Usciamo dal villaggio per farci ascoltare (Marco 8:22-26)
Riflessioni di don Fabio
“Ma le comari di un paesino non brillano certo di iniziativa,
le contromisure fino a quel punto si limitavano all’invettiva.”
(Fabrizio De André)
Marco 8:22-26: “… gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente […] E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Nella prima lettura di oggi san Giacomo ci ricorda una cosa fondamentale: bisogna essere “pronti ad ascoltare e lenti nel parlare”! E a pensarci bene, dovrebbe venirci “naturale” questo! I nostri organi percettivi sono tutti doppi: 2 orecchie, 2 occhi, 2 narici, 2 mani, 2 piedi… ma la bocca è una! Ci sarà un perché!
Come #Chiesa, con il #Sinodo, siamo nella fase dell’ascolto, e sono tante le voci che, da più parti, si stanno levando, e che necessitano di essere ascoltate! Forse, per ascoltare meglio, dovremmo seguire il consiglio che Gesù dà al cieco: di uscire dal “villaggio” e non farvi più ritorno.
Nel Vangelo di Marco il villaggio (paese, famiglia, comunità parrocchiale e/o religiosa) ha un’accezione negativa. Ciò che pensa la gente, anche i familiari, spesso è un muro che ci impedisce di ascoltare ed accogliere la novità del Vangelo.
Con affetto, Fabio!