Accettarsi come gay o lesbica per farla finita con la vergogna
Articolo di Bill Ryan tratto da alterheros.com, traduzione di Dino
Quando ci sentiamo improvvisamente allo scoperto davanti ad un qualsiasi pubblico, sia che siamo fatti oggetto di critica davanti ad altre persone, sia che non siamo all’altezza di aspettative che sembrano legittime, ci sentiamo presi in trappola.
La vergogna alimenta l’odio verso se stessi e gli altri e si nutre di disprezzo e di tabù. Ogni persona denigrata o umiliata in pubblico è immediatamente stigmatizzata.
Perciò per eliminare il tabù collegato all’omosessualità, dobbiamo esaminare le fonti della vergogna riferita ai gay e alle lesbiche, è importante per liberarci e liberare, noi e le persone che ci sono intorno.
Prima scena
Sei nel cortile della scuola durante la ricreazione, hai circa nove anni. Vedi un gruppo di bambini che giocano e ti dirigi verso di loro. Prima di raggiungerli provi dei sentimenti confusi di speranza e di timore; uno di questi ragazzi si prende gioco di te. Tu esiti un momento, diviso tra il desiderio di prosegiure e di tornare indietro. Alla fine loro decidono di lasciarti giocare.
Ma in seguito, tu fai un errore e i tuoi compagni ti gridano: “Checca!”. Dato che tu non sai cosa significa questa parola, abbassi gli occhi e ti senti disprezzato. Tutte le persone che ti circondano cominciano a ridere di te.
Seconda scena
Adesso hai qualche anno in più: tredici anni e sei quasi adolescente. Tutto in te cambia: il tuo viso, il tuo corpo, e anche i tuoi sentimenti. Ti senti diverso da tutte le persone che conosci. non sembri integrato nel tuo ambiente. Prima lo eri? Anche il modo in cui guardi la gente è cambiato. ti rendi conto che fissi una persona che ti piace, fino a che improvvisamente essa se ne accorge. Allora distogli lo sguardo, imbarazzato per essere stato sorpreso. Gli altri giovani non sembrano fissare i ragazzi come fai tu. Ti senti molto diverso dagli altri. C’è qualcosa che non va; e non vuoi che lo si sappia, è meglio stare nascosti.
Durante un corso di scienze, quando gli alunni sono riuniti attorno al grande tavolo ti sei appiccicato a quest’altro studente che ti attira tanto. Ma qualcuno se n’è accorto e ne ha parlato. In seguito hai dovuto affrontare il sarcasmo: “Sei un finocchio! Guardate la checca!“.
Tutti gli sguardi si sono improvvisamente rivolti verso di te; e tu avresti voluto sprofondare e sparire. Tutto intorno a te girava. Avresti voluto toglierti di là, fuggire, nasconderti, ma non potevi andare da nessuna parte; ti sentivi in trappola.
Terza Scena
Adesso hai quindici anni, ed hai trovato un amico intimo. Voi andate dappertutto insieme, condividete tutto. Tu lo rendi partecipe dei tuoi segreti più grandi, e per questo ti senti più vicino a questa persona. Vi piace toccarvi ed anche stringervi se capita, quando non vi guarda nessuno. Nel tuo interno ti senti eccitato, provi una sensazione che non capisci molto bene, o che non vuoi capire.
Un giorno, state passeggiando per la strada, l’uno accanto all’altro, senza curarvi dei passanti, quando di colpo spunta un gruppo di giovani che cominciano a gridare:”Guardate gli omo, sono dei malati!“.
Tu abbassi la testa, acceleri il passo. Nè tu nè il tuo amico parlate di questo incidente. Ma lui diventa più occupato, ha meno tempo da passare con te, quasi ti evita. Qualcosa non va più, tu non ti senti a posto, ma nè tu nè lui potete parlarne. Progressivamente si crea un profondo silenzio. E per non avere più la sensazione di essere rifiutato, cominci a nascondere le tue emozioni persino a te stesso.
La teoria della vergogna secondo Tomkins
L’essere umano è sensibile alla vergogna. Ogni persona ha già provato dei sentimenti di vergogna più o meno intensi. E’ normale. Può succedere che la vergogna sia appropriata e necessaria, mentre a volte può essere schiacciante. Aver vergogna consiste nel provare il sentimento doloroso di essere sminuito. Quando proviamo vergogna, i nostri occhi si rivolgono verso la nostra interiorità e ci sentiamo di colpo trafitti dallo specchio ingrandente della nostra coscienza e dello sguardo degli altri.
La sensazione di essere messi a nudo è la caratteristica principale della vergogna; può provenire dall’atteggiamento degli altri oppure da se stessi. Proviamo vergogna quando ci sentiamo improvvisamente allo scoperto davanti ad un qualsiasi pubblico, sia che siamo fatti oggetto di critica davanti ad altre persone, sia che non siamo all’altezza di aspettative che sembrano legittime.
Ci sentiamo presi in trappola. Crediamo che la nostra condizione attiri immediatamente l’attenzione sul nostro viso, il nostro corpo, i nostri gesti, i nostri atti, esponendoci maggiormente e senza alcuna difesa alla vista degli altri. Ecco perché diventiamo subito coscienti del nostro aspetto e del nostro contegno quando abbiamo vergogna. Ci sentiamo improvvisamente in balìa degli sguardi degli altri, quando invece desideriamo sottrarci ad essi.
Le tre reazioni che più spesso si associano alla vergogna sono la paura, l’angoscia e la rabbia. La paura, che spesso si traduce in ansia, si manifesta da quando si incomincia a temere la vergogna. La persona che ha già sperimentato la vergogna avrà timore delle situazioni simili a quella in cui ha conosciuto questo sentimento. L’angoscia, da parte sua, si può manifestare con pianti.
I bambini e gli adulti che provano paura spesso reagiscono cominciando a piangere: semplicemente la forte intensità della paura può dare inizio alle lacrime.
In questo caso,l’ambiente circostante generalmente presta attenzione al pianto e reagisce ad esso, ma la vergogna che sta alla base di questi pianti può rimanere sconosciuta o misconosciuta.
Quando la vergogna raggiunge il suo livello più alto, può provocare la collera; questo sentimento ha una funzione vitale di auto protezione. In alcuni momenti la collera isola la persona stessa che prova questo sentimento, essa ricopre il proprio io messo a nudo.
La persona in collera rifiuta di comunicare, poiché il suo sentimento la porta a ripiegarsi su se stessa e l’allontana dagli altri. D’altronde in altri momenti, la persona arrabbiata a causa della vergogna può provocare o desiderare un incontro con la fonte della sua umiliazione, senza altro motivo che quello di vendicarsi.
Infine la vergogna alimenta l’odio di se stessi e degli altri. essa si nutre di stigmate e di tabù. Ogni persona denigrata o umiliata in pubblico è immediatamente stigmatizzata. E inoltre le persone non desiderano venir associate alla persona umiliata. Per eliminare il tabù collegato all’omosessualità, dobbiamo esaminare le fonti specifiche della vergogna riferita ai gay e alle lesbiche.
Articolo originale: S’accepter comme gai ou lesbienne: Pour en finir avec la honte