In cammino nella Quaresima. A gettare il fuoco sulla terra

Riflessioni di Luigi Testa* sul Sesto venerdì di Quaresima
(A Gerusalemme) Quando finalmente arrivi al Santo Sepolcro, sotto l’enorme cupola che una volta era aperta al cielo, entri, la vista si abitua al buio, e ti ritrovi ancora nell’anticamera della tomba, la “cappella dell’Angelo”.
Quella domenica mattina, «entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura!”» (Mc 16,5-6). Da due aperture circolari sulle pareti entra un po’ di luce: son state aperte perché da lì, il giorno di Pasqua, si fa arrivare a chi sta fuori il Fuoco Santo che si accende nella tomba e in un attimo divampa, di mano in mano, di candela in candela, in tutta la Basilica.
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra» (Lc 12,49) e ora da qui divampa, da qui corre, accende, brucia, consuma, incendia, «le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina» (Ct 8,6): «nulla si sottrae al suo calore» (Sal 18,7). E, ovunque arriva, porta l’accento di quella parola: “Non abbiate paura!”.
La domenica che non finisce comincia lì, sulle labbra di un giovane dall’aspetto come folgore e l’abito bianco come neve (Mt 28,3).
* Luigi Testa è autore di testi a carattere giuridico e scrive su alcuni quotidiani nazionali. “Via crucis di un ragazzo gay” (Castelvecchi, 2024) è il suo primo libro di natura spirituale, altre sue riflessioni sono pubblicate anche su Gionata.org.