Il vescovo tedesco Schepers: “gli attacchi alle persone LGBTQ dovrebbero suscitare una risposta cristiana!”
Articolo adattato da un saggio di mons. Ludger Schepers*, vescovo ausiliare di Essen (Germania), pubblicato sul sito Outreach (USA) il 14 marzo 2025, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata.
Il 20 gennaio 2025 Donald Trump si è insediato per la seconda volta come Presidente degli Stati Uniti. Il suo discorso inaugurale ha evocato in me cupi presentimenti, soprattutto per tutti coloro che non sono bianchi, maschi, ricchi ed eterosessuali. Le sue prime “disposizioni esecutive” confermano questi timori, soprattutto quella che afferma che esistono solo due sessi biologici, l’esclusione delle persone trans dalle forze armate e dallo sport o la chiusura dei programmi per la tutela della diversità.
Come vescovo tedesco, potrei dire che gli Stati Uniti e il loro presidente sono lontani; ma mi si stringe il cuore, perché il tono aggressivo e il disprezzo per l’umanità si stanno diffondendo non solo negli Stati Uniti, ma anche qui in Germania.
I partiti di destra in Germania si ispirano alla retorica nazionalista di Trump e adottano le sue narrazioni su una presunta “mania transgender”. Queste paure alimentate in malafede fanno parte di uno scontro culturale più ampio e il numero crescente di crimini d’odio in Germania dimostra che le parole si stanno trasformando in fatti.
Lo spostamento a destra nelle società occidentali si sta verificando sostanzialmente a proposito dei dibattiti sul genere. Il fatto che alcune parti della Chiesa cattolica si trovino – ancora una volta – nella stessa barca dei reazionari è una constatazione preoccupante. Penso che noi, come Chiesa cattolica, abbiamo bisogno di istituire un dialogo costruttivo tra teologia, etica e teorie di genere. È giunto il momento di discuterne, perché il tema contribuisce in modo massiccio alla polarizzazione generale.
Il 23 febbraio 2025, in Germania, sono stati eletti i membri del Bundestag. L’esito delle elezioni ha rafforzato le frange populiste. Mi preoccupa molto il fatto che alcuni componenti del nuovo governo non vogliano mantenere la legge sull’autodeterminazione nella sua forma attuale, che rende più semplice per le persone transgender, intersessuali e non binarie la modifica del proprio genere e del proprio nome nei documenti ufficiali. Posso solo sperare che il partner della coalizione riesca a mitigare questi cambiamenti ed evitare un’ulteriore polarizzazione.
Torniamo ai primi giorni del mandato del presidente Trump. C’è stato, in realtà, un raggio di speranza. Durante le celebrazioni per l’insediamento, nella Cattedrale di Washington si è svolta una funzione in cui il vescovo Marianne Edgar Budde della Chiesa episcopale ha avuto il coraggio di usare parole chiare. Ha parlato delle paure delle persone e della responsabilità che noi cristiani abbiamo nei confronti di tutti. Ha chiesto a Trump di essere all’altezza di questa responsabilità. E’ anche vero che, probabilmente, tutto ciò non ha fatto alcuna differenza per lui o per il vicepresidente Vance, come dimostrano le reazioni di rifiuto che hanno avuto nei suoi confronti nei giorni successivi.
Ha mostrato ciò che sosteniamo come cristiani: che ogni persona ha il diritto di vivere bene.
In tempi come questi, la nostra fede è lì per darci coraggio e speranza e per rifiutare di accettare la disumanità come “normale”. Papa Francesco sottolinea ripetutamente che non dobbiamo mai escludere nessuno. In un discorso del novembre 2015, ha detto che «Gesù ci chiede di includere tutte le persone. Come cristiani, non abbiamo il diritto di escludere o giudicare gli altri».
Nel maggio 2022 papa Francesco ha detto: «La cosa più importante da sapere su Dio è che è un padre e non rinnega nessuno dei suoi figli. Lo stile di Dio è la vicinanza, la misericordia e la tenerezza. In questo modo possiamo trovare Dio. La Chiesa deve prendere coscienza delle barriere che ha costruito nei confronti del mondo e abbattere i muri dell’indifferenza. Nessuno nella Chiesa deve essere considerato “diverso”, indipendentemente da chi sia».
Ogni attacco ai diritti delle persone queer minaccia i diritti di tutti coloro che non si conformano a idee rigide e limitate su come apparire e comportarsi. Quando si parla di dignità umana, di carità e di sostegno alle persone socialmente svantaggiate, noi come Chiesa dobbiamo essere in prima linea.
Voglio lavorare in una società in cui le ferite siano curate, la fiducia sia costruita e la discriminazione sia combattuta. Solo sensibilizzandoci a vicenda, ascoltandoci, abbattendo paure e pregiudizi, possiamo contribuire a costruire una cultura e un atteggiamento in cui tutti ci sentiamo davvero riconosciuti e accolti. Sono lieto che molte parrocchie stiano facendo in modo che questo atteggiamento sia percepibile nel mondo.
* Ludger Schepers è vescovo ausiliare di Essen, in Germania. Dirige la Pastorale Queer per conto della Conferenza Episcopale Tedesca.
Testo originale: Bishop Schepers: Attacks on LGBTQ people should prompt a Christian response