Costruire ponti. L’esperienza dei genitori con figli omosessuali a Malta
Articolo di Chiara Bonello tratto dal The Malta Independent Online (Malta), 27 Dicembre 2011, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
“La nostra ragione d’essere è costruire ponti con una Chiesa (cattolica) che sentiamo profondamente nostra” così afferma Anna*, genitore del Gruppo Drachma di Malta, alla giornalista Chiara Bonello, mentre parlano della fondazione del Gruppo Genitori Drachma, che si impegna ad aiutare i genitori alle prese con il “coming out” dei loro figli.
I problemi che i giovani di Malta incontrano con le loro famiglie quando escono allo scoperto chiedono un cambiamento della mentalità. L’idea del Gruppo Genitori Drachma è nata durante una conversazione con Suor Jeannine Gramick. È stato fondato tre anni fa, nel 2008, con Anna e Michael* tra i membri fondatori.
L’idea è di offrire supporto ai genitori e i parenti di persone LGBT e di costruire ponti con la Chiesa, perché chi abbia preso le distanze da essa possa trovarvi di nuovo un posto.
Michael spiega che il Gruppo Drachma è un gruppo Cattolico/Cristiano che spera di creare maggiore consapevolezza e accettazione, nonostante aggiunga con un sorriso che non è il caso di vedere in loro le persone che cambieranno tutto, certamente non durante la sua vita.
Ammette che sfortunatamente molti rimangono imbevuti della mentalità Noi e Loro, anche se Anna fa notare che l’accettazione non è un vero problema tra i coetanei di lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT). “Piuttosto è la generazione più anziana che tende ad essere in difficoltà, più che altro a causa di modi obsoleti di pensare dovuti alla nostra scarsa conoscenza di questa realtà.”
Anna continua ammettendo che questo è molto probabilmente dovuto a ciò che hanno loro insegnato, e all’influenza degli insegnamenti della Chiesa sulla visione delle relazioni omosessuali. “Questo crea un dilemma, perché come genitore ti chiedi come integrare la moralità e l’accettazione di tuo figlio o figlia.
C’è bisogno di imparare e leggere di più, ma questo non è sempre accessibile a tutti” dice, aggiungendo che sa per certo che alcuni genitori non accettano il “coming out” dei loro figli, causa di forti esperienze traumatiche per questi ultimi.
Invece di ricevere il loro abbraccio dopo un passo così difficile, vengono tristemente puniti dai loro genitori, dice Anna, senza contare che questo periodo dell’anno è solitamente difficile per molte famiglie.
È una tristissima verità che debbano discutere intensamente se il partner del figlio o della figlia debba partecipare ai festeggiamenti di Natale con tutta la famiglia oppure no.
L’ispirazione per il nome Drachma viene dal capitolo 15 di Luca, che parla della pecorella perduta, della dracma e del figliol prodigo. Nel Vangelo il padre gioisce quando il figlio perduto ritorna, ma sfortunatamente alcuni genitori non gioiscono quando scoprono quello che i figli stavano dolorosamente nascondendo.
“In alcuni casi penso che la chiesa stia predicando ai convertiti, visto che non si avvicina a coloro che hanno preso le distanze da essa” Anna dice, aggiungendo che prima che suo figlio uscisse allo scoperto aveva lui stesso preso le distanze dalla Chiesa e dalle grandi riunioni di famiglia.
“In quel periodo sapevo che qualcosa non andava, perché mentre lui insisteva che tutto era a posto, si stava distanziando dalla famiglia e dalla Chiesa, perdendo anche peso. Quando è uscito allo scoperto è stato un sollievo, perché immaginavo qualcosa di molto peggiore” ammette.
Anna continua col dire che i sentimenti dei figli a proposito del loro “coming out” dipendono in primo luogo dalla qualità della relazione con i genitori, se è una relazione in cui sentono di poter essere se stessi, o se i genitori tendono a giudicare troppo.
In certi casi il figlio preparerà una serie di “test” per cercare di valutare le reazioni dei genitori ai gruppi di minoranza, per esempio. Talvolta, tuttavia, rimangono scioccati dalle reazioni negative di fronte al “coming out”, dice Anna, aggiungendo che, alla fine, è un qualcosa al di fuori del controllo dei figli, che meritano amore e accettazione.
“Per me è stato una bella spinta il fatto che mio figlio si sentisse a suo agio nel darmi tanta fiducia, perché è doloroso per un genitore pensare che il figlio o la figlia abbia lottato a lungo da solo. Per fortuna lui è stato forte, ma quelli che non lo sono?” Anna si chiede.
Spiega che la sua reazione iniziale è stata dirsi che era solo una fase, ma quando ha guardato in faccia suo figlio, 17 anni, e ha capito che ne era certo, gli ha detto che avrebbe dovuto guidarla. Ammette anche che non era pronta a non sentirsi più parte della Chiesa. Quindi riconciliare le due verità era fondamentale per lei.
Michael ammette che la sua situazione è alquanto diversa, perché sua figlia è uscita allo scoperto quando aveva circa 27 anni e aveva avuto una relazione stabile con un uomo, che improvvisamente si era rotta. “All’epoca non notammo nulla anche se avremmo dovuto, nonostante mia moglie insistesse nel dire che avrebbe potuto essere lesbica” dice.
Va avanti: “Secondo me è più difficile per una donna uscire allo scoperto a Malta piuttosto che per un uomo, anche se noi non abbiamo fatto problemi” aggiungendo che comunque ora tende a essere più protettivo nei confronti di sua figlia.
“La partner di mia figlia frequenta casa nostra ed è invitata dappertutto, è parte della famiglia. L’accettazione è stata graduale, ma ora è un dato di fatto” dice Michael, aggiungendo che per i nonni, per esempio, la storia è diversa, dato che non vi hanno mai fatto riferimento.
Anna afferma che non voleva nascondere la cosa ai fratelli, a cui è molto legata, ma per fortuna la loro reazione è stata molto buona. “La mia anziana madre ha preso la cosa come un dato di fatto, ma non è più tornata sull’argomento” dice.
Nonostante Drachma non sia una grande organizzazione, è molto attiva, ci dice Michael, spiegando che si incontrano una volta al mese e organizzano una messa e una festa a Natale e Pasqua, ambedue aperte al pubblico.
In effetti, sono un nucleo di otto, dieci genitori è stabile, gli altri vanno e vengono. Sembrano arrivare per assicurarsi che non sono soli, ma per varie ragioni la frequenza, poi, si interrompe.
“Abbiamo anche avuto degli incontri con la Chiesa, con l’Arcivescovo, e abbiamo avuto l’opportunità di esprimere i nostri sentimenti riguardo alla situazione, che era un po’ in fase di stallo” ammette Michael, dicendo che nonostante la Chiesa accetti gli omosessuali, non accetta l’omosessualità.
Anna interviene chiedendosi come la Chiesa possa aspettarsi che una madre discrimini tra le relazioni dei due figli con i rispettivi partner, la cosa, per lei, sarebbe stonata. Ammette che la Chiesa Cattolica Romana si è impegnata molto più a fondo delle altre religioni nel colmare il fossato, ma che rimane molto indietro per quanto riguarda la sessualità.
Nonostante ci sia una legge contro la discriminazione, ci sono ancora persone che discriminano le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) e non vengono punite, dice Michael, aggiungendo che le persone nei posti di potere devono fare molto di più per combattere questa discriminazione.
Ci sono attualmente cinque gruppi che lavorano per creare consapevolezza e lottano per ottenere maggiori diritti per le persone che hanno un diverso orientamento sessuale: il Movimento per i diritti Gay di Malta (MGRM), Drachma LGBT, il Gruppo Genitori Drachma, We Are e LGBT Labour.
Mentre il Movimento per i diritti Gay di Malta lavora a livello politico e legale, Drachma riunisce le persone che hanno preso le distanze dalla Chiesa e We Are si occupa di creare uno spazio per le differenze all’interno del campus. In effetti la Cappellania Universitaria ha fatto grandi passi avanti nell’ultimo anno e mezzo nel rendere la gente meglio disposta, ammette Anna.
Anna si chiede come la società possa rimanere oziosa quando sa che alcuni giovani vengono rifiutati dalle loro famiglie e il cui mondo crolla loro addosso. In effetti alcuni di loro considerano o mettono in atto il suicidio. Nella Malta cattolica dobbiamo deciderci a non accettare questa realtà, e adoperarsi attivamente per offrire una maggiore conoscenza.
Una volta etichettato, un figlio può vivere l’inferno, e come ognuno che sia leggermente diverso si troverà in grande difficoltà in una società come la nostra, in cui tendiamo a dividere tutto in compartimenti stagni, e di conseguenza abbiamo paura di ciò che non comprendiamo. Questo blocca la crescita personale, spiega Michael.
Anna ammette che ci possono essere state occasioni in cui dei gesti compiuti senza pensare possono averla ferita, ma sa che non erano gesti cattivi, e li ha presi come opportunità di educare. “Aiutare dove posso nell’istruire su questo argomento è il mio contributo alla società” dice.
Crede che Malta stia entrando in una nuova fase, in cui emergeranno numerose nuove questioni come il matrimonio omosessuale e Drachma deve produrre una chiara presa di posizione. È ancora in fase di discernimento, comprensione e valutazione di ciò che accade negli altri paesi. Il prossimo passo sarà registrare Drachma come Organizzazione non governativa al Commissariato per le Organizzazioni di Volontariato.
Anna dice che desiderano registrarla anche presso l’Arcidiocesi di Malta come organizzazione riconosciuta, dato che questo renderebbe più facile raggiungere gli interessati e le parrocchie sarebbero più disposte ad accettarli.
Parlando della campagna del Movimento per i diritti Gay di Malta, supportata da Voices [un coro che organizza concerti per cause benefiche n.d.t.], Anna ammette che quanto più è permesso penetrare nel settore educativo, tanto più si può creare consapevolezza. La campagna rivolta ai genitori aiuterebbe a far capire meglio quanto prezioso sia il rapporto con i nostri figli.
Ammette che alcuni genitori faranno tutto il possibile per fermare la campagna nelle scuole, e forse in passato sarebbe stata d’accordo, ma oggi vede le cose in maniera diversa. Se posso prevenire un suicidio, allora ne è valsa la pena.
Il messaggio di Anna è di amare incondizionatamente, cosa che non tutti sono pronti a fare, e accettare pienamente una realtà che stava nascosta. “Dopo tutto, l’amore gioisce nella verità, quindi se la verità di mio figlio è venuta alla luce devo gioirne.”
Testo originale: Building bridges with a Church we strongly feel part of – Drachma Parents