Il mio cammino in un gruppo di credenti omosessuali
Testimonianza di F. del Percorso Giovani di Nuova Proposta di Roma
Mi chiamo F. e ho 21 anni, sono uno studente universitario di medicina mi piace trascorrere il tempo libero dallo studio con gli amici: sono affascinato dalla diversità e dalla complessità delle persone. Mi sono avvicinato a Nuova Proposta un anno fa, su suggerimento del mio parroco a cui ho chiesto aiuto nel momento di grande crisi che stavo attraversando. Ho preso coscienza della mia omosessualità molto tardi, avevo sempre immaginato il mio futuro con una famiglia tradizionale, con una moglie e tanti figli ma… l’incontro con un ragazzo, la scoperta di emozioni forti, concrete, ha messo in discussione tutta la mia vita, ha fatto crollare ogni certezza.In quel momento finalmente mi sono sentito vivo, ma avvertivo quelle pulsioni come sbagliate, le rigettavo perché non potevo accettare di volere davvero questo dalla mia vita, non era nei miei piani.
Sin da subito il problema principale è stato capire cosa volesse Dio da me, e quante volte gliel’ho chiesto, gliel’ho urlato! Leggevo sul Catechismo della Chiesa Cattolica [2357-59 ndr] che gli atti omosessuali “intrinsecamente disordinati”; allo stesso tempo più approfondivo la conoscenza con quel ragazzo e più mi rendevo conto che stare con lui mi rendeva felice; sapevo che, pur non avendone avuto esperienza per scelta, non mi sarei riuscito a pentire se avessi fatto l’amore con lui: non ci avrei trovato nulla di sbagliato; ero cosciente che non si trattava di aspettare il matrimonio, come per ogni tradizionale coppia etero, la strada proposta dalla Chiesa è chiara: vivere nella castità ed astenersi per tutta la vita; trovare la felicità nel pieno dominio di sé, che ai miei occhi più che beatitudine si configurava come tiepida rassegnazione.
L’idea di rinunciare per sempre alla mia fisicità mi rendeva estremamente triste perché non ne capivo la ragione, il senso: non riuscivo a comprendere perché amare una persona fisicamente fosse peccato e allo stesso tempo proprio il non riuscire a fidarmi ciecamente della Chiesa, che era sempre stata madre per me, mi turbava e mi faceva sentire in colpa.Vivevo insomma in questa dicotomia: da una parte la nuova scoperta di me come essere fatto di un corpo in grado di provare emozioni, dall’altra il me cattolico di sempre, con principi e valori chiari come modello di vita. Non volevo e non potevo rinunciare a nessuno dei due ambiti, perché sono omosessuale, ma sono anche cattolico, e di rinunciare a Cristo per le mie pulsioni proprio non se ne parla.
Ne ho discusso con il mio parroco che, conoscendo la counselor del gruppo ed un altro ragazzo che ne fa parte, mi ha consigliato di andare a seguire qualche incontro per confrontarmi con altri ragazzi che vivono la mia stessa necessità: essere cattolico e omosessuale.Ho accolto l’invito con gioia perché convinto che da soli non si venga mai a capo dei problemi e che gli altri, con la loro esperienza di vita, possano arricchirti e dare illuminazioni al tuo percorso.
Da qualche anno sto approfondendo quella che è la mia fede cristiana: sono sempre andato in chiesa ma da tre anni fa ho sentito l’esigenza di vivere la fede in una comunità, di farmi aiutare da altri ragazzi per crescere in una fede più adulta e matura; mi sono avvicinato al gruppo Nuova Proposta un anno fa, su suggerimento del mio parroco a cui ho chiesto aiuto nel momento di grande crisi che stavo attraversando. Ho preso coscienza della mia omosessualità molto tardi, solo a febbraio dello scorso anno: è stato un fulmine a ciel sereno. Ho conosciuto dunque i ragazzi di Nuova Proposta devo ammettere che la sensazione dopo il primo incontro è stata quella del “pesce fuor d’acqua”, tutti i ragazzi erano molto più avanti di me nel loro processo di accettazione: trovavo incredibile che fossero realmente felici di essere omosessuali e che lo vivessero in serenità ed in cristianità. Io al contrario percepivo la recente scoperta come una prova, una croce da sopportare.
All’inizio ero molto perplesso devo dire la verità, perché quello che proponevano non è esattamente in linea con il Catechismo della Chiesa Cattolica o almeno questo è il mio punto di vista, ci tengo a precisare che questa è la mia percezione del loro pensiero che potrebbe discostarsi dal loro effettivo: mi sembravano convinti che gli atti omosessuali fossero consentiti nel momento in cui non si svende il proprio corpo, né si usa il corpo dell’altro come un oggetto. Dio è amore e non può volerci impedire di amare, donare il nostro corpo alla persona che si ama è a tutti gli effetti un atto di amore. Insomma ciò che mi era sembrato di capire era una legittima esigenza di equiparare l’esperienza omosessuale a quella eterosessuale: come sono sbagliati comportamenti sessuali lascivi e superficiali di ragazzi omosessuali lo sono ugualmente gli stessi atti compiuti da un ragazzo eterosessuale.
Conoscendo più a fondo i ragazzi e le loro esperienze di vita, l’iniziale perplessità e la diffidenza hanno lasciato posto ad un’amicizia profonda; conoscendoli ho imparato che è sbagliato fare battaglie di principî, di idee: bisogna scendere nella realtà, conoscere le persone, stare con loro e vedere come affrontano la vita di tutti i giorni; non si può giudicare nessuno dall’alto di un astratto principio. Ho imparato che dietro la scelta di ogni persona ci sono anni di esperienze dolorose e gioiose, anni di vita.
Ognuno dei ragazzi di Nuova Proposta mi ha aperto il suo cuore e la sua vita, ed è stata un’esperienza meravigliosa: poter condividere con persone che potevano capire nel profondo i miei dubbi, le mie insicurezze è stato fondamentale per uscire dal buio dell’iniziale periodo di scoperta e di solitudine.
Il gruppo di Nuova Proposta è un rifugio, dove mi sento supportato e mai giudicato, dove nessuno si permette di darmi dell’ipocrita o del falso perché voglio essere cattolico e non voglio negare la mia natura di omosessuale. Non è infrequente infatti che un cattolico mi faccia notare che non incarno nella mia quotidianità quello che è il Vangelo, ed è ancora meno raro che un omosessuale mi guardi come un folle quando dico di essere cattolico e di impegnarmi per dedicarmi alla mia fede e crescere con essa. I ragazzi di Nuova Proposta mi hanno insegnato tanto: mi hanno dato prova nel concreto di come sia possibile vivere nella quotidianità l’omoaffettività oltre che l’omosessualità e di quanto sia insensato sentirsi in colpa per questo; sono la prova vivente che essere cattolici ed essere omosessuali è possibile.
Nello stesso tempo ho iniziato ad approfondire la questione fede ed omosessualità con un altro sacerdote, mi ha fatto capire che un passo grande che devo compiere è il passaggio dal “tu devi” all’ “io devo”; da una coscienza morale che applica meramente una legge che sente estranea, esterna a sé, ad un’altra più autonoma che fa della legge di Dio una seconda natura, che liberamente sente come giusto per sé l’insegnamento morale della Chiesa: solo quando sentirò che ciò che è giusto in sé è anche giusto per me allora mi convincerò che è nella castità che si raggiunge la felicità piena.
Ammetto di essere lontano dall’accettazione completa della mia omosessualità o meglio, accetto la mia condizione, sono consapevole del mio orientamento e cosciente del fatto che sarebbe insensato forzarmi a cambiarlo, ma ancora non lo approvo, non mi approvo. Vivo ancora nel limbo dell’indecisione su quella che è la strada più giusta da seguire, ma ho preso una decisione: devo darmi tempo, lasciare che sia la ricerca di Dio a portarmi sulla strada più giusta per me, lasciare che l’esperienza di vita mi guidi, come ha fatto in questi mesi; con il sostengo di Gesù, che in nessuna prova della vita ci abbandona o lascia da soli, e con il supporto di tutte le persone che Lui ha messo sulla mia strada, riuscirò a districarmi in questo mondo nuovo, riuscirò ad avere sempre maggiore consapevolezza di chi sono e di cosa voglio dalla vita.