Come genitore cattolico con un figlio LGBT chiedo alla mia chiesa: “perchè per loro ci sono così tante parole negative?”
Lettera al direttore di Avvenire di Alberto Lisci pubblicata sul giornale Avvenire il 15 luglio 2020, p.2
Caro direttore, le scrivo in merito al dibattito di questi giorni sul disegno di legge contro l’omotransfobia. Non ho competenze specifiche e non mi soffermerò sull’opportunità o meno di approvare una legge del genere. Il mio terreno è un altro, quello genitoriale, ed esorterei un po’ tutti a usare una maggiore sensibilità nell’affrontare certi argomenti.
Sono cattolico praticante da sempre, i miei genitori, persone semplici e poco acculturate, oltre alla trasmissione della fede, mi hanno educato alla tolleranza e al rispetto del prossimo, anche quando questi si fosse dimostrato ostile nei miei confronti. Ebbene, non li deluderò. Ho tre figli e la primogenita già 5 anni fa ha fatto coming out: si era innamorata di una ragazza e aveva iniziato a frequentarla.
Tralasciando tutti i particolari del percorso che abbiamo intrapreso come genitori cristiani di una figlia lgbt, mi soffermo su un particolare che forse sfugge a molti. Una persona lgbt ha dei genitori, una famiglia di origine, vive in un contesto sociale comune a tutti, ha un lavoro, paga le tasse e vive una vita come tanti altri.
L’unica differenza che possiamo segnalare è il suo orientamento sessuale. Sembra che questo però debba per forza condizionare, e in negativo, tutta la sua vita.
E maggiormente debba condizionarla, a detta del pensiero di alcuni, e sottolineo negativamente, anche a tutti gli altri: «Non ha valori né regole, mette a repentaglio la struttura familiare e la sua morale con atteggiamenti riprovevoli, è portatore non sano di devianze, insomma, è un male per l’umanità».
Chi mi conosce sa quanto ami mia figlia e quanto sia orgoglioso di lei, non perché è lesbica ma perché ha dimostrato da sempre una attenzione e una forte sensibilità nei confronti della famiglia, degli amici e delle persone che incontra nella vita di tutti i giorni.
Come genitore non posso che auspicare un rispetto totale e incondizionato nei confronti di mia figlia e farò tutto quanto è in mio potere per cercare di proteggere tutte le persone esposte più di altre a gesti d’odio e di violenza.
La ringrazio per avermi ascoltato, e nell’attesa di un mondo umano degno di questo nome, la saluto cordialmente.