Le idee di Trump sul sesso biologico ignorano una realtà più complessa
Riflessioni del gesuita James F. Keenan* ubblicate sul sito di Outreach (USA) il 19 marzo 2025, liberamente tradotte da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata.
Il 19 febbraio scorso Robert F. Kennedy Jr., segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi alla Persona, ha pubblicato una “guida” di due pagine intitolata Defining Sex (Definire il sesso).
La guida fa seguito all’ordine esecutivo del presidente Donald Trump Defending Women from Gender Ideology Extremism and Restoring Biological Truth to the Federal Government (Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità della biologia nel Governo Federale) del 20 gennaio 2025.
Insieme ad altri venticinque ordini esecutivi che il presidente Trump ha firmato il giorno dell’inaugurazione del suo secondo mandato presidenziale, questo decreto ha mantenuto la promessa fatta da Trump nel giugno 2023 di proteggere le donne da, come sostiene il documento «modalità imposte socialmente che consentono agli uomini di auto-identificarsi come donne e di accedere ad attività e spazi riservati a persone dello stesso sesso e pensati per le donne, dai rifugi per gli abusi domestici alle docce per le donne sul posto di lavoro».
Il documento di Kennedy stabilisce le linee guida per l’identificazione del sesso. Quando il segretario lo ha presentato, ha dichiarato: «Questa amministrazione sta riportando il buon senso e ripristinando la verità della biologia nel governo federale. La politica della precedente amministrazione, che cercava di inserire l’ideologia di genere in ogni aspetto della vita pubblica, è finita».
È interessante notare che, a parte il riferimento a una precedente disposizione esecutiva, la parola “genere” non compare. Piuttosto, Kennedy definisce il sesso con un’affermazione chiara e netta: «Ci sono solo due sessi, femminile e maschile, perché ci sono solo due tipi di gameti. Un individuo umano è femmina o maschio a seconda che appartenga al sesso caratterizzato da un sistema riproduttivo con la funzione biologica di produrre ovociti o spermatozoi».
La guida afferma inoltre: «Avere la funzione biologica di produrre ovociti o spermatozoi non richiede necessariamente che gli ovociti o gli spermatozoi vengano effettivamente prodotti».
Infine, aggiunge: «Il sesso di una persona è immutabile e determinato dalla biologia in modo oggettivo e definito. L’uso di ormoni o gli interventi chirurgici non cambiano il sesso di una persona perché tali azioni non modificano il tipo di gameti che il sistema riproduttivo della persona ha la funzione biologica di produrre. Le rare condizioni in cui ci sono delle anomalie dello sviluppo sessuale non costituiscono un terzo sesso perché queste condizioni anomale non portano alla produzione di un terzo tipo di gamete».
Ma il sesso di una persona è sempre determinato dalla “biologia in modo oggettivo”, come sostiene la guida?
La realtà delle persone intersessuali
A questo punto vi propongo di soffermarci sulla categoria delle persone intersessuali. Più avanti parlerò della comunità transgender, molto più ampia e conosciuta. Ma qui voglio giudicare la guida utilizzando i suoi stessi termini e sostenere che, di fatto, se consideriamo le persone intersessuali, la biologia non indica il sesso di una persona.
Inoltre, non si può nemmeno rispondere alla domanda se la categoria binaria dei due sessi sia utile per definire sufficientemente bene tutta l’umanità. Questo non significa necessariamente che esistano tre sessi, ma solo che insistere sull’uno o sull’altro non è di per sé sufficiente per comprendere le persone intersessuali.
Infatti, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite inizia la sua pagina sulle persone intersessuali proprio con questa constatazione: «Le persone intersessuali nascono con caratteristiche sessuali (come l’anatomia sessuale, gli organi riproduttivi, i modelli ormonali e/o cromosomici) che non si adattano alle tipiche nozioni binarie di corpo maschile o femminile».
Piuttosto che immaginare o sostenere che le due categorie siano sufficienti, altri gruppi come l’American Academy of Pediatrics cercano di fornire una serie di termini e categorie che possano aiutare le persone, le loro famiglie e i medici a comprendere e rispondere ai diversi modi in cui l’identità sessuale di ciascuno può e deve essere compreso.
In breve, poiché le categorie binarie non sono sufficienti a comprendere tutta la complessità della realtà umana, non possiamo semplicemente evitare questa discussione, ma abbiamo bisogno di altri indicatori per aiutarci a capire chi siamo. Ecco perché l’American Academy of Pediatrics fornisce categorie diverse per aiutarci a capire meglio.
In effetti, nella misura in cui la stessa guida del Dipartimento della Salute e dei Servizi alla Persona riconosce la presenza di “rare anomalie”, sostiene in effetti che queste “rare anomalie” non costituiscono “un terzo sesso”.
Nonostante ciò, chi vive in una di queste condizioni non rientra comunque nelle categorie binarie. Tuttavia, utilizzando il termine limitante “raro”, la guida sembra cercare di sminuire la rilevanza della categoria. Guardando i numeri, ci renderemo conto che questa affermazione non convince.
Uno sguardo ai numeri
Se si cercano i numeri di questa “rara anomalia”, si trova spesso la cifra dell’1,7% della popolazione mondiale (pari a 8.210.000.000 di persone). Ciò corrisponde quindi a circa 140 milioni di persone intersessuali. Tuttavia, questa valutazione di Anne Fausto-Sterling del 2000 ha stimolato uno studio successivo, realizzato da Leonard Sax nel 2002, che ha indicato una definizione drasticamente più ristretta della condizione intersex e ha affermato che: «La vera prevalenza dell’intersessualità è dello 0,018% circa, quasi 100 volte inferiore alla stima dello studio di Fausto-Sterling dell’1,7%».
Gli studi successivi non hanno mai ottenuto percentuali così alte come quelle di Fausto-Sterling né così basse come quelle di Sax.
Sebbene nessuno ritenga accettabile la cifra così bassa di Sax, quella stima darebbe comunque un numero di 1.477.000 persone intersessuali, un numero di persone che, anche se è solo una piccola parte della popolazione mondiale, non può essere liquidato come non meritevole di attenzione.
Studi successivi condotti in diverse nazioni hanno riportato risultati diversi e compresi fra i due estremi citati.
L’organizzazione Interact fa notare che: «La mancanza di dati disponibili sulle persone con tratti intersessuali e sulle loro esperienze è un problema serio». Spiegano: «Le stime sulle dimensioni della popolazione intersessuale variano in base alla definizione utilizzata dai ricercatori, e garantire un campione rappresentativo al di fuori dei contesti clinici è difficile. Inoltre, lo stigma che circonda i tratti intersessuali fa sì che molte persone intersessuali non siano disposte a rivelare la loro condizione di intersessualità».
Tuttavia Interact, insieme al Center for American Progress, stima che «fino all’1,7% della popolazione abbia un tratto intersessuale e che circa lo 0,5% delle persone nel mondo abbia variazioni sessuali o riproduttive clinicamente identificabili».
Le persone intersessuali scomparse
Certamente, sembra che le persone intersessuali siano una pietra d’inciampo per l’ambizione del Segretario alla Salute e del Presidente di limitare la definizione della identità sessuale a quella considerata oggettivamente biologica.
Il fatto che le persone intersessuali non siano ben conosciute deriva dalla nostra stessa incapacità di riconoscerle e accompagnarle. Quello che vorrei far capire è che la nostra ignoranza nei loro confronti porta alla nostra mancanza di riconoscimento. Anzi, la mancanza di uno alimenta l’altra.
Quando cominceremo a conoscere meglio le persone intersessuali, scopriremo che prendendole sul serio, non potremo prendere sul serio la guida Defining Sex.
Come il proponente di Defining Sex, molti di noi probabilmente pensavano che queste persone fossero un caso raro. Ma non sono affatto rare, anche se non vengono riconosciute come tali.
Nel suo libro Bodies in Doubt: An American History of Intersex, Elizabeth Reis porta la realtà delle persone intersessuali nella nostra vita. In questo libro possiamo conoscere le loro terribili lotte e quelle dei loro genitori. Qui possiamo conoscere tutto ciò che riguarda la vergogna, le aspettative della società, gli interventi chirurgici problematici e indesiderati e le altre sfide che comporta il tentativo di affermare il proprio sesso.
Ciò che le persone intersessuali conoscono sono i pregiudizi sociali e gli attacchi violenti e umilianti con cui sono costretti a confrontarsi continuamente. Noi non conosciamo questi attacchi perché non pensiamo di riconoscere queste persone. Tuttavia, le loro lotte, poco conosciute ed enormi, sono descritte nell’introduzione alle sessantotto pagine dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani delle persone intersessuali.
Più le incontriamo e le riconosciamo, più impareremo a conoscere la loro realtà da loro e con loro e ci uniremo a loro per comprendere le loro sfide.
Ora, i tentativi del ministro della Salute di non dare importanza alle persone intersessuali perché si tratterebbe di “rare anomalie” possono essere visti come una affermazione pretenziosa che danneggia e isola ulteriormente le persone intersessuali e le loro sfide molto complesse, che non devono essere sminuite o ignorate, ma riconosciute e affrontate.
Inoltre, la loro condizione e le loro lotte rendono ancora meno credibile la pretesa dell’amministrazione Trump di respingere le rivendicazioni dei membri della comunità transgender, che si appellano al riconoscimento del loro genere al di là del dato biologico.
Come per le persone intersessuali, dobbiamo riconoscere e accompagnare anche la comunità transgender, cosa a cui la disposizione esecutiva originale del Presidente di fatto si oppone. Come ho già scritto in precedenza, dobbiamo ascoltare le persone transgender per capire come comprendono sè stesse, il loro corpo, il loro sesso e il loro genere, per non parlare dei gruppi sociali e delle strutture che offendono e danneggiano la comunità.
Credo infatti che abbiamo molto da imparare sul sesso e sul genere proprio dalle persone intersessuali e dalla comunità transgender, tanto che il loro silenzio danneggerà non solo loro ma anche la nostra stessa comprensione del sesso e del genere per tutti gli esseri umani.
Segni di speranza
Concludo con altri tre segnali di speranza che evidenziano la strada da percorrere per saperne di più.
In primo luogo, i teologi hanno sollevato il problema delle persone intersessuali da tempo, in particolare Katie Grimes in un saggio che criticava la complementarità nel 2016 e Michael G. Lawler e Todd Salzman nella loro risposta di cinque anni fa al documento della Congregazione vaticana per l’educazione cattolica «Maschio e femmina li creò» Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione.
In secondo luogo, nonostante la sua posizione sull’ideologia di genere, il Vaticano ha recentemente riconosciuto la condizione di coloro che soffrono di disforia, come ha riconosciuto il cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, in un convegno a Colonia a metà febbraio.
Infine, come riporta Outreach, papa Francesco sta incontrando sempre più spesso i cattolici transgender durante le udienze generali.
Questi incontri non solo danno ulteriore riconoscimento alla comunità transgender e, si spera, maggiore consapevolezza e sostegno alle persone intersessuali, ma ci rendono più consapevoli e magari più solidali con coloro che il nostro attuale governo vuole in un caso respingere e nell’altro trascurare.
Ma riconoscere l’altra persona, trascurata e rifiutata, è sempre stato l’invito di Gesù, fin da quando ci ha insegnato la parabola del Buon Samaritano.
*James F. Keenan S.J. è professore di teologia al Boston College. È anche vice-provveditore per l’impegno globale e direttore dell’Istituto dei Gesuiti. I suoi libri più recenti sono A History of Catholic Theological Ethics (Paulist Press, 2022) e The Moral Life: Eight Lectures (Georgetown University, 2024).
Testo originale: James Keenan, S.J.: Trump rules on biological sex ignore more complex reality