Beati i corpi e le anime in transizione: una meditazione queer sulle Beatitudini (Matteo 5:1-12)
Testo di Jennifer Hasler*, pubblicato su Whosoever** (Stati Uniti) il 2 marzo 2020. Liberamente tradotto dai volontari del progetto Gionata.
Le Beatitudini (Matteo 5:1-12) illustrano un potente benvenuto da parte di Gesù alla folla molto diversificata che era venuta a vederlo in cerca di speranza.
Spesso immaginiamo Gesù su una montagna che pronuncia le Beatitudini come se stesse dando una nuova legge, simile a Mosè con i Dieci Comandamenti, un insieme di regole da seguire.
Dovremmo essere miti, dovremmo piangere e dovremmo essere operatori di pace. Sebbene questa interpretazione abbia un valore, non è ciò che Gesù intendeva fare, né ciò che l’evangelista Matteo voleva comunicare.
La chiave per comprendere questo passo si trova in Matteo 5:3, che Dallas Willard espande come: “Beati gli zeri spirituali, perché di loro è il regno dei cieli“.
Nessuno direbbe che Gesù desiderasse che le persone fossero zeri spirituali, quindi questi versetti non stabiliscono una nuova legge.
Al contrario, Gesù si rivolge a coloro che non sarebbero mai stati considerati degni di una cerimonia religiosa, a chi ha sofferto perdite, a chi viene considerato insignificante (come i miti), e dice loro che sono beati e accolti nella comunità di Dio. Questo messaggio era al centro dell’insegnamento di Gesù.
Tuttavia, c’è un aspetto più personale di questa storia che non ho potuto raccontare nel sermone che ho predicato su questo passo. Quando predico, ricordo sempre le parole della mia professoressa di omiletica, Teresa Fry-Brown: “Quando predichi, non sanguinare sulla congregazione“.
Ma ora voglio raccontare il resto di questa storia, perché fa parte della chiamata che Dio ha posto nella mia vita.
Oggi posso riconoscere la chiamata di Dio al ministero come parte della mia formazione accademica, ma questo è stato possibile solo dopo aver abbracciato pienamente la mia autenticità: sono una donna transgender, creata da Dio per servire la sua comunità.
Ho sentito per la prima volta l’interpretazione di Dallas Willard su Matteo 5 nel maggio del 2008, mentre mi trovavo alla Menlo Park Presbyterian Church in California.
All’epoca vivevo ad Atlanta, ma mi recavo spesso in California per seguire una startup tecnologica che avevo co-fondato insieme al mio gruppo di ricerca presso il Georgia Institute of Technology.
Frequentavo quella chiesa nei weekend in cui ero lì, e col tempo divenne un luogo dove la mia anima poteva ascoltare la voce di Dio.
Nel frattempo, stavo iniziando ad accettare la mia identità transgender e a vivere autenticamente secondo come Dio mi aveva creato.
Il gennaio del 2008 fu la prima volta che mi presentai alla Menlo Park Presbyterian Church come me stessa. Ero terrorizzata. Andò tutto bene, ma ero talmente concentrata sul fatto di essere in quello spazio che non riuscii nemmeno a seguire il culto.
La seconda volta che vi partecipai, ero più rilassata e potei connettermi alla musica e alle persone intorno a me. Tuttavia, solo la terza volta – nel maggio del 2008 – fui abbastanza serena da poter ascoltare veramente il sermone.
Quel giorno, il pastore John Ortberg parlò delle Beatitudini e citò Dallas Willard: “Beati gli zeri spirituali“. E in quel momento sentii chiaramente la voce di Dio che mi diceva: “Beati i trangender, perché saranno festeggiati rumorosamente nel Regno di Dio“.
Dio mi stava parlando direttamente, mostrandomi la strada che aveva preparato per me. Il Regno di Dio non solo accoglie una persona come me, ma lo fa in modo particolare e gioioso, esattamente così come sono.
Un giorno, qualcuno dovrà portare questo messaggio a una comunità che ha disperatamente bisogno di sapere che Dio accoglie con amore tutte le persone transgender, nonostante il modo in cui il mondo spesso le tratta.
Da allora, questo passo del Vangelo è diventato un punto di riferimento nel mio studio della Scrittura.
Ho approfondito il suo significato durante un corso seminariale su Matteo nel 2015, e ho esplorato testi meno conosciuti, come il Primo libro di Enoch, per comprenderne appieno il contesto.
Le Beatitudini sono il messaggio di un Dio che chiama le persone proprio dove si trovano, specialmente quelle che si sentono escluse. Sono una testimonianza dell’amore di Dio, che va oltre le barriere e abbraccia tutti, senza eccezioni.
* Jennifer Hasler è professoressa presso la Georgia Tech School of Electrical and Computer Engineering. Si occupa di ricerca sulla computazione neuromorfica, sui sistemi a bassissima potenza e sulle tecnologie elettroniche innovative.
** Whosoever è una rivista ecumenica online statunitense, fondata nel 1996, dedicata alla spiritualità e alla fede delle persone LGBTQ+. Il suo obiettivo è offrire riflessioni teologiche, testimonianze e risorse per coloro che cercano un cammino di fede inclusivo, superando il rifiuto e le discriminazioni spesso incontrate nelle comunità religiose tradizionali.
Testo originale: A Transgender Meditation on the Beatitudes