Strage di Viareggio. L’amore dimenticato di Sara ed Emanuela

Ieri sera alla Fondazione Gaber, in una serata estremamente commuovente e partecipata all’inverosimile, dedicata alla commemorazione delle vittime della strage del 29 giugno scorso a Viareggio (ndr dove l’esplosione di un carro-cisterna di gpl presso la ferrovia ha provocato un rogo immane, numerosi morti e feriti), c’è stata una nota stonata.
Un velo di ipocrisia ha coperto la storia di una coppia omosessuale, quella di Sara ed Emanuela.
Sara ha dato la vita per salvare Emanuela, dopo aver costruito la propria vita insieme, dopo aver inaugurato la propria agenzia immobiliare, in marzo, dopo aver costruito un rapporto parentale con i genitori di entrambe, dopo aver vissuto una vita d’amore.
Amore… Amore come quello delle altre vite spezzate, con pari dignità, intensità, gioia, sogni.
La voce di Maddalena Crippa ha letto un testo nel quale non si è parlato di fidanzata o compagna, ma semplicemente di “amica”. Non si è saputo riconoscere l’amore omosessuale di Sara ed Emanuela di fronte a 6.000 persone, come sarebbe stato normale che fosse, come è avvenuto per tutte le altre storie narrate dagli altri protagonisti della serata “Viareggio ricorda Viareggio”.
Senza alimentare inutili polemiche, GayLib Toscana vuole però evidenziare l’ipocrisia che, per l’ennesima volta, non ha voluto accettare la realtà gay, lesbica, bisex e trans (Glbt), mancando di equiparare in vita e in morte l’amore di Sara e Emanuela. Come se fosse ancora una vergogna l’amore lesbico, come se fosse ancora un amore di serie B.
GayLib, partecipando al dolore dei familiari e degli amici di Rita e di Emanuela, rivendica pari dignità per l’atto eroico di Rita, che è stata la 24.ma vittima, deceduta dopo circa una settimana all’ospedale di Sanpierdarena.
GayLib vuole che tutta la città, tutta la Toscana, tutta Italia sappiano che non erano amiche, ma erano compagne di vita, che avevano un progetto d’amore, che erano circondate dall’affetto dei propri cari e che Emanuela tornerà fra noi e troverà la comunità viareggina pronta ad accoglierla.
Ed il suo lutto, la sua “vedovanza” sarà pari a quella di tutti gli altri. Questo si rivendica per lei e per tutte coloro che come lei amano una persona del proprio stesso sesso.
Basta con l’ipocrisia, noi omosessuali non ci vergogniamo di amare perché l’amore non ha sesso, non ha età, non ha razza, non ha colore, così come il dolore.