Maometto, Abu Huraira gli disse: “Sono un giovane uomo e temo i tormenti di questa mia anima, ma non trovo i mezzi di sposare una donna“. Il Profeta rimase in silenzio, pur avendo Abu Huraira ripetuto tre volte la sua dichiarazione. Alla quarta volta Maometto disse: “O Abu Huraira, non ci sono parole su ciò che può essere conveniente per quelli come te. Sii dunque eunuco per questa ragione, o abbandona.“. Abu Huraira sembrava dunque essere preoccupato per il fatto che si sentiva incapace di sposarsi con una donna.
[11] Sunan Abu Dawud – raccolta di tradizioni definite «autentiche» -. Libro dell’Adab, no 4928 (4:282) ; vedere anche il libro di Rowson, E., K..: “The effeminates of early Medina”, Journal of the American Oriental Society, Vol. 111, No. 4. (Oct. – Dec., 1991), pp. 671-693.
[12] Sunan Abu Dawud, Libro 41, numero 4910.
[13] S. Kugle (2010). « Homosexuality in Islam ». Oneworld Publications, London.
[13b] Hendricks, M. (2010) “slamic text ; a source of acceptance of queer individuals into mainstream Muslim society”
[14] Corano : 17.84-86
[15] L’imam Tarek Oubrou era all’Assemblea Nazionale il 17 maggio 2011 per ricordare che da nessuna parte nel Corano e nemmeno nella Sunna – tradizione orale del Profeta – l’omosessualità viene condannata in quanto tale.
[16] Nel 2004, l’omofobia è diventata un delitto passibile di due anni di detenzione e di 30.000 € di ammenda.
[17] Dice: «Il più bugiardo dei Mohaddithin [compagni del Profeta che riferiscono gli hadith che dicono di aver sentito] è Abu Huraïra » -Tabari, Tafsir, op cit, volume XXI, p.157. Così, ‘Omar ha minacciato di esiliarlo, e di rimandarlo nello Yémen, suo paese d’origine, se avesse continuato a raccontare di tali hadith – op cit, volume XXI, p.157.
[18] Bidar, Abdennour (2008). « L’islam sans soumission ». Albin Michel, Paris.
Testo originale: L’homosexualité n’est pas un péché par nature pour l’islam ni un crime, ni une perversion, ni un déséquilibre.