Vivere l’omosessualità nella Chiesa cattolica
Riflessioni di Fausto Antonio Ramirez tratte da tucomunion del 28 novembre 2007, liberamente tradotto da Dino
La questione della morale sessuale nella Chiesa riappare in seguito alle dichiarazioni dell’Arcivescovo di Canterbury che, (ndr era l’ottobre 2007), ha affermato che i cristiani conservatori che citano la Bibbia per condannare l’omosessualità stanno interpretando in modo errato un passaggio chiave scritto da San Paolo circa 2000 anni fa, poiché quello che in realtà San Paolo intendeva fare non era parlare dell’omosessualità, ma dell’errore in cui cade chi crede di adempiere ad ogni costo alle leggi.
Questa questione non è nuova all’interno della Chiesa cattolica, poiché in ultima analisi si tratta di una questione di più ampia portata, riguardante la comprensione e l’uso che si fa della sessualità.
Se la caratteristica della sessualità umana consiste nel fatto che un uomo e una donna si uniscono per riprodursi, come garanzia della continuità della specie, allora non parliamone nemmeno.
Ma se il punto essenziale e caratteristico della sessualità umana non si limita alla possibilità di procreare ma consiste nella reciproca donazione tra due persone come vertice espressivo dell’esperienza dell’amore, allora non c’e tanto da discutere.
Io preferisco pensarla in questo secondo modo, credo che mi faccia sentire più “persona”, più umano rispetto alla posizione che ha al riguardo la Chiesa cattolica, con la quale mi sentirei più assimilato alle bestie e agli animali in calore che a qualsiasi altra cosa. D’altra parte mi piacerebbe allo stesso tempo sapere cosa intende la Chiesa per atti omosessuali, per qualificarli come “intrinsecamente disordinati”.
Vediamo allora, secondo questo parere risulterebbe che gli atti omosessuali consistono nella penetrazione anale. Ma quale coppia eterosessuale non include questa pratica nelle sue espressioni sessuali? Perchè chiaramente penso che (la Chiesa) non si starà riferendo alle manifestazioni affettive, quelle che utilizziamo per esprimere l’affetto degli uni per le altre, delle une per le altre e degli uni per gli altri.
Ci mancherebbe solo che le espressioni affettive avessero bisogno di autorizzazione in funzione del sesso della persona che è l’oggetto del nostro amore. Detto questo, continuo ad interrogarmi su cosa sono “gli atti omosessuali”, forse la Chiesa dovrebbe spiegarcelo prima di continuare a condannare servendosi di un’interpretazione dei testi di Paolo che, sembra, ora siano messi in dubbio.
Testo originale