28 novembre 2009, a Trento incontro su ‘quale religione per le persone GLBT

Viene chiesto loro di negarsi in quanto individui e di rinunciare al proprio orientamento sessuale, che scardinerebbe l’ordine imposto dalle gerarchie vaticane e da una interpretazione tradizionale della teologia biblica.
Così molti si sbattezzano, non accettando piu’ di far parte di una Chiesa che non li accetta, o si avvicinano ad altre religioni e filosofie come quelle orientali che parrebbero piu’ “tolleranti” e sensibili alle diversità di orientamento sessuale e di scelte di vita; nascono perciò anche gruppi di gay, lesbiche e trans di tali credenze, ma ci si dovrebbe sempre chiedere se è una scelta consapevole e felicemente risolta o una ricerca di “accettazione” compensatoria.
E soprattutto ci si dovrebbe sempre interrogare se ha senso per noi minoranze, “diversi” in ogni caso, che per autoaccettarci come persone abbiamo bisogno di un “imprimatur”, una “forza” soprannaturale o trascendente che per alcuni è Dio, e per altri è un’altra entità (o nessuna).
Il credere, la religiosità umana “naturale” non necessariamente implica una trascendenza spirituale superiore, e secondo molti bisogna essere consapevoli della nostra coscienza individuale e collettiva in questa realtà immanente: ci può essere un dialogo tra diversi “credenti”?, questo è lo spirito critico di tale seminario.