A maggio 2023 sul mensile Jesus inchiesta su “Noi preti gay che amiamo la chiesa”
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Il mensile cattolico JESUS di maggio 2023 presenta un’ampia inchiesta intitolata “NOI, PRETI GAY CHE AMIAMO LA CHIESA”, sette pagine ricche di testimonianze e riflessioni, raccolte da Vittoria Priscindaro, che partono dal “documento per il Cammino sinodale firmato da cinquanta preti omosessuali italiani con cui hanno voluto aprire il dibattito per superare silenzi e contraddizioni” nella vita consacrata su questi temi perché: «Dio ci ha chiamato al ministero così come siamo. Bisogna ascoltare le persone, la scienza e la realtà»
L’inchiesta è completata da un’intervista a più voci all’equipe formativa sulla pastorale con le persone LGBT+ formata da padre Pino Piva, don Fausto Focosi, suor Fabrizia Giacobbe, don Gianluca Carrega ed il teologo Damiano Migliorini che accompagna un centinaio di operatori pastorali che, in dialogo con la Cei, seguono pastoralmente i credenti Lgbt+ e i genitori con figli Lgbt+ italiani, che hanno come riferimento informativo principale “il portale Gionata.org“.
Un’inchiesta con tante storie di consacrati omosessuali e domande e riflessioni aperte per cominciare ad affrontare un tema ancora tabù nella chiesa cattolica.
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«Il Signore sapeva da sempre della mia omosessualità, prima ancora che la scoprissi io. E se lui mi ha scelto così, chi sono io per dire di no?». La domanda è tutta qui. È uno dei firmatari del documento Con tutto il cuore, inviato al Sinodo dei vescovi da una cinquantina di preti con orientamento omosessuale o bisessuale, che si sono incontrati tra febbraio e marzo 2022.
«Volevamo dare il nostro contributo, c’è bisogno di prendere atto di una realtà positiva». È un presbitero italiano, mezza età, incarichi pastorali a vari livelli. Della sua omosessualità preferisce parlare solo con amici fidati, … Lo stesso discorso vale per un altro consacrato, straniero, che vive in Italia da tempo: «Ho firmato perché credo che sia urgente introdurre nel dibattito ecclesiale qualcosa che è sempre stato noto: la presenza di diverse identità sessuali all’interno della vita consacra- ta e sacerdotale. Soprattutto per far capire che la condizione omosessuale non solo non è una difficoltà, ma, se ben integrata e vissuta, rende il ministero altrettanto fecondo di quello eterosessuale. …”, cit. tratta da pag.46
Per approfondire> Vite consacrate, storie di consacrati LGBT+