Voci di cattolici LGBT in cammino nel tempo di Avvento
Testimonianze dal ritiro di Avvento per cristiani LGBT organizzato dal gruppo Kairos di Firenze e In Cammino di Bologna il 22 novembre 2015
Domenica 22 novembre 2015, in occasione della festività di Cristo Re dell’Universo, noi del gruppo Kairos di Firenze ci siamo ritrovati, insieme agli amici del gruppo di omosessuali cristiani “In Cammino” di Bologna, presso il convento di S. Niccolò a Prato, dove risiedono le suore Domenicane, per il nostro ritiro che facciamo ogni anno più o meno in questo periodo, in preparazione dell’Avvento.
Il tema centrale di questa giornata è stato la riflessione, guidata in alcuni momenti da un sacerdote e poi sviluppata a livello personale in piccoli gruppi di circa dieci persone ciascuno,sul tema della Misericordia Divina. Abbiamo letto e approfondito, insieme a don Christian, alcuni brani tratti dall’Antico Testamento, durante la mattina, mentre nel pomeriggio ci siamo concentrati sulla parabola del buon Samaritano.
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Personalmente, devo dire che è stato un momento fortemente liberatorio, che si è potuto verificare soprattutto grazie alla riflessione sull’avere misericordia di noi stessi: infatti ho percepito chiaramente che il Signore invita ciascuno di noi a non infierire su se stesso con giudizi di valore (l’esempio che mi ha colpita di più è il pensare di non essere amabile come persona) perché Lui ci ama immensamente e ci invita inoltre a cercare di amare allo stesso modo noi stessi e il nostro prossimo. A me tutto questo è stato utile soprattutto a comprendere come è l’Amore di Dio nei nostri confronti,che si manifesta talvolta laddove meno ce l’aspettiamo, che ci consente di amare noi stessi e gli altri.
La giornata, che mi rimarrà nel cuore come un tassello, nel suo piccolo molto importante, di un “mosaico” della mia visione di me stessa, si è conclusa con la Messa, sempre tenuta da don Christian, alla quale abbiamo partecipato insieme alle suore del convento. (Giulia di Firenze)
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Bellissimo il ritiro sulla Misericordia a Prato. Non voglio parlare io ma lascio parlare il profeta Osea al Cap. 11, dove ci viene mostrata la misericordia di Dio che va oltre la giustizia retributiva. La giustizia di Dio è la fedeltà all’amore. Così è Dio verso di noi e così noi dovremmo essere verso gli altri. A volte non percepiamo il grande amore che Dio ha per noi ma Dio mai ci abbandona mai, anche quando avrebbe ottime ragioni per farlo. (Pietro di Piacenza)
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Il ritiro sulla misericordia a Prato è stato il primo incontro del mio cammino col gruppo Kairos. E sono grado a Dio per il regalo che mi ha fatto. Mi porto dentro il cuore la bellezza dei doni che ho ricevuto: le parole sentite; i silenzi meditati; gli sguardi e i sorrisi incontrati; le mani strette; le preghiere condivise; la comunione vissuta. E voglio ringraziarvi per il calore della vostra accoglienza: che mi ha scaldato nello stesso modo in cui il sole ha fatto capolino nel chiostro, in questa bellissima domenica di inizio inverno che abbiamo vissuto assieme.
Tante le cose che mi hanno colpito. Ho imparato anche che il primo passo della misericordia è perdonare noi stessi, per affidarci a Dio: che – come ricorda il profeta Osea – ha un cuore talmente misericordioso, da rivoltarsi alla sue stesse e giuste decisioni. “Io mi perdono, per i miei sbagli, le mie cadute e le loro conseguenze. Mi perdono per tutte le chiusure che ho verso di Te, verso gli altri e verso me stesso; mi perdono per tutte le scelte sbagliate che ho fatto, mi perdono per tutte le mie tristezze e angosce; mi perdono per aver calunniato, per aver giudicato, per aver offeso, per non aver perdonato. Mi perdono perché non mi accetto per come sono: Io, la mia situazione personale e familiare, il mio corpo, la mia sessualità, i miei complessi di colpa e inferiorità, i miei egoismi. Mi perdono di tutto, Signore, mi accetto così come sono e mi affido al Tuo amore misericordioso”. (Daniele di Lucca)
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“Signore, quando credo che il mio cuore sia straripante d’amore e mi accorgo, in un momento di onestà, di amare me stesso nella persona amata, liberami da me stesso. Signore, quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere, liberami da me stesso.”
Prato, Festa del Cristo Re, ritiro per l’avvento del gruppo Kairos di Firenze e In cammino di Bologna. Tanti volti nuovi, tanti ritrovati un unico coro esultante: misericordia. Quando pensi di aver sentito, o meglio sperimentato, la presenza di Dio nella tua vita, ecco che questi torna a sorprenderci regalandoci momenti come questi. Condivisione, empatia, simpatia..solo alcune delle parole che userei per descrivere questa giornata, e poi senza dubbio misericordia. Questa sconosciuta. Il più delle volte mai compresa fino in fondo (e forse mai comprensibile per l’uomo in quanto tale).
“Dio pone da parte il Suo giudizio, la Sua legge, ciò che Egli è perché per Lui è più importante che tu esista. Sei unico, irripetibile, speciale, amato. Questa è la sua misericordia”. Condividere questa riecheggiante e riscoperta, consapevolezza ha portato di nuovo un po’ più di sole nella nostra vita. Fidatevi, a volte bisogna davvero saper cogliere queste opportunità al volo diciamo pure, se vogliamo cogliere il “kairos” (il momento opportuno) durante il nostro continuo essere “in cammino”… Un fortissimo abbraccio (Iacopo di Firenze)
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Ora capisco, ora so perché la misericordia per me è un mistero; il mistero delle viscere femminili. Ho sempre saputo che l’amore di Dio non ha sesso, forse per questo al suo cospetto non mi sento colpevole per la mia omosessualità. Piuttosto ringrazio chi tiene in piedi questi “tuttoaccoglie”, Dio è un tuttiaccoglie. I ragazzi che ho conosciuto e ascoltato nel mio gruppo (di discussione al ritiro) sono stati un dono che mi ha commosso profondamente, la loro accoglienza nei miei riguardi è per me fonte di gioia, in loro ho sentito un rimando a quelle viscere che siano femminili o no non ha importanza, in loro ho visto il cuore, l’onestà di essere se stessi e il desiderio di essere migliori.
Da dove vengo io c’è buio, o meglio non ho trovato gli interruttori giusti; qui sembra ci sia un po’ di luce e mi piacerebbe andare oltre. A stento ho trattenuto le lacrime nel momento in cui l’eucaristia è venuta da me e ho pensato che Dio mi dicesse: Guarda tu non ce la fai, vengo io! (Claudia di Firenze)
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Il ritiro di domenica 22 è stato, per quanto veloce, molto intenso e ben preparato nei vari momenti.La cosa che più colpisce di questo ritiro è sicuramente l’atmosfera che si è creata in poco tempo: gli ospiti, le suore dominicane, il sacerdote che ci ha accompagnati sembravano animati da uno spirito di convivialità, di accoglienza e di pace tali da far sembrare le difficoltà e gli ostacoli degli omosessuali cristiani in Italia come qualcosa di lontano, passeggero.Hanno giocato un ruolo fondamentale in questo i lavori di gruppo che hanno permesso a tutti prendere parola e di conoscere esperienze di persone e volti più o meno sconosciuti prima; ma anche soltanto gli sguardi e i sorrisi ai quali non sono abituato forse da omosessuale, quegli sguardi di suore ormai anziane ma prive di giudizio e piene di qualcosa che potremmo banalmente definire “amore per il prossimo chiunque esso sia”, sono state per chi li ha incontrati per la prima volta qualcosa di meraviglioso, in grado di scuotere dalle fondamenta anche il meno speranzoso. (Luca di Ferrara)