Negli Stati Uniti le chiese evangelicali lottano per imporre una nuova apartheid alle persone omosessuali

Non potete trovare nessuno che sia più cristiano dei miei genitori. Sono stati dei praticanti per tutta la vita, hanno cantato nel coro per oltre 50 anni e hanno usato la fede per sanare le loro vite e legarle alla loro comunità.
A differenza di “Diritto di religione”, così popolare su FOX News e in molti angoli della strada, loro non usano la fede come arma.
Avendo avuto la nostra relazione sotto gli occhi per 22 anni, non capiscono il vetriolo dei portavoce “cristiani” anti-gay.
Così, ogni volta che vedono un attivista “cristiano” anti-gay denunciare gli omosessuali in TV, la prima cosa che dicono è: “Sono contento che gente così non frequenti la nostra chiesa”.
Qualunque sia la chiesa che frequenta, a questa gente vengono insegnati l’odio e la paura, non l’amore cristiano con qui sono cresciuto.
Queste persone odiano e temono gli omosessuali allo stesso tempo. Li odiano perché i gay sembrano dire: “Al diavolo le vostre credenze religiose e, sì, la mia relazione è valida quanto il vostro matrimonio, ecco”.
E li temono perché rimuovere il marchio dall’omosessualità li deruba dell’autorità e degli strumenti per la raccolta fondi, per non parlare del fatto che “i bambini” potrebbero crescere pensando che sia giusto essere gay e che forse un giorno finiranno con l’avere uno strano genitale in bocca. “O cielo, non questo!”.
Dopo il fallimento dell’uguaglianza matrimoniale nel Maine, David Mixner, un attivista storico ed ex “Amico di Bill” Clinton, disse:
“L’America sta creando un sistema di Apartheid dei gay. Dappertutto, questa nazione sta creando una serie di leggi per gli Americani LGBT e un’altra serie per tutti gli altri Americani.
Questa è la classica definizione di Apartheid. I nostri alleati politici sono o a favore o contro questo apartheid dei gay. Non ci sono mezze misure per combattere l’apartheid…”
Proprio come è ingiusto definire tutto un “olocausto”, come l’Olocausto, non c’è un vero e proprio “apartheid”, come l’Apartheid sudafricano. Ma Mixner dice una cosa importante.
C’è davvero una moltitudine di fanatici rabbiosi, solitamente “cristiani” orientati al fanatismo religioso o da una pura ostilità che stanno facendo del loro peggio per assicurarsi che gli omosessuali rimangano cittadini di serie B a tutti i costi, creando così una struttura sociale che cerca disperatamente di far stare i gay al loro posto – in silenzio, obbedienti, celibi, nascosti o in prigione.
E ci sono davvero delle leggi diverse per gli omosessuali e per gli altri Americani. Quando qualcuno mi chiede se sono sposato, mi sento quasi di rispondere con una presentazione Power Point: “OK, nella città di New York abbiamo un partenariato domestico, ovvero io posso visitarlo in prigione.
Mentre nel New Jersey siamo uniti civilmente, così posso dire: “Ciao, sono Jim e questi è la mia unità civile, THX1138-655321”.
Ma negli stati di Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire e Iowa siamo sposati legalmente, ma quando usciamo fuori da questi stati, il nostro matrimonio svanisce come il segnale di ricezione di un cellulare”.
Ogni volta che c’è anche il più piccolo tentativo di riparare ai torti della discriminazione, del bullismo scolastico o di inserire il problema sociale riguardante la disuguaglianza omosessuale, questi fascisti cristiani si avventano come i pirati somali appostati nel Mediterraneo, armati solitamente di bugie basate sulla bigotteria biblica.
Ignorando che lo stesso Gesù Cristo non disse nulla sull’omosessualità, invocano l’Onnipotente per giustificare il loro odio, dando per scontato che la gente sia troppo stupida da non notare le falle nella loro logica.
Sì, è odio, non c’è altro modo di descriverlo. La presidentessa dell’Organizzazione Nazionale per il Matrimonio s’irrita quando “le persone che sostengono il “matrimonio tradizionale” vengono chiamate ‘odiatori’”.
Considerando il fatto che questi si oppongono ad ogni forma di uguaglianza omosessuale, usano ripetutamente un linguaggio spregiativo e mentono nel descrivere i gay, senza avere neanche una dannata cosa positiva da dire nei nostri confronti, questo per me è odio.
Tutto questo non ha fine. Un attivista “cristiano” ha detto in riferimento ai poveri gay patetici che cercano l’uguaglianza: “Mi ricordano dei bambini viziati travestiti che giocano nella casetta giocattolo e che si rifiutano di rientrare in casa quando la mamma li chiama per la cena”.
Un chierico musulmano ha richiesto l’esecuzione degli omosessuali. Un cantante reggae giamaicano canta l’uccisione di gay. Durante un programma radiofonico, degli studenti scherzavano dicendo che avrebbero picchiato i gay e li imitavano usando le voci blese anni ’50.
Un Rabbi ortodosso ha dichiarato che avrebbe preferito cedere Israele nelle mani degli Arabi piuttosto che concedere l’uguaglianza agli omosessuali. Oy! Ora, questo è odio. News Flash, Rabbi: col tempo i diritti arriveranno, perciò preparati ad essere verklempt.
È inutile creare delle etichette – i soliti sospetti possono essere facilmente identificati digitando su Google “Anti-Gay” e “wingnut” (termine spregiativo americano).
Ma, nonostante i loro livelli di fama, successo o la loro acconciatura telegenica, sono praticamente uguali al clan “Dio odia gli omosessuali” di Fred Phelps (estremista evangelicale platealmente anti gay), solo con una grammatica migliore e un guardaroba più carino.
Immaginano innumerevoli tesi indimostrabili per quanto riguarda il perché i gay siano un male per la società, perché non dovrebbero avere figli, perché la loro relazione non dovrebbe essere legalizzata, perché non sono un esempio positivo per nessuno, ecc.
Tutti questi argomenti non stanno in piedi e tormentano le paure dello stupido. Se gli omosessuali fossero davvero i predatori malati con cui gli altri ci vedono, non avremmo neanche tempo di scrivere musical, decorare o festeggiare per tutta la notte.
Ma, per ora, hanno avuto successo nel creare un Apartheid. Oltre alla disuguaglianza nello stato relazionale, nell’occupazione, nell’abitazione, nell’assicurazione sanitaria, nei diritti ereditari e così via, i gay devono anche sopportare la disuguaglianza tacita che rivela loro che, al minimo segno pubblico di affetto, farebbero meglio ad essere pronti ad affrontare le conseguenze.
Solo qualche giorno fa, un tassista di Manhattan fece scendere una coppia gay solo per essersi seduti troppo vicini nel sedile posteriore. In segno di protesta, raccomando agli omosessuali di spruzzare di profumo i tassisti puzzolenti.
A proposito del passaggio del Matthew Shepard Act, il quale aggiunge la comunità LGBT alla lista di protezione contro i crimini d’odio, il “reverendo” Pat Robertson ha detto: “Il cappio si sta stringendo attorno al collo dei cristiani”.
Teme che ai predicatori venga impedito di predicare l’odio dal pulpito. Non lo faranno, ma se lo facessero sentirebbero un cappio che li stringe e, se ciò bastasse a zittirli, fantastico.
Dalle votazioni effettuate nel Maine risulta chiaro che si deve ancora lavorare per convincere la maggioranza che l’uguaglianza matrimoniale è una cosa positiva. Non ho alcun dubbio che sarà fatto. Potrà volerci una generazione – con la scomparsa dei fanatici anti-gay – ma sarà fatto.
La storia è dalla nostra parte e non c’è nulla che i fanatici possano fare a proposito. Ma, nel frattempo, stanno facendo del loro peggio per promuovere l’Apartheid omosessuale, perché odiano e temono.
Un giorno questo Apartheid non esisterà più. Se ci fossero più cristiani come i miei genitori, sarebbe tutto molto più facile.
The New Gay Apartheid