Francesco, il Papa delle diversità che ha incontrato le persone LGBT+ e i loro familiari
Articolo di Lucas Schaerer, pubblicato sul sito C5N (Argentina) il 30 gennaio 2025 Liberamente tradotto dai volontari del progetto Gionata
Papa Francesco è stato irremovibile nel ricordare che: «La Chiesa non può chiudere la porta a nessuno» e ripeteva, nelle interviste, e in privato, che «Siamo tutti figli di Dio».
«Sai di essere una persona non binaria?», gli chiese, nel documentario “Amen. Francisco responde“, Celia Fernández, capelli corti, maglietta, berretto, membro di un’associazione non binaria e cattolica. Un’altra giovane lo incalzò: «Se non fossi femminista, sarei una cristiana migliore?»
“Amen. Francisco responde” è un documentario prodotto per il servizio di streaming Disney Plus, in cui dieci giovani provenienti da diversi Paesi interrogarono il Papa su temi tabù come l’identità di genere e la sessualità. Il luogo dell’incontro, in forma sinodale, assembleare e circolare, fu un appartamento nel quartiere romano del Pigneto, a mezz’ora dal Vaticano. Lo stesso quartiere scelto dal regista Pier Paolo Pasolini, conosciuto come la “Brooklyn romana”, divenne lo scenario del dialogo dei giovani con la figura religiosa e politica più eminente del mondo.
Ai credenti che odiano, il Vicario di Cristo invece rispondeva: «La Chiesa non può chiudere la porta a nessuno. A nessuno», e aggiungeva, riferendosi a chi usa la Bibbia per promuovere odio ed esclusione contro la comunità LGBTIQ+ (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) che «Queste persone che odiano sono infiltrati che sfruttano la Chiesa per le proprie passioni personali, per la loro ristrettezza personale. È una delle forme di corruzione della Chiesa».
Francesco ripeteva spesso in interviste e in privato che «Siamo tutti figli di Dio. E Dio ci ama così come siamo, con la forza con cui ciascuno lotta per la propria dignità. Essere omosessuali non è un crimine. È una condizione umana».
Nel documentario Francesco affermo che: «Le persone omosessuali hanno diritto a far parte della famiglia. Sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia. Non si può cacciare nessuno dalla famiglia, né rendergli la vita impossibile per questo».
Un tumulto in Vaticano
Papa Francesco non si limitò alle parole. Si scatenò un trambusto tra le strutture di potere vaticane e nella Chiesa universale quando permise che, per la prima volta nella storia del cattolicesimo, un pellegrinaggio della comunità cattolica LGBTIQ+ fosse inserito nel calendario Giubilare.
In questo Anno Santo, in cui oltre 30 milioni di persone si attendono in pellegrinaggio a Roma per attraversare le porte sante, Francesco accolse anche il pellegrinaggio dell’associazione italiana La Tenda di Gionata, un’associazione che accompagna i cattolici LGBTIQ+ e i loro genitori, pellegrinaggio che è previsto per sabato 6 settembre 2025.
La Tenda di Gionata è infatti un’associazione cristiana di volontariato, fondata per “accogliere, formare e conoscere i cristiani LGBT, le loro famiglie e gli operatori pastorali, in dialogo con le diverse comunità cristiane”.
Ma nel novembre 2023, il Papa argentino approvò anche che le persone trans e gay potessero ricevere il battesimo. Concesse anche che le persone omosessuali conviventi potessero essere padrini o madrine, a condizione che conducessero “una vita conforme alla fede”.
Queste indicazioni formali provenivano dal Dicastero per la Dottrina della Fede, diretto dal cardinale argentino Víctor Manuel Fernández, in risposta all’appello del Papa: “Todos, todos, todos”, per una Chiesa casa della diversità riconciliata.
“Le persone transessuali, anche se hanno subito trattamenti ormonali o interventi chirurgici di riassegnazione del sesso, possono ricevere il battesimo se non ci sono situazioni che possano generare scandalo pubblico o disorientamento tra i fedeli. Anche i figli di coppie omosessuali possono essere battezzati, anche se nati da maternità surrogata, purché ci sia una fondata speranza che saranno educati nella fede cattolica.”
Così dichiarò il Dicastero per la Dottrina della Fede, in un documento firmato dal cardinale Fernández e approvato da Papa Francesco il 31 ottobre 2023.
Il pentimento di un cardinale
Il cardinale statunitense Wilton Gregory rese pubblica una conversazione avuta con alcuni membri della comunità LGBTIQ+ nella parrocchia della Santissima Trinità a Washington. Disse: “Mi sono vergognato dell’esempio perverso che noi cattolici abbiamo dato al mondo col nostro modo sempre più duro di trattarci a vicenda, respingendo le persone per motivi di razza, sesso, orientamento sessuale, origine etnica o qualsiasi altra distinzione”.
In un’altra parte della conversazione chiese: “Perdono per il mio stesso fallimento nel seguire la compassione di Cristo. Il modo in cui abbiamo trattato i nostri fratelli e sorelle LGBTQ li ha fatti soffrire e ha disonorato molti di noi. Chiedo sinceramente perdono per il danno che ha causato la perdita di tanti membri della nostra famiglia, che appartengono a Dio tanto quanto me”.
Il sacerdote gesuita James Martin è noto negli Stati Uniti per la sua difesa della comunità LGBTIQ+ ed è spesso bersaglio di critiche da parte dei settori più conservatori. Martin si disse felice del cammino intrapreso da Francesco e del cambiamento in Vaticano, perché “è un immenso passo avanti nella pastorale della Chiesa verso le persone LGBT riconosce il profondo desiderio di molte coppie cattoliche dello stesso sesso di vivere la presenza di Dio nella loro relazione e nel loro impegno”.
L’esperienza argentina
Nel quartiere Parque Chacabuco di Buenos Aires, in via Del Barco Centenera, si trova da anni la Casa Animí, una casa per donne trans e altre diversità, fondata da Gabriela Vázquez e Diego Cantón, una coppia di professionisti animata da una profonda fede.
Quattro anni prima, nacque come spazio per accogliere la vita così com’è, tra la realtà delle villas. Fu la comunità parrocchiale della villa 21/24 e Zabaleta, insieme ad altre parrocchie delle periferie, a dare rifugio con amore alla diversità sessuale, spesso colpita dalle dipendenze e dallo sfruttamento sessuale
Nella provincia di Neuquén era nota l’opera delle monache Carmelitane Scalze e di suor Mónica Astorga Cremona, soprannominata “la Santa delle trans e delle travestite della Patagonia”. Nel monastero accolsero queste donne segnate dalla prostituzione. Riuscirono a costruire un quartiere per dare loro casa e lavoro, quando scoprirono che più di 70 donne trans erano state assassinate.
Suor Mónica disse: “Ci manca ancora di comprendere davvero il Vangelo. Eppure iI messaggio è chiaro: Gesù stava con le persone più scartate e rifiutate. Si sedeva con loro, anche se tutti lo criticavano. Per questo dico: non rifiutiamole”. Aggiungeva alle sue amiche trans: “Siete voi che mi aprirete le porte del paradiso”.
Jorge Mario Bergoglio visitò il loro monastero nel 2009. Divenuto Papa, continuò a scrivergli: “Dì loro (alle persone trans) che le amo e che Gesù e Maria le amano molto. E che preghino per me”. A suor Mónica scriveva: «Cara, Dio, che non è stato in seminario, né ha studiato teologia, ma ti ricompenserà abbondantemente. Prego per te e per le tue ragazze».
La vita della monaca con la comunità trans divenne un libro: Acariciar las heridas (Accarezzare le ferite), ispirato a una frase che Bergoglio scrisse: “Mónica, quello che fai è accarezzare le ferite di Cristo in loro”.
Un’altra esperienza di fede e diversità è quella del gruppo Centu, nato a fine 2018, che partecipava alla Marcia dell’Orgoglio di Buenos Aires anche come comunità di diversità sessuale e spirituale.
Ogni mese Centu organizzava incontri aperti per parlare di fede e sessualità, ponendo domande profonde e condividendo vissuti, senza giudizi né dibattiti, ma per conoscersi davvero.
Il loro nome veniva dal centurione del Vangelo che chiede la guarigione del suo servo, dicendo: “Non sono degno che tu entri nella mia casa, ma di’ solo una parola e il mio servo sarà guarito”. Centu vedeva in quella parabola l’invito al dialogo tra rive che sembrano inconciliabili, ma che solo incontrandosi possono guarire.
Testo originale: Un líder de la diversidad: el Papa abraza a la comunidad LGBTIQ+ y los recibe en el Vaticano