Cresce l’intolleranza. L’Italia ignava e l’Italia che si sveglia

Qualche giorno fa un buttafuori dell’Ipercoop sotto casa mia ha pestato un giovane homeless, uno dei tanti che da sempre stazionano nella zona e con i quali si riesce ad avere un rapporto, a volte più umano che con gli altri frequentatori del supermercato.
Un episodio che non è finito nelle pagine di cronaca di nessun giornale ma che fa parte di un clima generale di cui vale la pena di preoccuparsi perché il dato inquietante è che questo episodio è avvenuto nella totale noncuranza della gente.
Sempre la gente intorno guarda e tace o se ne va facendo finta di niente. Non li riguarda. Ma ci sono due aspetti di questi episodi che ci riguardano eccome.
Il calo di notizie e di clamore mediatico sui crimini di immigrati e rom e le nuove «emergenze» (veline, escort e le ossessioni del Papi… ) non dovrebbero distrarci da come la violenza razzista sia oramai pratica quotidiana e soprattutto da quello che a me sembra la cosa più preoccupante: l’indifferenza della gente.
Quasi che ci sia in qualche modo l’accettazione della violenza se questa è praticata su uno straniero, su un rom, su un omosessuale. Ho visto e rivisto il video sulla morte del rumeno a Napoli, c’è chi dice che la fuga da un uomo morente e dalla sua compagna disperata che chiede aiuto era per paura, ma per paura non si fanno foto con il cellulare, non si insulta un uomo morente («zingaro, vai in Romania, ma che vuoi, tu mi rubi»).
Se vince l’ignavia sulla naturale solidarietà verso il nostro prossimo quando questo è diverso da noi vuol dire che siamo tornati là dove credevamo non fosse più possibile tornare.
Ma nonostante tutto, sempre più spesso, per strada, nei mercati incontro persone addolorate per questa situazione, sempre più spesso fanno commenti, raccontano la propria indignazione.
Ieri la custode del teatro dove lavoro dopo aver visto la prova di una scena nella quale si rappresenta l’indifferenza nei confronti delle sofferenze dei “diversi” è scoppiata in lacrime: «È vero! È proprio così! Dove va a finire questo nostro Paese?».
Qual è l’Italia vera? C’è una speranza per tutte le persone non rumorose quanto le camicie verdi, che forse non si sentono neanche rappresentate politicamente, ma hanno raggiunto il limite di sopportazione?
Spero che il loro risveglio dia un volto all’Italia vera.