Il vescovo maltese Grech: anche le coppie omosessuali “fanno parte del popolo di Dio”
Articolo pubblicato sul sito cattolico Zenit.org il 16 dicembre 2015
Anche le coppie omosessuali “fanno parte del popolo di Dio come tutti gli altri che stanno compiendo un viaggio” e “la Chiesa ha bisogno di aiutarli a scoprire la faccia nascosta di Dio”. È tornato a parlare del Sinodo sulla famiglia dello scorso ottobre, mons. Mario Grech, vescovo di Gozo, presidente della Conferenza episcopale maltese. E lo ha fatto, in un’intervista al Times of Malta, auspicando che la Chiesa sia meno impegnata ad “erigere barriere”. A proposito di unioni affettive, il presule ricorda che “possiamo riferirci al matrimonio solo quando si parla di coppie eterosessuali”. Riconosce tuttavia che “ci possono essere diverse forme di relazione” e “questo non comporta che escludiamo o esprimiamo giudizi su altri tipi di relazione”.
The church must derive from it to homosexuals. Responding to a question of the interviewer, Msgr. Grech explains that the couples united civilly at the administrative registers (Malta approved homosexual unions in April 2014, editor's note) "are part of the people of God like all the others who are making a journey". Therefore - he added - “The Church needs to help them discover the hidden face of God. We cannot define this path in stages and in the meantime erecting barriers, given that the road is open to those who truly try to follow in the footsteps of God, regardless of their sexual orientation ". Mons. Grech also specified that the Church embraces "the individual who tries to imitate the values preached by God". In this regard, he recalled that "there are other values of the Gospel, which are difficult to reach, such as forgiven the enemy". This is why "we need to fight to achieve this goal".
Il presidente dei vescovi maltesi ha quindi auspicato che l’Anno della Misericordia si riveli l’inizio di “una nuova era per la Chiesa”, precisando che “la Misericordia non è populismo”, ma è seguire il Vangelo. Incalzato dall’intervistatore sul rischio che con questo atteggiamento la Chiesa possa perdere “il suo ruolo di bussola morale nella società”, mons. Grech risponde: “Prima di essere un’agenzia morale la Chiesa è un’esperienza di Dio. Quando si parla in materia di obbligazioni morali, temo che in certi momenti abbiamo messo il carro davanti ai buoi, ma non abbiamo lasciato spazio a misericordia e perdono”.
Perciò la Chiesa deve anche accettare che coppie omosessuale accompagnino i bambini adottati a ricevere comunioni, battesimi o cresime? “Certo – risponde il presule -. Questo sta già avvenendo ed è pienamente accettato dalla Chiesa. Il bambino o il neonato non dovrebbero essere ritenuti responsabili del comportamento, decisioni o stile di vita dei genitori”.
Va infatti compreso, secondo mons. Grech, che “la vita non è bianco o nero, ci sono un sacco di sfumature in mezzo”. Se a rendere un buon cristiano fosse la perfezione – aggiunge – “sarebbe probabilmente oltre la portata di tutti…”.? Il parere del vescovo di Gozo è che la Chiesa debba cambiare atteggiamento e non solo modo di comunicare. “Non è solo il linguaggio che deve essere diverso, ma anche il contenuto – ha detto -. Abbiamo bisogno di ripensare l’approccio”.
Mons. Grech has also returned to the theme of communion to divorced. “The Church - his opinion - cannot refuse to grant communion to someone who sincerely wants to receive it and is trying to live in forgiveness, regardless of whether it is divorced or not ...", because "this could be the first step of a longer journey towards God, and the Church must not hinder this process ".