Vedete l’amore di Dio dentro le vite delle persone transgender?
Testo scritto da Davíd E. Patiño, Ezra Fairley-Collins, Jude Johnson, Greyson Kentopp, Erica Saunders e Cole Williams nel 2018/2019 per il Transgender Seminarian Cohort e pubblicato su The Open and Affirming Coalition of the United Church of Christ (Stati Uniti). Liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata.
Come persone trans, conosciamo l’amore di Dio. Lo sentiamo nelle nostre ossa, nella pelle che riveste i nostri corpi, nella nostra stessa essenza.
Dio è quella voce dentro di noi che ci guida verso l’autenticità, verso l’amore per noi stessi e verso la comunità. Lo Spirito Santo opera dentro di noi e attraverso di noi.
Lo Spirito Santo è ciò che può trasformare la nostra rabbia più profonda, la tristezza e la solitudine in qualcosa di nuovo.
Lo riconosciamo quando accade l’impossibile, quando dentro di noi, nonostante la disperazione, si accende una piccola luce, un segno minimo di speranza, quell’energia sottile che sembra scaturire dal nostro stesso essere.
Lo Spirito Santo è ciò che ci risolleva dalla morte interiore che sperimentiamo a causa del trauma. È l’oscurità che ci avvolge e ci protegge. Lo Spirito Santo ci resuscita e ci permette di vedere la nostra stessa sacralità.
Respinti dalle nostre famiglie, dalle nostre chiese e dalla società, la nostra lotta per l’esistenza e per la libertà è il nostro ministero nel mondo.
La nostra comprensione del genere può sanare le ferite di questo sistema oppressivo, in cui ogni persona, di qualsiasi genere, viene punita se non si conforma alle regole imposte.
Siamo i prescelti di Dio—proprio come Mosè, che non sarebbe dovuto nascere, che non avrebbe dovuto esistere, eppure è stato.
Siamo qui per creare una nuova umanità che dia valore a ogni vita: alla vita di ogni persona in una carovana di migranti, alla vita di ogni bambino strappato ai genitori al confine, alla vita di ogni donna trans, in particolare delle donne trans di colore che lottano per sopravvivere, alla vita di ogni persona trans.
Isa Noyola, vicedirettrice del Transgender Law Center, una volta ha detto: “Le persone transgender sono medicina, spirito e leadership.” Ed è proprio così! Dio ha scelto ognuno di noi. Dio ha scelto di parlarci, di indicarci il cammino verso l’autenticità, di mostrare agli altri il valore della vita e la distruttività delle rigide norme di genere.
Questa nuova umanità è guidata da noi, coloro che per troppo tempo sono stati considerati inesistenti. Siamo diversi, e questo non significa che non abbiamo valore. La nostra diversità è ciò che ci rende preziosi, meravigliosi e divini. Divini, perché è il dono che Dio ci ha fatto.
In questi tempi difficili, sorelle e fratelli trans, resistete. Aggrappatevi alla speranza, all’amore, a voi stessi. Anche se dovete nascondervi, interrompere la vostra transizione, non potete fare coming out o dovete vivere in stealth—va bene così. Siete amati, siete preziosi, siete figli di Dio. Noi preghiamo per voi. Siete parte di noi. Siamo una comunità. Cercate spazi sicuri. Trovate organizzazioni trans, amici trans, profili trans da seguire sui social. Ogni frammento di amore che esiste là fuori, Dio vi ha guidato a trovarlo. Riempitevi di quell’amore, riempitevi di affermazione e amore per voi stessi.
Le persone trans non sono mai state inesistenti. Siamo state cancellate dalla storia. Dobbiamo impegnarci per riscoprire le nostre storie, le nostre cosmologie, i nostri miti e le nostre narrazioni. Dobbiamo scrivere la storia delle nostre antenate trans e le visioni trans di un passato trans.
Il nostro modo di conoscere Dio è attraverso il corpo, il movimento, l’essere in comunità gli uni con gli altri. In un mondo oppressivo che cerca di frammentarci, di renderci insufficienti e insignificanti, di farci diventare “non-dati”, non dobbiamo dimenticare le nostre fonti di conoscenza. C’è sacralità e divinità nella profonda consapevolezza del nostro essere.
Le nostre transizioni sono percorsi spirituali, pellegrinaggi—una ricerca e una scoperta di diverse parti di noi stessi attraverso interventi chirurgici, accessori o abiti gender-affirming, nuove espressioni di genere, nuove sensazioni corporee attraverso la terapia ormonale e nuovi modi di comprenderci in relazione agli altri.
Dobbiamo condividere il nostro dolore, il nostro amore, la nostra storia, i nostri ricordi, i nostri sogni, le nostre speranze, i nostri miti e le nostre visioni.
Seguendo la guida dello Spirito Santo dentro di noi, possiamo abbracciare una comunità divina fatta di creatività e amore, che ci spinga nella lotta per la giustizia, liberi dall’odio e dalla violenza—verso gli altri, tra di noi e verso noi stessi. Scrivete, dipingete, fotografate, cantate, danzate, pregate, celebrate, amate, riunitevi, protestate e raccontate la vostra verità.
Sappiate che siete amati da Dio. Siate benedetti. E siate al sicuro! Siete amati.
*Il Transgender Seminarian Cohort è un programma nato negli Stati Uniti nel 2013 grazie alla National LGBTQ Task Force, al Freedom Center for Social Justice di Charlotte (Carolina del Nord) e al Center for LGBTQ and Gender Studies in Religion presso la Pacific School of Religion che offre supporto e formazione ai seminaristi transgender, aiutandoli a navigare nei contesti religiosi e teologici, spesso ostili alle persone trans. Il Cohort favorisce la crescita spirituale e professionale di chi desidera entrare nel ministero religioso mantenendo la propria autenticità di genere.
Testo originale: “We Know the Love of God: A Reflection On the Trans Day of Remembrance” (file Pdf)