“Omosessualità e fede. Un confronto im/possibile?”
Appunti di Roberto D. sul convegno “Omosessualità e fede. Un confronto im/possibile?” (Biella 6 maggio 2008)
Ho partecipato alla serata organizzata dal comitato per il BiellaPride 2008 tenutasi di martedì 6 maggio 2008 presso l’Itis, via Rosselli 2 su: “Omosessualità e fede. Un confronto im/possibile?” a cui sono intervenuti Gustavo Gnavi, gay credente del gruppo Davide e Gionata di Torino e Don Ermis Segatti, docente di Storia del Cristianesimo alla facoltà Teologica di Torino, referente per la Cultura e l’Università della Diocesi di Torino.
Ecco i miei appunti. Gustavo è stato il primo relatore ed ha messo in evidenza i seguenti punti critici:
a) La sessuofobia. Perché la Chiesa ha paura della sessualità? Del sesso? Dei rapporti sessuali? Ha letto un documento del lontano 1929 dove si parla di un brutto vizio, senza mai nominarlo, la masturbazione.
b) L’ignoranza. Non affrontando la tematica sessuale si coltiva l’ignoranza. Non si vuole affrontare il tema, non si vuole sapere niente su quella tematica.
c) Evidenziando che non c’è relazione tra omosessualità e pedofilia. Che sono due tematiche differenti.
d) Inizialmente la sessualità veniva vista solo come atto per la procreatività. Con il Concilio Vaticano II si inizia a parlare di atti sessuali, di gioia, di gratitudine che sono tutti beni dell’amore coniugale. L’aspetto del piacere sessuale non è evidenziato. Perché?
Con PIO X si elencano quattro peccati tra cui c’è quello omosessuale: “Carnale contro natura”. La creazione, continua Gustavo, Dio ha creato tutto e tutto era bene. Ha messo ordine alle cose… il peccato originale ha scombussolato questo ordine. Ma “per fortuna ho sempre incontrato dei preti che mi hanno detto di vivere la mia sessualità così come ero, dicendomi di vivere questa condizione nel miglior modo possibile secondo la tua fede. Non posso amare una donna, perché non posso amare un uomo, cioè il mio stesso sesso? Perché è considerato un amore debole?”.
Prende la parola Don Segatti che puntualizza:
a) La fede: si parla di vita eterna, non solo terrena. Essa mette in evidenza la dignità di fondo dell’essere umano e si misura con Dio.
b) La sessualità è considerata un atto impuro. Il Vangelo però pone a tutti questa domanda: dove va il tuo cuore? Cosa è che conta nella tua vita? La purezza di cuore. Dove è il tuo Tesoro (cuore)? La realtà corporea è stata per molto tempo poco considerata. La materia era inferiore rispetto allo spirito.
La Chiesa mette in evidenza l’incarnazione. Per la Chiesa non c’è nulla del reale che sia profano. Tutto è sacro. La risposta sta nella responsabilità che viene data all’uomo. Tutto può diventare male. Il sesso non è cattivo. Non esiste la sessualità cattiva in sé. Può diventarla però.
Ormai si è a conoscenza che nella Natura la sessualità ha margini di varianti interne. Con le nuove acquisizioni e considerando la responsabilità spirituale limitata all’oggi. Non posso parlare per il futuro perché non sappiamo quali conoscenze avremo allora.
L’omosessualità non è più vista come quella evidenziata nei testi biblici. In quanto allora si basava su due concetti: vi era violenza, abuso nell’atto sessuale; era considerata una devianza da curare.
Nella nostra civiltà occidentale, come forse anche in quella Persiana e Romana, se c’è un valore si crea il diritto cioè la più alta considerazione del valore che si è creato. Non bisogna implorarlo o che venga concesso, alla nascita di un valore esso va riconosciuto. È necessario mantenere la società del diritto, però bisogna ricordarsi che è una società precaria, che ciò che abbiamo acquistato come diritti non è detto che si conservino per sempre.
Secondo Segatti gli omosessuali non posso chiedere il matrimonio perché bisogna salvaguardare la diversità tra famiglia, quella tradizionale, rivolta alla procreazione, e le unioni gay. Queste coppie che necessitano di altri strumenti per essere riconosciuti. Per il principio di disomogeneità. Bisogna salvaguardare l’identità nella diversità.
Tra gli interventi del pubblico si è evidenziato la visione unica nelle cose e la sacralità intrinseca nelle cose, ad esempio la Sacra Famiglia. Quindi come si fa a progettare altri tipi di famiglia se il concetto base prevede un solo tipo di famiglia. Come si fa ad affrontare temi quali l’eutanasia se la vita viene considerata sacra. Una vita da vegetale è ancora da considerarsi vita umana? Un altro intervento chiedeva quando nasce un desiderio si deve creare un diritto? C’è un limite, qual’è?
L’ultimo intervento ha messo in evidenza che non è vero che tutte le coppie etero stanno insieme per procreare anzi molte coppie decidono di vivere senza mettere al mondo figli e non si sentono di certo in torto e non considerano la coppia etero come la sola possibile. Inoltre riversano la propria affettività su molte altre persone.
La sala era gremita di gente e il dibattito è stato molto interessante anche se con molti limiti dovuti alla posizione dei relatori che evidenziano la grande difficoltà che l’omosessuale ha di coltivare il proprio credo e vivere una relazione affettiva alla luce del sole e sapendo che, in questo momento in Italia, le uonioni gay non hano i riconoscimenti che in altre realtà europee esistono da tempo, perché legiferate dai parlamenti nazionali.
Incontro su “Omosessualità e fede. Un confronto im/possibile?”
6 maggio ore 20.30 – Sala Itis, via Rosselli 2, Biella
Relatori:
Don Ermis Segatti, docente di Storia del Cristianesimo alla facoltà Teologica di Torino, referente per la Cultura e l’Università della Diocesi di Torino.
Gustavo Gnavi, gay credente del gruppo Davide e Gionata
Coordina Riccardo Alberto, giornalista.