A trent’anni ho scoperto l’amore per un altro uomo ed ho paura
Ho vissuto sempre la mia vita con lo sguardo rivolto verso il cielo ed i piedi ben saldati a terra, ho contemplato amato il MIO Dio senza ma e senza se. A trent’anni scopro l’amore… l’amore per un altro uomo.
Ho amato a prescindere da quello che si ha in mezzo alle gambe! perdonate la mia schiettezza, non è volgarità, ma è semplicemente la voglia di una chiarezze forte e linguisticamente vera. Ad ogni modo la mia storia personale mi porta in un mondo che tempo fa avrei aborrito senza ma e senza se. Pur avendo avuto nella mia infanzia degli stimoli… delle sensazioni… non posso nasconderle ma…
Ho vissuto fino a qualche anno fa come un modello si eterosessuale preconfezionato che ama e sogna la sua famiglia del mulino bianco: fidanzato da anni, con l’intenzione di sposarsi, formare una famiglia, dei fligli, una casa, un macchina, un auto, un cane… e tutto sotto il segno della grazia.. sotto la guida del mio DIO, poi qualcosa è cambiato.
Trasformato dopo l’esperienza fallimentare del fidanzamento, per gioco, per stimolare quei sensi assopiti, mi sono trovato in una situazione che mi ha completamente coinvolto… CAMBIATO! Ho incontrato un UOMO e me ne sono perdutamente innamorato. Ma ho gestito male questo sentimento, l’ho spaventato, e l’ho allontanato.
Ed ora, solo alla ricerca di una verità, ho messo al centro della mia vita l’Amore facendo di quest’uomo il mio DIO, assecondando ogni gesto ogni suo desiderio, dimenticato il resto del mondo e il mio vero DIO. Ma peggio le nostre marcate differenze hanno fatto si che io stesso diventassi DIO, cercando di cambiare l’altra persona, facendo dell’oggetto amato una mia sola prerogativa, insomma ho sbagliato, ho commesso errori su errori.
Ed ora, come novello Adamo, mi sono nascosto dietro un cespuglio, impaurito e ricolmo di vergogna per la mia nudità, ho cercato di fuggire dal mio DIO, temendo la Sua ira, “il mio peccato mi sta sempre innanzi”. Cosa farò? Come vivrò? Sono ad un bivio. Un bivio che mi fa paura. AMARE chi??? ho paura di AMARE. Ho paura di essere AMATO. Ho paura che il mio Signore non mi AMI. Ho paura di me stesso. Ho paura della solitudine del mio cuore.
Mi sono lasciato andare.. senza freni … perdonate. Ho bisogno del MIO DIO!!! dove seiiiiiiiiiii????????
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La risposta…
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Caro Amico, ho letto con vivo interesse e partecipazione la tua lettera… o meglio le tue lettere: una prima scritta da un uomo molto sicuro di se “senza se e senza ma”, forse un po’ presuntuoso: “omosessualità, gay, ecc… sono sinonimi di parole che escludono l’amore!”.
Forse un pagano nel cuore che ha il suo Dio esercente di sicurezze, risarcimenti, e di modelli comportamentali a prova “di errore”, insomma un uomo orgogliosamente “perfetto”. Poi c’è un altro uomo, confuso, turbato e affascinato, che ha il coraggio di varcare confini prima impensabili da superare… ma che sembra ragionare come il primo con schemi rigidi, totalizzanti, idolatra come il primo: così affascinato dall’amore che ha provato da identificarlo con Dio.
E commette degli errori, pone l’oggetto amato sugli altari. Ma che scopre piani e dinamiche liberanti per la sua personalità che non immaginava, e sente la vita più vera ed autentica anche se immersa nella confusione. Infine c’è un terzo uomo, più umano, più spirituale, che finalmente vive l’orrore e l’affascinazione del Mistero.
Un uomo spaventato che al posto di tanti concetti preconfezionati ha un vuoto che lo spaventa “Dio mio dove sei! cosa farò! Come vivrò?”…ora sembra un uomo della Bibbia, uno dei tanti chiamati ad incontrare Dio, chiamato ad un “esodo” dalle sue certezze, che può partire per un viaggio misterioso, inquietante ed affascinante.
Vuoto può chiedere a Dio di essere riempito: prima quante cose occupavano lo spazio di una fede umile, povera e nuda…si ha paura ad essere nudi! Ci si sente in balia… questo terzo uomo che non ha una divinità confortante, forse può alzare lo sguardo “oltre” e rischiare il mistero della fede.
Buon viaggio caro Amico e benvenuto tra coloro che cercano, che lottano, che incessantemente levano al Cielo le mani povere, vuote, magari lorde…ma, pechè vuote, pronte ad accogliere.
Ti auguro di continuare a cercare l’amore, ti auguro di diventare uno capace di coltivarlo, di accoglierlo. Ti auguro di essere un uomo autentico che onora il proprio ed unico modo di amare, e di essere un umile “cercatore” di Dio.