La chiesa tedesca contesta papa Ratzinger “con lui troppi passi indietro”

Due vescovi cattolici tedeschi criticano apertamente il Papa, un teologo tedesco ne chiede le dimissioni «per il bene della Chiesa», grave dissenso viene espresso dal presidente democristiano del Parlamento federale, Norbert Lammert, e i movimenti di base dei fedeli si mobilitano.
Quello che a molti sembrava difficile a immaginare o impossibile quando Joseph Ratzinger fu eletto Papa Benedetto XVI sta avvenendo: la chiesa tedesca è in un clima di rivolta non violenta contro il Papa tedesco.
E le organizzazioni giovanili cattoliche si mobilitano su internet, chiedono petizioni e le firmano a migliaia, propongono mobilitazione anche in università o scuola.
La decisione di riammettere non solo Williamson ma anche gli altri tre vescovi tradizionalisti «ha gettato molti fedeli nell’insicurezza, nell’incomprensione e nella delusione», ha detto in una lunga dichiarazione il vescovo di Rottenburg-Stoccarda, Gebhard Fuerst. E ha aggiunto: «L’unità della Chiesa è un bene prezioso, servirlo è compito prioritario del Papa e dei vescovi. Ma questa unità della Chiesa è incompatibile con un rifiuto dei principi basilari del Concilio Vaticano secondo, altrimenti sarà raggiunta al prezzo che molti fedeli, nel loro intimo o pubblicamente, ci volteranno le spalle. L’unità della Chiesa in una direzione non può condurre all’estraniazione dall’altra parte».
Critico anche il vescovo di Amburgo, Werner Thyssen. «C’è chiaramente una perdita di fiducia nel Papa», ha dichiarato al quotidiano Hamburger Abendblatt, «la riconciliazione con un negazionista è sempre una scelta sbagliata».
Ancora più duro il teologo Hermann Haering: «Se il Papa vuol fare il bene della Chiesa, deve lasciare le sue funzioni. Non sarebbe uno scandalo», ha detto al quotidiano della sinistra giovanile Taz. «I vescovi a 75 anni devono mettere il loro posto a disposizione, i cardinali devono lasciare a 80 anni. Non vedo perché il Papa (che ha 81 anni, ndr) non potrebbe attenersi a queste sagge regole».
Suonano pesanti, sullo sfondo della crisi attuale della Chiesa ma anche dell’anno elettorale tedesco, le dichiarazioni rese a Der Spiegel dal presidente Cdu del Bundestag (Parlamento federale), Norbert Lammert. «Certe dichiarazioni ed eventi mettono in pericolo proprio il dialogo con le organizzazioni ebraiche, che l’attuale Papa e il suo predecessore hanno definito irrinunciabile». Il peso del terribile passato e la voglia di non dimenticare muove molte iniziative e molti animi qui in Germania.
I vescovi cercano di salvare il salvabile, scrive l’edizione online di Der Spiegel. Riferisce sul web che il forte movimento di base dei fedeli critici Wir sind Kirche (Noi siamo chiesa) riceve migliaia di e-mail di aderenti e simpatizzanti.
I quali chiedono di preparare una petizione contro la svolta anti-concilio Vaticano secondo. «Ho ricevuto proposte del testo di petizione, e in una sola ora ben mille e-mail di persone pronte a firmarla», dice il leader di Wir sind Kirche, Christian Weisler.
Dirk Taenzler, che guida il Bdkj (Unione della gioventù cattolica tedesca) afferma: «Deploriamo le scelte del papa, è inaccettabile». E chiama i 650mila aderenti al suo movimento giovanile alla mobilitazione e alla discussione con i fedeli e con la gente in generale, li invita a organizzare iniziative in università e scuole.