Quale “rivoluzione” si nasconde nelle pagine della “Bibbia queer”?

Dialogo di Katya Parente con Robert E. Shore-Goss
Da anni si è ormai consolidato, in ambito accademico, il filone dei cosiddetti “queer studies”: un approccio rigoroso e scientifico al mondo LGBTQ+ e alle sue mille sfaccettature. Anche in ambito teologico si riscontra, dopo un’iniziale ritrosia, l’apertura ad una prospettiva rainbow alla Sacra Scrittura.
Nel panorama delle pubblicazioni religiose di siffatto genere mi piace segnalare “Bibbia Queer. Un commentario. Edizione italiana a cura di Gianluca Montaldi”, una raccolta di saggi il cui fulcro è una nuova lettura del testo sacro, per certi versi inconsueta e sempre ricca di nuovi spunti di riflessione. Ospite di oggi è Robert E. Shore-Goss, uno dei curatori dell’edizione originale della “Bibbia queer”.
Com’è nata l’idea di pubblicare un testo come questo?
L’idea della prima edizione di “The Queer Bible Commentary (Bibbia Queer. Un commentario”) è nata quando, nel 2004, Deryn Guest (UK) ha avvicinato la dottoressa Mona West della SCM Press (SCM Press è un editore britannico di teologia) e il sottoscritto. Ci sono voluti diversi anni per mettere insieme studiosi LGBTQ+ di scienze bibliche, teologiche e pastorali delle principali denominazioni protestanti che leggessero i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento da una prospettiva queer.
È stato un tentativo di distogliere il discorso da particolari “testi del terrore” (Gen. 19, Giudici 19, Lev. 18:22 7 e 20:13, 1Cor. 6:9, Rom. 1:24-26, 1 Tim. 1:10), mal interpretati e fraintesi per sostenere discriminazioni e politiche anti-queer. Il volume è stato pubblicato nel 2006, ed è diventato un emblema del fatto che parecchi cultori LGBTQ+ di studi biblici abbiano fatto in modo che il Libro non fosse più una giustificazione.
Come è stata accolta l’edizione nei vari ambienti religiosi, cristiani e non?
La prima edizione di “The Queer Bible Commentary” è stata accolta positivamente nelle Chiese progressiste e in quelle LGBTQ+ friendly. È stata acquistata da chiese, pastori e librerie. È stata usata per studi biblici, per preparare sermoni e anche per discussioni di gruppo.
Nel 2007, l’inglese SCM Press l’ha nominata l’opera teologica numero uno degli ultimi 50 anni. Spesso, nei loro uffici, i pastori tengono in bella vista la prima edizione della “Bibbia queer” per mostrare che le persone LGBTQ+ sono le benvenute. Il libro sta anche aiutando parecchio i cristiani LGBTQ+ nelle nazioni in via di sviluppo dell’emisfero meridionale.
Mi piace pensare che in più di quarant’anni un certo numero di biblisti, teologi e pastori LGBTQ+ hanno posto le fondamenta di una Stonewall biblica che allontani la Bibbia dalla retorica dell’odio e dell’esclusione. Viene utilizzato nella didattica dei principali seminari e istituti religiosi delle singole confessioni e in quelli multiconfessionali. Gli studi culturali queer sono diventati disciplina accademico in centinaia di università negli Stati Uniti, in Europa, in Australia, in Africa, in Sud America e in Asia. La prima edizione è persino stata tradotta in coreano.
Nel 2019 la SCM Press ha chiesto a Mona West e al sottoscritto una seconda edizione de “Bibbia queer. Un commentario”. È successo durante la pandemia, con la sfida della perdita dei collaboratori a causa del COVID e del loro conseguente rimpiazzo.
Alla fine, nell’ottobre del 2022 è uscita la seconda edizione; era più diversificata e si basava sulla critica postcoloniale e delle visioni tradizionali che la facevano da padrone nell’ambito degli studi biblici. Devo dire che, come curatore, la diversificazione per me non era sufficiente.
Se ci fosse una terza edizione, mi piacerebbe che la maggior parte dei collaboratori venissero dall’emisfero meridionale, dove nel 2050 a livello globale risiederà la maggior parte dei cristiani e il cambiamento climatico si radicalizzerà.
In che direzione sta andando l’ermeneutica biblica?
L’ermeneutica biblica si è espressa in numerose forme: dalla femminista, alla contestuale, da quella postcoloniale e dagli studi queer, alla critica letteraria e storica. Esistono diversi gruppi LGBTQ+ nella “Society of Biblical Literature and American Academy of Religion” e vari progetti , anche sinergici, per ‘sottrarre’ la Bibbia a confessioni cristiane conservatrici e fondamentaliste.
Molte chiese stanno ordinando del clero LGBTQ+ e benedicono i matrimoni omosessuali. Nelle comunità cristiane si accolgono le famiglie LGBTQ+; le si aiuta anche nel loro impegno per una pratica cristiana sempre migliore.
Di certo i detrattori vi avranno già fatto notare che, nello spazio dato alla molteplicità di approcci e confessioni all’interno del volume, potrebbe esserci il rischio di una visione troppo libertaria o persino caotica del testo biblico. Come rispondergli?
Vorrei sfidare la premessa di cui sopra alla molteplicità di approcci al testo biblico. Le confessioni fondamentaliste che riducono, o annullano, le molteplici interpretazioni di un particolare testo. Il fatto che ci siano numerose interpretazioni dei testi, riflette il fatto che la Bibbia è un insieme di libri scritti nell’ambito di culture diverse, con un ventaglio di letture e molteplici intendimenti.
La forza sta nel fatto che molti testi, se letti nel modo “giusto” decostruiscono la misoginia e l’eterocentrismo – paraocchi per l’interpretazione e la giustificazione dello status quo. Gesù non era un fondamentalista, usava storie, metafore e simboli per comunicare il suo messaggio. Per come la vedo io, credo che questo metodo d’insegnamento e il suo modo di fare le cose fosse piuttosto queer. Lo Spirito Santo è un agitatore che opera al di fuori dell’ortodossia. Lo Spirito Santo e Dio sono più grandi delle Chiese cristiane.
Nella prefazione alla seconda edizione, Miguel de la Torre afferma che “leggere la Bibbia dai margini significa aggrapparsi a Dio in mezzo alla lotta e all’oppressione. Per cui, una lettura siffatta tenta di capire perché il popolo di Dio si trovi a combattere per sopravvivere in una società che sembra privilegiare un gruppo di persone a spese degli altri. (De la Torre 2002: loc. 170)
La diversità di voci all’interno del testo e i vari contributi sono una forza. È fallace presumere una singola, ed univoca, interpretazione di ogni testo. La ricchezza e la profondità delle numerose interpretazioni ermeneutiche impediscono un’unica ed autoritaria interpretazione. Di fatto, quella eteronormativa e cisgender, è quella privilegiata e il controllo della Bibbia sostiene certe ideologie culturali di un nazionalismo, razzismo, misoginia, omofobia, transfobia e patriarcato “cristiani”.
Come ex gesuita e uomo di Chiesa, qual è il suo giudizio sulle benedizioni delle coppie irregolari, gay compresi, che il Papa ha recentemente approvato? A che punto sono le altre Chiese?
Le maggiori confessioni protestanti degli USA e di altri paesi officiano già matrimoni religiosi per coppie dello stesso sesso. Ordinare persone LGBTQ+ agli ordini sacri è una cosa normale, ma c’è una certa spinta culturale derivante dall’emergere del nazionalismo cristiano evangelico bianco che ha come obiettivo persone e bambini LGTBQ+, vietare i libri, proibire l’insegnamento di studi afroamericani non censurati che mettano in luce l’effettiva portata della schiavitù.
Credo che il fatto che papa Francesco abbia permesso la benedizione delle coppie omosessuali sia provocatorio per la Chiesa cattolica statunitense e di altri Paesi. Comunque, il numero di preti, vescovi e cardinali gay e non dichiarati, rimane un’alta percentuale della “casta” clericale della Chiesa cattolica.
Papa Francesco, a livello pastorale, sta facendo un primo passo nella giusta direzione e il suo tentativo di permettere ai laici di entrare nel processo sinodale potrebbe essere molto rivoluzionario nel “declercizzare” la Chiesa. I cambiamenti catastrofici del clima nel futuro destabilizzeranno molte Chiese e sospetto che, nell’emisfero meridionale, grazie al soffio dello Spirito Santo, si svilupperà la parte più rivoluzionaria del mondo cattolico.
Se le previsioni di Robert E. Shore-Goss si avverranno, il cristianesimo smetterà di essere eteronormativo, patriarcale e di stampo prettamente occidentale: una rivoluzione di cui “Bibbia Queer. Un commentario” potrebbe essere anticipazione e chiave di lettura.