Vivere tra due dimensioni: essere lesbica e musulmana
Testo di Sherazade tratto da Landy blog (Francia), 10 aprile 2010, liberamente tradotto da Marco Galvagno
Religione e omosessualità non van d’accordo. Una ragazza ha deciso di non scegliere e di vivere entrambe le dimensioni.
Vi racconterò una di quelle storie che ci fanno entusiasmare. Questa storia parla d’una ragazza che si chiama Souela.
L’ho incontrata un giorno in cui mi lasciavo abbindolare da una di quelle venditrici inopportune che cercano di vendervi una rivista che non conoscevate, ma che vi piacerà di sicuro. Posta al lato della venditrice la ragazza dall’aspetto seducente ha cominciato a parlarmi di religione.
Ci siam messi a discutere dell’Algeria di oggi e di quella dei nostri genitori, delle moschee, dell’interpretazione dell’islam, della musica e del romanticismo in oriente, in oriente, di poesia e d’amore.
Vengo a sapere che frequenta un luogo dove non mi sarei mai immaginato di vederla un locale gay! Che sorpresa trovare una donna religiosa di giorno che di notte accetta senza complessi la propria omosessualità. Souela legge lo stupore nei miei occhi e replica semplicemente “Nel Corano non ci sono limiti all’amore. Allora si può essere lesbica e halal contemporaneamente? La mia interlocutrice spiega che il Corano non vieta l’amore indifferentemente di un uomo o di una donna, poiché l’amore non ha sesso.
Evidentemente Souela sa che i suoi genitori molto praticanti, non la capirebbero se scoprissero il suo orientamento sessuale, forse la caccerebbero persino. Nasconde loro il suo orientamento e mostra questo lato della sua personalità solo alle persone che si trovano nella stessa situazione. Ha scelto di vivere la religione, seguendo la propria interpretazione dei testi quella che privilegia l’amore e la tolleranza.
Testo originale: Lesbienne et musulmane et alors?