Le mani del vasaio. Di fronte ad un figlio omosessuale che fare?
Quando un genitore o un educatore si trovano davanti un figlio o una figlia omosessuale, spesso provano smarrimento e si chiedono: che fare?
Don Pezzini ne “le mani del vasaio” (Ancora, 2004) ci ricorda che lo sforzo è quello di rompere con i pregiudizi ed indica, soprattutto a genitori e educatori, come aiutare la persona omosessuale a giungere all’accettazione di se e a conciliare la propria vita affettiva con le esigenze evangeliche, costruendosi un’autentica capacità di amare.

Questo è tutto tranne che vero. Il mio intento è precisamente quello di invitare a dislocare l’attenzione e riparametrare la valutazione, mettendo al centro la persona in tutta la sua globalità e non la sua identità sessuale”. (p. 29)
Pezzini sostiene che il cammino che un genitore cattolico ha da fare in questo processo di comprensione passa attraverso tre punti di riferimento: la Bibbia, la tradizione dell’insegnamento morale e la percezione che le scienze moderne della persona, psicologia e sociologia hanno della condizione omosessuale.
Nella Bibbia infatti i passi di condanna dell’omosessualità sono molto limitati e a quell’epoca non si riteneva la condizione omosessuale come “qualcosa che tocca nel profondo la struttura della persona”. (p. 49)
“La Bibbia non può darci una risposta immediata sul tema dell’omosessualità come su moltissimi altri. …In particolare la Bibbia ignora la differenza tra atti di libidine con persone dello stesso sesso motivati da spregio di regole morali (e a questi soltanto essa fa cenno) e l’omosessualità come condizione psicologica ovviamente in se stessa incolpevole”. (pp. 49-50)
Dopo aver analizzato i passi biblici di presunta condanna dell’omosessualità: Lv 18, 22, Lv 20, 13 e tre testi paolini 1Cor 6-9, 1Tm 1-10, 1Rom 1 26-27 ricontestualizzandoli nella loro giusta accezione, l’autore cita dichiarazioni dei cardinali Hume e Martini che, pur non approvando in toto le unioni omosessuali, riconoscono loro un valore di crescita affettiva. Il cardinale Hume arcivescovo di Westmister ha scritto infatti: “L’amore tra due persone siano dello stesso sesso o di sesso diverso, va apprezzato e rispettato”. (p. 57)
Il cardinal Martini ha affermato: “Le unioni omosessuali, pur potendo giungere, a certe condizioni, a testimoniare il valore di un affetto reciproco non hanno però per la società lo stesso significato che ha la famiglia”. (p. 57)
E’ vero che Martini sembra negare alle coppie gay lo status di famiglia, ma ne riconosce la valenza affettiva. Pezzini propone in linea con l’insegnamento della Chiesa la castità, ma non solo ammette che in un’unione omosessuale stabile di due persone che si amano anche la sessualità possa diventare dono e strumento per unire le due persone:
“…in un rapporto serio, fedele e responsabile tra due omosessuali anche il corpo e il sesso hanno un loro significato relazionale per il loro potenziale di piacere, di conforto, di scioglimento delle tensioni.
E insieme a questo sta la convinzione che proprio perché senza affetto è difficile vivere, e che dentro una relazione seria l’affetto va nelle due direzioni, è dato e ricevuto e diventa dono, perdono capacità di sostegno e di sopportazione, anche una relazione omosessuale è in questo senso feconda: aiuta la persona a uscire da sé e la porta verso l’altro e dunque la muove in ultima analisi verso Dio”. (p. 59)
Interessante è anche la critica a coloro che sostengono che le persone omosessuali non siano feconde. Pezzini invita a superare una concezione della fecondità meramente biologica invitando i gay credenti al pari di ogni cristiano a impegnarsi in campo sociale e ad amare le persone che ci circondano.
“A me pare più importante a monte educare la persona omosessuale a costruirsi una fecondità simbolica, che non è meno importante dell’altra. Una vita può diventare feconda quando si ha il gusto di creare una rete di amici, quando si cerca un lavoro interessante magari nei settori a più diretto contatto con le persone, quando ci si impegna nelle associazioni di volontariato, quando si fa spazio a persone sole o isolate o in difficoltà…
C’è chi trova orrendo che due omosessuali abbiano rapporti sessuali; io trovo più orrendo che due omosessuali, liberi dai vincoli di famiglia, vivano egoisticamente da irresponsabili scialacquando le loro risorse in vacanze esotiche e abiti firmati”. (p. 84)
Il libro è molto stimolante, sopratutto per genitori ed educatori cattolici, e merita di essere letto…
Domenico Pezzini, Le mani del Vasaio. Un figlio omosessuale: che fare?, editrice Ancora, 2004, 136 pagine
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