Alla scoperta del Gay Center di Roma
Il Gay Center è una realtà molto importante, nonché un punto di riferimento per la comunità queer romana. Ma il centro non opera solo nella capitale: uno dei servizi erogati infatti, a cui arrivano chiamate da tutto il territorio, è la Gay Help Line. A parlarci del Gay Center c’è Alessandra Rossi, che della Gay Help Line è la coordinatrice.
Da quando esiste il Gay Center e quali sono i suoi campi di azione?
Il Gay Center è una associazione di promozione sociale ed esiste dal 2005: è la casa di più associazioni, ovvero Arcigay Roma, Differenza Lesbica Roma Arci e Azione Trans. La caratteristica di Gay Center è aver strutturato la sua storia sul supporto diretto alle persone LGBTQIA+ che fanno esperienza di discriminazione o odio omotransfobico, ma è anche uno spazio di orientamento sociale, cultura e socializzazione per tutte le persone e le soggettività LGBTQIA+ a Roma e le loro alleate.
Il progetto intorno al quale Gay Center ha impostato la sua missione è la Gay Help Line, contact center nazionale anti omotransfobia, che risponde al numero verde 800713713, che nel 2025 compirà 20 anni di attività ed è oggi sostenuto dal Comune di Roma, dall’ufficio nazionale antidiscriminazioni Razziali, da chiesa Buddista, Valdese e privati.
La realtà è stata fondata da diversi gruppi (Arcigay, Differenza Lesbica, Azione Trans, NPS). Come funziona la tua sinergia?
La nostra realtà trae forza dalla sinergia tra gli ambiti statutari di ogni associazione: Arcigay ha un ruolo storico e un merito diretto nella creazione di questo centro, così come nelle lotte per i diritti LGBTQIA+ a Roma, che si legano alla storia del Pride ma anche alla giornata del 17 maggio – giornata internazionale contro l’omotransfobia. Differenza Lesbica è un’associazione Arci e si impegna in progetti di contrasto alla violenza sulle donne e soggettività femminili, di decostruzione degli stereotipi di genere, supporto alle persone che hanno esperito violenza nella relazione intima infragenere. Azione Trans promuove attraverso gruppi di mutuo soccorso e progetti di ricerca sociale, messaggi di empowerment per la comunità trans* e non binaria nell’intestazione con altri fattori di marginalizzazione sociale.
Quali sono i servizi più richiesti?
Gay Help Line riceve ogni anno 21.000 contatti e molte delle richieste per cui attiviamo i nostri servizi di supporto riguardano adolescenti e giovani che subiscono bullismo e violenza in seguito al coming out. Per loro attiviamo percorsi di tutela legale in caso di veri e propri maltrattamenti subiti in famiglia, ma anche interventi di counseling affermativo, per rinforzare e riconoscere la loro identità sessuale in maniera positiva. Sono molte anche le richieste delle scuole per attivare percorsi di educazione contro il bullismo.
Altro ambito di azione molto utilizzato è il supporto e la mediazione sociale per le persone su cui discriminazione e violenza comportano minori possibilità economiche: ad esempio il diritto ad avere una casa, quello a trovare lavoro in linea con le proprie aspettative senza temere esclusioni alla rivelazione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
Operare in collaborazione con realtà istituzionali. Sostieni anche economicamente?
Le realtà con cui collaboriamo sono il Comune di Roma, che 20 anni fa credette per primo nell’importanza di dare una risposta istituzionale all’esercizio della violenza omofoba: l’occasione fu l’uccisione brutale di un ragazzo, Paolo Seganti, al Parco delle Valli a Roma, dove venne aggredito per il suo orientamento sessuale.
In seguito l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali nel 2021 ha attivato una linea di finanziamento per centri antidiscriminazione e case rifugio per ragazzi vittime di omotransfobia. Il nostro progetto Refuge LGBT+ esisteva già: Gay Center è stata infatti la prima realtà ad aprire una casa-famiglia, comprendendo l’importanza di dare un luogo sicuro a ragazzi cui capita di essere allontanati dalle famiglie ed emarginati in seguito al coming out.
Nell’ambito della Gay Help Line è stato importante attivare protocolli di collaborazione con il sistema delle tutele legali dalla violenza: per questo abbiamo una collaborazione con Oscad, Osservatorio contro gli atti discriminatori delle forze di polizia. I protocolli riguardano anche la salute sessuale: collaboriamo con aziende ospedaliere come l’istituto Lazzaro Spallanzani e IFO San Gallicano per assicurare test e visite per le infezioni sessualmente trasmesse.
In tema sociale e educativo è fondamentale l’interlocuzione con gli Istituti di scuola secondaria per svolgere progetti di educazione all’affettività e alle relazioni, mentre collaboriamo con servizi sociali territoriali nell’ambito del Segretariato sociale del comune di Roma.
Com’è cambiata la situazione delle persone LGBTQ negli anni?
Dal mio primo turno di risposta alla Gay Help Line è cambiata la consapevolezza con cui molte persone utilizzano i servizi per chiedere supporto: grazie al lavoro fatto sul campo, molte persone ci identificano come uno spazio sicuro e un luogo dove rivendicare il proprio diritto a mostrarsi senza avere conseguenze negative per le proprie relazioni di vita. Essere spazi affermativi e visibili ci aiuta a fare un lavoro culturale di valorizzazione delle differenze individuali e di contrasto ai pregiudizi. Purtroppo però le percentuali delle violenze e discriminazioni non sono scese, anzi.
Il 2024 si ricorderà come l’anno in cui le aggressioni in luogo pubblico a Roma sono aumentate del 5% e molti sono ancora i ragazzi giovani che fanno richiesta di ingresso nei progetti di accoglienza: più di 400 richieste a fronte di 8 posti al Refuge e 3 al nuovo progetto Refuge Cohousing che abbiamo aperto proprio lo scorso anno, grazie a una assegnazione da parte del Municipio I di Roma di un bene confiscato alla mafia.
Soprattutto negli ultimi mesi ci sono state molte decisioni politiche e spesso azioni simboliche a livello internazionale che hanno segnato un passo indietro sulla strada dei diritti di uguaglianza: credo occorra attivarsi tuttə per testimoniare l’importanza di tutelare la dignità di ogni persona.
È quello che fa il Gay Center. Ed è quello che possiamo e dobbiamo fare anche noi nel nostro piccolo perché il mare è fatto di gocce e, come dicevano i latini “gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo” (La goccia perfora la pietra non con la forza ma col cadere spesso)
Ringraziamo Alessandra per il suo contributo, ricordando che noi tutti possiamo essere, semplicemente non avendo paura di chi siamo, la goccia che consuma la roccia dell’intolleranza.