Le Scritture sono le nostre Scritture, riappropriamocene (2 Timoteo 3-4)
Riflessioni bibliche* di Vanessa Owen, Sara Rosenau e Yvonne Zimmerman tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il libro di Geremia parla di catastrofe e di sopravvissuti, di distruzione e ricostruzione, lutto e gioia. Il profetare di Geremia è una riflessione e uno sfogo per un periodo molto travagliato; un periodo non molto diverso dal nostro.
L’obiettivo profetico di Geremia è aiutare il popolo a dare un senso alla sua tragedia, recuperare la sua identità e andare avanti verso il futuro.
In Geremia 31:27-34 possiamo vedere un salto ideologico e teologico nella comprensione dell’essere in relazione con il divino.
Nel precedente patto di Dio con il popolo di Israele la Legge era un’esperienza esteriore. Le parole della Legge divina, una volta scritte su tavole di pietra, dovevano essere trasmesse di generazione in generazione attraverso l’insegnamento e regole rigorose. In questo testo Geremia profetizza un futuro nuovo, nel quale tutto il popolo vivrà una relazione integra e reciproca con Dio.
Il Signore ha reso possibile questa nuova relazione spostando l’esperienza religiosa della legge dall’esterno all’interno. Dio dice a Geremia “Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore.
Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo” (Geremia 31:33). Il tema fondamentale di questo passo è che tutto Israele vivrà una relazione e un patto rinnovati con Dio. Tale restaurazione includerà tutti, “dal più piccolo al più grande”.
Il Salmo 118 (119):97-104, come il passo precedente, esprime un nuovo modo di rapportarsi a Dio. Gli Israeliti erano un popolo esiliato e oppresso al quale, in questi testi, viene promesso il dono della speranza; la stessa promessa offerta a lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Dio è il nostro Dio e noi siamo il suo popolo. La dichiarazione di questo nuovo patto è stata sigillata sui nostri cuori attraverso la trasformazione interna della Legge divina. Noi siamo voluti e annunciati come figli di Dio e questa rivendicazione non potrà mai essere smentita!
– Come vivete il fatto di essere voluti da Dio e di sapere che la Legge divina è stata scritta sul vostro cuore? In che modo Dio vi chiama ad essere profeti di speranza in mezzo alle tensioni politiche e religiose della nostra epoca?
2 Timoteo 3:14-4:5 è un passo difficile, uno di quei passi talvolta buttati in faccia alle persone LGBT perché interpretiamo le Scritture in maniera diversa da chi le legge letteralmente o si rifiuta di riconoscere l’opera di Dio che si esprime attraverso noi LGBT. Il nostro progetto mostra quante persone LGBT utilizzino passi della Bibbia spesso scagliati contro di noi. Per molti tale prospettiva a noi favorevole non è coerente con una fedele interpretazione delle Scritture. Del resto, nel corso della nostra conversazione abbiamo capito che, nei fatti, le Scritture sono le nostre Scritture.
Le persone LGBT non devono esimersi dall’affermare questo insegnamento delle Scritture: “Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia” (2 Timoteo 3:16). Dobbiamo affermare questo perché non significa che noi crediamo di dover “fare”, come dei robot, tutto quanto leggiamo nelle Scritture. Piuttosto a volte le Scritture sono utili perché ci mostrano proprio ciò che non dobbiamo fare e descrive dei modi di relazionarsi con l’altro che Dio non desidera che seguiamo.
Per esempio leggete dei testi “terrificanti”, le storie di desolazione, violenza e angoscia come Genesi 16:1-6; 21:9-21; Giudici 11:29-40; 19:1-30; 2 Samuele 13:1-22. L’utilità delle Scritture, in altre parole, non è confinata a una singola e semplicistica interpretazione ma richiede una ricerca onesta e appassionata, accompagnata dalla preghiera, delle vie di Dio in passi talvolta contraddittori, complessi o oppressivi.
Molte persone LGBT e loro alleati sono abituati all’uso delle Scritture come strumento di esclusione. Troppo spesso la cultura dominante considera l’essere cristiani e l’essere omosessuali come due cose che si escludono a vicenda. Forse atteggiamenti come questi sono le manifestazioni contemporanee delle “favole” contro le quali Paolo mette in guardia Timoteo. Contro coloro che perseguitavano la Chiesa primitiva per la sua “trasgressione” della Legge giudaica, Paolo esorta Timoteo a stare saldo nella fede, anche e soprattutto quando le Scritture sono usate contro di lui.
Qui le persone LGBT e i loro alleati trovano la conferma che la nostra tenacia e la nostra testarda insistenza nell’affermare che la Bibbia deve parlare anche a nostro favore (e non solo contro) si rivela essere una conoscenza ricevuta da Dio e un’opportunità per il il nostro ministero!
– Che tipo di autorità hanno per voi le Scritture? Quando le Scritture sono state usate in modo “terroristico” e quando invece lo stesso testo è stato fonte di trasformazione per la vostra comunità?
La parabola contenuta in Luca 18:1-8 equilibra il Salmo 118 (119) che parla di amare e meditare la Legge di Dio. Luca ci chiede di amare la Legge continuando a chiedere giustizia anche se sembra una richiesta senza speranza. Gesù racconta la storia di una vedova che insiste a chiedere giustizia a un potente giudice. Il giudice “non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno” (versetto 2) eppure risponde all’insistente grido della vedova. La sua risposta è caratterizzata dall’egoismo: garantisce giustizia alla vedova perché questa lo lasci in pace.
Eppure la sua azione è un esempio di come Dio usa anche le persone potenti e corrotte per proseguire la sua buona opera. Il racconto vuole incoraggiare i e le credenti che lavorano instancabilmente per la pace e la giustizia per tutti. Se un giudice ingiuste ode il grido di un’oppressa, quanto più Dio garantirà giustizia al suo amato popolo quando questo grida di dolore?
Quanto è incoraggiante per le persone LGBT e i loro alleati che cercano di farsi sentire da potenti istituzioni come i luoghi di lavoro, le chiese e i governi locali e nazionali. Dio risponderà al suo popolo nella sofferenza e nel dolore e userà tutti noi per compiere la sua opera di giustizia.
Ma Gesù ci chiede di ricordarci di pregare e di invocare Dio. Non dovremmo avere paura di chiamare insistentemente Dio, di dare voce alla nostra angoscia e frustrazione anche quando continuiamo a rendere testimonianza al Regno di Dio sulla terra.
– Quale vostro lamento Dio dovrebbe udire? Quale potrebbe essere un posto improbabile per vedere Dio all’opera per la giustizia nel mondo?
La nostra preghiera
Dio, anche quando le Scritture vengono usate come un’arma contro di noi
tu illuminaci con la tua Parola di Spirito e Verità.
Aiutaci a trovare il tuo Spirito all’opera
nei passi più difficili.
Trasformaci e poni il tuo sigillo sui nostri cuori
e facci usare la tua Legge per la causa dell’amore.
Forniscici mente, corpo e cuore
perché possano lavorare per il santo Regno
di giustizia, amore e pace.
Amen
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
Testo originale: Human Rights Campaign