Zaccheo, Gesù e la folla che ostacola la vita (Luca 19,1-10)
Tratto da una predicazione del pastore James Woody pubblicata sul blog Gay et chrétien il 28 aprile 2013, liberamente tradotta da Rita
«I beoti sono la folla che impedisce a Zaccheo di vedere chi è Gesù. Non è gente benevola, generosa, riunita per appoggiare un idea, un progetto, per celebrare la vita con l’unione degli uni con gli altri (etero o gay).
La folla che è li, è quella dei giorni peggiori; quella che si unisce non per vedere, per conoscere, per incoraggiare, ma per farsi vedere. È massa che marcia sul parlamento per intimidire, che si riunisce per far numero, come prova di forza, per dimostrare che è il suo corteo ad avere il maggior numero di individui. È la folla narcisistica: si ammira si conta, si riconta, s’indigna se la si sottostima.
Questa massa non ha altro fine che se stessa, altro piacere che il suo piacere. Si auto-proclama, non parla, infatti che a se stessa […].
Questa gente si nutre di pettegolezzi, di diffamazione, di odio per gli altri, Questa massa propaga il male che ha in seno invece di avvicinarsi veramente agli interlocutori dai quali riceve il suo miele.
La gente che presenta questo passaggio biblico mostra che ostacola i più piccoli e chi è portatore di vita. La folla funge da specchio.
Non è positiva, infatti suscita avversione. Non fa crescere la vita anzi la imbriglia, la ostacola, vederla la infastidisce. Da questa massa narcisistica, non può arrivare altro che violenza, quella che René Girard chiama la violenza mimetica. È la violenza generata dallo scontro di tutti gli elementi che hanno la stessa carica elettrica e che fa esplodere la violenza di massa.
[…] Gesù non strumentalizza la massa. In verità non ci fa nemmeno caso: la tratta con indifferenza. L’estensore del bromo biblico non precisa che Gesù osserva la folla, ancor meno che si avvicina ad essa. Però « trattare con indifferenza» non è certamente definire l’attitudine di Gesù.
Non gettando nemmeno uno sguardo su di essa, Gesù evita di diventare come lo specchio che rimanda alla folla il suo stesso odio, cosa che non farebbe che aggravare la situazione.
Mi sembra che Gesù dia prova di umiltà, come lo farà dinanzi al popolo che si è radunato attorno alla donna presa in flagrante delitto di adulterio: abbassando il viso per scrivere sulla terra.
Gesù evita di affrontarli evitando di rinviare loro con il suo sguardo le espressioni dei volti attraversati da quella violenza alla quale lui deve far fronte. Gesù lascia quindi la massa al suo stesso giudizio, alla sua propria condanna.
Testo originale: Quand la foule moleste la vie