Il ministro della giustizia tedesco attacca l’omofobia della Fraternità San Pio X

Brigitte Zypries, ministro tedesco della Giustizia, è tornata giovedì sulle affermazioni di una fraternità (lefebriana) integralista che paragonava qualche giorno fa l’omosessualità al nazismo.
Affermazioni «insopportabili» secondo il ministro social-democratico, che chiede inoltre alla Chiesa cattolica di condannare tali atteggiamenti.
«La Chiesa (cattolica) non deve tollerare che sotto il suo tetto, o addirittura nel suo stesso seno, tali fanatici possano seminare scompiglio», ha aggiunto secondo il quotidiano Tagesspiegel.
Cattolici fondamentalisti
Nel cuore della polemica: la Fraternità San Pio X con sede a Stoccarda. All’inizio di luglio, questo gruppo cattolico fondamentalista, in una pubblicazione interna, qualificava il Gay Pride, previsto per il primo agosto nella stessa città, come una «manifestazione perversa». Nelle stesse pagine, la Fraternità incitava a combattere questa «propagazione pubblica dei peccati di sodomia».
«Flagellazione divina»
I membri di questa Fraternità manifestano regolarmente contro il Gay Pride a Stoccarda, con dei cartelli dove si paragona, per esempio, l’Aids a una «flagellazione divina».
Da parte sua, il portavoce della diocesi di Rottenburg-Stoccarda della Chiesa cattolica, Thomas Broch, ha giudicato il confronto «inaccettabile», perché «gli omosessuali sono stati vittime dei nazisti». Ma l’«esibizione» dell’omosessualità durante il Gay Pride è «incomprensibile», ha detto al quotidiano berlinese, assicurando di non avere alcuna relazione con la Fraternità.
La Fraternità San Pio X venne fondata nel 1970 da Monsignor Marcel Lefebvre che contestava le decisioni del Concilio Vaticano II. Si colloca ai margini del Vaticano da quando Monsignor Lefebvre ordinò quattro vescovi nel 1988, cosa che valse loro la scomunica, una misura che Papa Benedetto XVI ha annullato a gennaio. Un ritorno nelle grazie che spiega forse la risposta ambivalente del rappresentante della Santa sede.
Testo originale
Allemagne: la ministre de la justice s’en prend aux traditionnalistes homophobes