La benedizione dà forza all’amore. Benedizioni per coppie che si amano
Sussidio per operatori pastorali redatto dalla Conferenza congiunta della Conferenza Episcopale Tedesca e del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK), pubblicato il 4 aprile 2025. Liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata.
«La Chiesa vuole annunciare, con le parole e con i fatti, il messaggio della dignità di ogni persona donata da Dio. Questo messaggio guida il suo atteggiamento verso le persone e le loro relazioni.
Per questo essa riconosce e accompagna quelle coppie che sono unite nell’amore, che si trattano con pieno rispetto e dignità, e che sono pronte a vivere la loro sessualità con attenzione verso sé stesse, l’altro e con responsabilità sociale.
Alcune coppie chiedono una benedizione per la loro relazione. In questa richiesta si esprimono gratitudine per l’amore vissuto e speranza in un futuro accompagnato da Dio»¹.
A partire da questo desiderio, l’Assemblea sinodale del Cammino Sinodale, insieme alla Conferenza Episcopale Tedesca e al Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK), ha raccomandato di rendere possibili celebrazioni di benedizione per le coppie che non intendono contrarre matrimonio sacramentale o che non possono accedervi.
Il tema delle benedizioni per le coppie è oggetto di riflessione nella Chiesa cattolica in Germania da molto tempo. Coppie non sposate in Chiesa, persone divorziate e risposate, così come coppie appartenenti alla piena varietà degli orientamenti sessuali e delle identità di genere, sono parte integrante della nostra società.
Molte di queste coppie desiderano una benedizione per la loro relazione². Questa richiesta è espressione di riconoscenza per l’amore vissuto e del desiderio di plasmare tale amore alla luce della fede. Finora non esisteva alcun sussidio generale su come gli operatori pastorali potessero rispondere in modo adeguato a questa richiesta.
Per questo l’Assemblea sinodale ha previsto che la Conferenza Episcopale Tedesca e il ZdK presentassero al più presto delle proposte condivise sulle condizioni e la forma delle benedizioni. Il presente sussidio risponde a questo incarico.
Nel frattempo, le condizioni a livello ecclesiale universale sono cambiate in modo significativo: il 18 dicembre 2023 il Dicastero per la Dottrina della Fede, con l’approvazione del Papa, ha pubblicato la dichiarazione Fiducia supplicans – Sul significato pastorale delle benedizioni (FS). In essa si prende esplicitamente distanza dal precedente rifiuto categorico delle benedizioni per coppie che non possono accedere al matrimonio sacramentale³.
La Fiducia supplicans intende promuovere l’approccio pastorale del pontificato di Papa Francesco, proponendo «una coerenza tra aspetti dottrinali e pastorali» (FS 3).
La dichiarazione invita anche a riflettere più profondamente e con maggiore apprezzamento sul significato delle benedizioni. Le benedizioni, infatti, «ci invitano a cogliere la presenza di Dio in ogni evento della vita e ricordano che l’essere umano, nell’uso delle cose create, è chiamato a cercare Dio, ad amarlo e a servirlo fedelmente» (FS 8).
Con Papa Francesco, la Fiducia supplicans ricorda che, prima di ogni singola benedizione, è Gesù Cristo stesso il «grande dono di Dio, una benedizione per tutta l’umanità, una benedizione che ci ha salvati» (FS 1).
Chiedere una benedizione significa dunque ringraziare e lodare la bontà e la grandezza di Dio, i suoi doni, il dono della vita e dell’amore (cfr. FS 10.15.29). «La richiesta di una benedizione esprime apertura alla trascendenza, devozione, vicinanza a Dio nelle più diverse circostanze della vita, e le alimenta: questo non è affatto poco nel mondo in cui viviamo. È un seme dello Spirito Santo che va coltivato, non ostacolato» (FS 33).
In modo molto simile, anche il testo del Cammino Sinodale afferma che nella richiesta di una benedizione da parte delle coppie si manifesta «il desiderio delle persone di vivere la loro relazione nell’orizzonte di Dio e ispirandosi alla Buona Notizia. Fortificate dalla benedizione, queste coppie rendono feconda la loro fede cristiana e la loro relazione con Dio nella loro unione, nelle famiglie, tra amici e nelle comunità, seminando benedizione nella e per la nostra Chiesa» (SW 20, n. 21).
In una cultura come la nostra, dove la dignità umana, l’uguaglianza e l’autodeterminazione sono beni fondamentali, e dove vi è grande accoglienza verso le relazioni d’amore vissute con responsabilità, la visione proposta dalla Fiducia supplicans acquista ancora più significato: tutto ciò che in queste relazioni e in queste vite comuni è «vero, buono e umanamente valido» è «arricchito, guarito ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo» (FS 31).
Infatti, ogni volta che una persona chiede una benedizione, esprime il desiderio di vivere con maggiore fedeltà i valori del Vangelo (cfr. FS 40). «Questa richiesta deve essere sempre accolta con apprezzamento, accompagnata e accolta con gratitudine» (FS 21).
Le benedizioni, come espressione di fede, arricchiscono la vita della Chiesa e approfondiscono la comprensione del rapporto tra Dio e l’essere umano. Esse diventano «una risorsa pastorale da valorizzare» (FS 23).
Indicazioni per la prassi pastorale:
- Secondo quanto deciso dal Cammino Sinodale, possono impartire la benedizione sia i ministri ordinati che coloro che sono stati incaricati dal vescovo per la celebrazione dei riti (SW 20, n. 7).
- La Fiducia supplicans affida la modalità della benedizione all’esperienza, alla prudenza pastorale e alla sensibilità spirituale della persona che benedice (FS 35 e 41). A tutte le persone che chiedono la benedizione va riservato un atteggiamento di stima.
- La dichiarazione afferma esplicitamente che per chiedere o ricevere la benedizione non è richiesta alcuna condizione ulteriore, se non la fiducia comune nel sostegno di Dio (cfr. FS 12 e 25).
- Gli operatori pastorali che non se la sentono di benedire o hanno dubbi in coscienza possono indirizzare la coppia verso persone di supporto (es. incaricati per la pastorale queer, la pastorale familiare o matrimoniale della diocesi).
- Devono essere offerti corsi di formazione specifici per operatori pastorali.
- Come previsto, si raccoglieranno e valuteranno le esperienze legate alle benedizioni di coppie che si amano (cfr. SW 20, n. 10).
- Le benedizioni possono e devono essere caratterizzate da maggiore spontaneità e libertà, in base alla situazione concreta delle persone. Per questo motivo non sono previste liturgie o preghiere approvate ufficialmente.
- È importante che la benedizione non venga confusa con il sacramento del matrimonio.
- La benedizione rappresenta simbolicamente un evento tra Dio e le persone. Deve essere chiaro che le persone chiedono la benedizione di Dio per la loro relazione, una benedizione che viene loro offerta con affidabilità.
- Benedire è anche agire ecclesiale: la Chiesa si pone al servizio dell’incontro tra Dio e l’essere umano. Prende sul serio il desiderio della coppia di camminare nella vita sotto lo sguardo benedicente di Dio, e riconosce in tale richiesta la speranza di un legame con Dio capace di sostenere la vita.
- Per incoraggiare la coppia in questa speranza, tutte le persone coinvolte nella benedizione sono invitate a partecipare attivamente con acclamazioni, preghiere e canti.
- La benedizione richiede una preparazione condivisa che tenga conto delle richieste e dei desideri della coppia, curando il contesto e la forma con senso teologico.
- Lo stile della celebrazione, il luogo, l’estetica complessiva (compresi musica e canto) devono esprimere il valore delle persone che chiedono la benedizione, la loro relazione e la loro fede.
- La proclamazione di testi biblici adeguati alla situazione serve a manifestare il legame tra l’azione salvifica di Dio e la benedizione. Questi testi possono anche essere spiegati.
La preghiera di benedizione si rivolge al Dio testimoniato dalla Bibbia, ricordando con lode e gratitudine la sua storia d’amore con l’umanità e il creato. A questo segue la preghiera di benedizione per la coppia, che si conclude con un rendimento di lode a Dio.
Chi riceve la benedizione di Dio cammina sotto il suo sguardo d’amore: la Sacra Scrittura ne è convinta (cfr. Numeri 6,24 ss.). Essere benedetti da Dio significa percorrere il cammino della vita sotto il suo sguardo amorevole.
Questo cammino non lo percorriamo e non dobbiamo percorrerlo da soli. Lo condividiamo con le persone che Dio ci affianca, circondati e sostenuti dalla grande comunione dei credenti di ogni tempo.
¹ Tratto dalla delibera dell’Assemblea sinodale del 10 marzo 2023: “Testo operativo sulle celebrazioni di benedizione per le coppie che si amano”, in: Il Cammino Sinodale, 20. Decisioni del Cammino Sinodale della Chiesa cattolica in Germania, a cura della Segreteria del Cammino Sinodale (Bonn 2023), p. 283 (intero testo pp. 283–290, citato come SW 20).
² «Nella prassi pastorale si riscontra con frequenza che coppie omosessuali chiedono la benedizione per la loro relazione. Lo stesso accade per coppie risposate civilmente, che desiderano un nuovo inizio. Lo chiedono anche coppie che non si sentono ancora pronte per il matrimonio sacramentale, magari perché solo uno dei due è credente o vicino alla Chiesa. Sempre più spesso, anche coppie non battezzate chiedono una benedizione» (SW 20, n. 13).
³ Cfr. il Responsum ad dubium della Congregazione per la Dottrina della Fede del 22 febbraio 2021 (AAS 113 [2021], pp. 431–434).
Testo originale: Segen gibt der Liebe Kraft