Letto da Lei. ‘La via d’uscita. Confessioni di un alpinista estremo’

Ho letto con grande interesse e partecipazione il libro ‘La via d’uscita. Confessioni intime di un alpinista estremo’, autobiografia di Marc Batard, guida alpina francese e noto alpinista con all’attivo numerose ascensioni nelle alpi e nella montagne extraeuropee, pubblicato per i Licheni da Vivalda nel 2007.
Un opera davvero fuori dal coro e dagli schemi tradizionali, in ogni caso.
Metaforicamente, Batard allude all’esito di una vita e carriera di alpinista estremo alla ricerca di se stesso, ricerca condotta in modo disperato e al limite della sopravvivenza, sino alla scoperta e all’accettazione della propria omosessualità.

Dall’inizio sino alla conclusione del suo libro, Batard ci accompagna alla scoperta della sua storia, dagli anni solitari ed infelici della sua infanzia, durante i quali la straordinaria capacita` di sopportare la fatica fisica lo porta a superare il disagio di sentirsi brutto e inadeguato, la presa di coscienza delle proprie capacita atletiche straordinarie, sino alla vita adulta, attraverso le avventure spesso estreme di montagna, affrontate in solitaria o con amici e clienti di varia sensibilita`e capacita`.
Il racconto delle scalate si mescola alle riflessioni circa la propria crescente incapacità di relazionarsi in modo sereno e costruttivo sia con la famiglia sia con le persone esterne alla famiglia.
Lo stile e` spesso concitato, si percepisce lo stress e la grande fatica vissuta sulla via di una riflessione profonda e sconcertante circa la propria persona e la propria vita, minate da un disagio di vivere che si risolve solo al momento in cui Marc, all’età` di 42 anni, riesce a ricomprendere nella propria omosessualità il senso degli eventi, la ragione dei sentimenti, delle reazioni, della continua incessante ricerca di una distanza dalla realtà.
L’ansia di una vita in fuga, che lo ha portato molte volte al limite della vita, si placa solo nel momento in cui riconosce a se stesso la propria natura, saputa da sempre eppure mai riconosciuta.
Questa la traccia principale del libro, sulla quale si innestano e vengono illustrati in modo molto immediato e sincero diversi temi legati ai vari aspetti della sua esperienza.
Innanzitutto la presenza di una famiglia propria: Marc, che si e` sposato ed ha avuto 3 figli, racconta la relazione con la moglie, la separazione, il rapporto con i figli, il modo in cui hanno affrontato la novità della omosessualitàdel padre.
Vicende che ci introducono in una situazione sicuramente molto difficile e contrastata, tanto più interessante perché ricevuta dalle mani di un uomo diretto e privo di filtri.
L’ampia riflessione condotta sul mondo dell’alpinismo e in particolare dell’alpinismo di alto livello, poi, ci rivela in modo sorprendente se non inquietante come un disagio esistenziale profondo possa condurre un uomo o una donna a condotte estreme, che pure la società riconosce come esemplari o eccezionali in senso positivo.
Marc e` dominato da un disagio enorme che lo conduce ad una fuga continua dal quotidiano, sia dal punto di vista fisico, isolandosi in un ambiente desertico e disumano come l’alta montagna, sia dal punto di vista psicologico e morale, ricercando azioni e comportamenti che richiedono una estrema abnegazione, grande coraggio e isolamento dal contesto umano.
Andare in montagna implica sempre l’accettazione di una fatica fisica e psicologica più o meno grande, che include anche la capacita di sopportare la solitudine, oltre a una dose di rischio della vita che chi pratica l’alpinismo accoglie tacitamente.
Fare questo come lo ha fatto Marc per meta della sua vita, ovvero trascendendo i limiti del ragionevole e dell’umanamente sopportabile, richiede una capacita che un tempo senza esitare si sarebbe definita eroica.
Ma tuttora, rivestendole da una gradevole patina plaisir, i media raccontano le storie di questi uomini e ne fanno modelli se non da imitare almeno da ammirare.
Di più, le più ambite scuole di management e formazione aziendale ne imitano il metodo, e hanno da anni incluso nei propri programmi corsi di free climbing e alpinismo per allenare gli allievi alla gestione del rischio, del conflitto, della scalata, metaforicamente intesa, lungo le pareti dei palazzi delle multinazionali.
Cosi nei diversi campi dell’azione umana una condotta estrema e violenta, se ben incanalata e gestita, può condurre a risultati eccellenti in un mondo dove non rimane molto posto per l’incertezza, la debolezza, la sconfitta che tuttavia, inevitabilmente, ognuno prima o poi affronta nella vita, come una condizione cui non e` possibile sfuggire.
In realta` Marc ci svela, con una certa brutalità e senza mezzi termini, che dietro la ricerca dell’estremo successo pubblico può abitare l’estremo insuccesso personale.
Emblematiche le sue solitarie invernali ai Dru e alle Grand Jorasses, nel Bianco, dove il profondo disagio lo ha condotto di nuovo a rischiare la vita, costringendo nell’ansia i suoi figli: il dolore interiore che grida in lui tra le pareti di granito e di ghiaccio trova eco nel frastuono del volo dell’elicottero che sta riprendendo la sua ascensione, per consegnare l’ennesima grande impresa del grande Marc Batard al mondo dell’informazione e dei consumi.
Cosi la carriera alpinistica ai massimi livelli si rivela, a metà della vita di Marc, come la grande finzione in cui ha nascosto se stesso sino a sfiorare l’autodistruzione.
Di più, la sua storia minaccia, se ben letta o comunque letta al di là della curiosità circa questo gay di mezza età, di rivelare le contraddizioni e il becero tradizionalismo di una fetta di mondo ancora oggi molto legata alla visione superominica dell’essere maschio, senza debolezze e senza ombre, un mondo dove il femminile e` ancora relegato al ruolo di chi attende a valle il proprio uomo, o lo segue, talvolta ma di rado, su qualche facile via.
E` vero che negli ultimi 20 anni molte alpiniste di grande valore sono emerse sulla scena internazionale e a volte si sono intraviste nei media, come la grande e completa Catherine Destivelle o come Lynn Hill, ancora oggi la climber piu` famosa del mondo, e che pure negli anni della cosiddetta esplorazione e del VI grado qualche bel nome qua e là e` pure rimasto inciso (cito per tutte l’alpinista-scrittrice Silvia Metzeltin).
Di fatto la mia esperienza di donna che scala legata in cordata ad altre donne è pressoché unica nello scorcio di società che frequento, e il mondo della montagna resta basilarmente dominato dalla maschilità.
Ovviamente maschi ammogliati o accoppiati a donne che alla domenica fanno altro o, nel caso degli alpinisti estremi, se ne stanno per giorni, settimane o mesi in attesa di sapere se il proprio partner e talvolta padre dei propri figli sopravvivrà alla propria ricerca di autoaffermazione.
Che un uomo sia alpinista e anche omosessuale, o meglio che dichiari di esserlo con franchezza, e` a mio avviso una novità dirompente che, da parte del pubblico ordinario, non e` stata per nulla colta o forse non si e` voluto cogliere.
Marc fuoriesce dal cameritismo maschile tradizionale che domina l’ambiente dell’alpinismo e va a scuotere le radici di una roccaforte della certezza eterosessuale di essere l’unica possibile variante della sessualità umana.
Sta a chi e` capace di cogliere gli echi delle sue parole di amplificare e modulare in modo efficace la sua novità.
Oggi Marc vive a Parigi con il suo compagno, ha smesso di fare l’alpinista estremo e si dedica alla sua altra grande passione, la pittura.
La chiusura del suo libro ci fa intendere che, dopo la burrasca e mentre ancora naviga in acque agitate, la sua vita si e` finalmente incanalata verso la felicita o perlomeno la pienezza umana.
Ci ha regalato, in poco piu` di 200 pagine, davvero la sua più grande impresa, la più` rischiosa, la più coraggiosa. Grazie!
Batard Marc , La via d’uscita. Confessioni intime di un alpinista estremo, editrice Vivalda-Cda, 2007, pp. 216 In libro è in vendita in tutte le librerie ed anche presso Libreria Claudiana di Firenze (sconto del 10% ed invio postale in tutta Italia, solo per i lettori di gionata.org)