Un Giappone tra luci ed ombre. Dove l’omosessualità è ancora tabù

A differenza delle civiltà occidentali in cui è stata considerata a lungo un crimine, l’omosessualità non e stata mai sanzionata in Giappone. Era addirittura diffusa tra i samurai e i monaci buddisti.
Solo all’inizio dell’era Mejii, iniziata nel 1868, il Giappone ispirandosi alle legislazioni europee introduce il reato di sodomia nel 1873. Ma già sette anni dopo il reato è depenalizzato dal codice penale giapponese.
Non esiste nessuna legge che sanzioni l’omosessualità dal 1880. Certe regioni, però, hanno innalzato l’età del consenso per i rapporti gay. Ma esistono in Giappone enormi discriminazioni verso le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT), specie a livello professionale.
Nel Paese del Sol Levante, la lotta alle discriminazioni non tiene conto, infatti, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. L’OCCUR ( Associazione giapponese per il movimento gay e lesbico) ha ottenuto alcuni risultati presentando vari casi in tribunale.
Un’immagine parziale dell’omosessualità
L’immagine dei gay e delle lesbiche, che passa attraverso i mezzi di comunicazione, rivela una concezione deformata dell’omosessualità nella società giapponese e permette di spiegare una legislazione molto particolare sulla comunità LGBT.
I mezzi di comunicazione mostrano una sola parte della comunità gay che è piuttosto accettata dalla società: i transessuali, i travestiti e i transgender. Gli omosessuali maschi e donne, invece, sono fonte di preoccupazione e di inquietudine per la società giapponese, la quale è molto segnata dal conformismo sociale.
Il governo non è propositivo né incoraggia la lotta contro l’omofobia latente, ed insiste nel vedere la problematica dell’omosessualità come un semplice problema di identità del genere.
Vi è inoltre una legislazione non egualitaria per i diritti LGBT. Da una parte, si assiste ad una legislazione all’avanguardia per i transessuali, specie per i minorenni che possono cambiare sesso con il consenso dei genitori.
D’altra parte, poi, il Giappone vieta il matrimonio gay e rifiuta di riconoscere eventuali unioni civili che un cittadino giapponese può contrarre all’estero. Il rifiuto delle autorità vale anche per la possibilità di far adottare un bambino alle persone omosessuali.
L’omosessualità è un tabù
In Giappone, l’omosessualità è sempre vissuta come un tabù. Il Gay Pride è una manifestazione poco pubblicizzata dai mezzi di comunicazione e le star nazionali gay e lesbiche sono discrete.
La presenza del giocatore di baseball Kazuito Tadano in un film porno gay ha suscitato scandalo nel 2004 , influenzando in parte la sua carriera di giocatore professionale. Kazuito Tadano non ha riconosciuto la sua omosessualità, ma si è giustificato dicendo semplicemente di aver lavorato in quel film soltanto per i soldi.
Attualmente, la situazione per la comunità LGBT giapponese rimane ancora critica.
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