Cosa è un “abominio”? (Levitico 18:22 e 20:13)
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* (USA) tratte da jesuslovesgays (Usa), 30 giugno 2009, liberamente tradotte da Bruno
Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio (Lev. 18:22); Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro. (Lev. 20:13). Per i cristiani conservatori questi testi sembrano sufficientemente precisi e secchi. I testi parlano di atti omosessuali fra maschi; l’azione è chiamata un “abominio” e la sanzione prevista è la morte. Tutto questo sembra piuttosto semplice e suona piuttosto male. Ma che cosa vuole dire questo testo nel suo contesto storico?
Il sesso fra maschi è vietato perché è associato ad attività pagane (la prostituzione cultuale), all’idolatria e a una identità pagana. Il tema, nel Levitico, è religioso, non etico o morale. Vale a dire, non ci si pone la questione se il sesso in sé sia giusto o sbagliato: ogni interesse è rivolto a conservare una forte identità Ebraica. Pertanto, è abusare della Bibbia il citare il Levitico come una risposta alla questione etica moderna se l’omosessualità sia giusta o sbagliata. Il Levitico non si rivolgeva questa domanda. La preoccupazione nel Levitico, il contesto culturale di quel testo, e il significato del rapporto omosessuale maschile nell’antico Israele sono tutti molto estranei alla situazione attuale. Il problema odierno e quello del Levitico sono semplicemente due cose diverse.
Per chiarire ulteriormente la questione, la parola “abominio” è semplicemente un altro termine per “impuro”. Un “abominio” è una violazione delle regole di purezza che hanno governato la società israelita e mantenuto gli Israeliti differenti dagli altri popoli. Gli Israeliti del tempo pensavano che il sesso genitale fra maschi fosse sporco.
Non era vietato perché fosse sbagliato in sé, ma perché offendeva la sensibilità religiosa; esso faceva sì che un uomo ebreo fosse simile a un cananeo. E per i figli d’Israele, popolo eletto da Dio, questo era inaccettabile.
Proviamo ad approfondire lo studio della parola Abominio – (in ebraico: toebah). Essa può anche essere tradotta come “impurità“, “contaminazione” o “sporcizia“. Anche la parola “tabù“, che indica qualcosa culturalmente o ritualmente proibito, sarebbe un’altra traduzione accurata. Il significato del termine toebah diventa chiaro quando ci si accorge che avrebbe potuto essere utilizzato un altro termine ebraico: zimah,. Zimah non indica ciò che è riprovevole per motivi religiosi o culturali, ma ciò che è sbagliato in sé, perché rappresenta un’ingiustizia, un peccato.
Inoltre, nella versione dei Settanta la parola ebraica toebah che appare in Levitico 18:22 è tradotta con la parola greca bdelygma. Pienamente coerente con l’ebraico, il bdelygma greco indica una impurità rituale, una contaminazione. Ancora una volta, vi erano altre parole greche a disposizione, come anomia, che indica una violazione della legge, un torto o un peccato.
La traduzione greca avrebbe potuto utilizzare anomia per tradurre toevah nel caso di “uomo che ha rapporti con un uomo come con una donna”, ma è stato invece utilizzato bdelygma al suo posto.
Evidentemente, gli ebrei dell’epoca pre-cristiana semplicemente non intendevano che il Levitico proibisse l’omosessualità maschile perché era sbagliata in sé. Il Levitico la proibiva perché offendeva la sensibilità ebraica antica: era sporca e di stile cananeo, era antiebraica. Ed esattamente così è stato tradotto il testo ebraico in greco, secoli prima di Cristo.
Secondo la Bibbia, era anche un abominio che egiziani ed ebrei mangiassero insieme; mangiare qualsiasi tipo di molluschi o crostacei; mangiare lo struzzo; avere uno sguardo fiero, una lingua bugiarda, un cuore che escogita piani malvagi; testimoniare il falso; seminare la discordia in una famiglia; usare una bilancia truccata; mangiare sui monti; opprimere i poveri e i bisognosi; prestare a interesse. E questa è solo la punta dell’iceberg “abominio”!
Inoltre, secondo la Bibbia, quelli che dovrebbero essere “messi a morte” includono i figli che maledicono i loro genitori; coloro che hanno commesso adulterio; e coloro che violano il sabato. Se consideriamo che chi si risposa commette adulterio, e che la maggior parte dei cristiani violano il sabato perché festeggiano la domenica invece che il sabato, allora l’elenco di coloro che meritano di essere “messi a morte” rischia di diventare davvero molto lungo!
È chiaro che i cristiani conservatori utilizzano il Codice di Santità e le leggi del Vecchio Testamento in modo selettivo. Hanno posto un peso maggiore sui divieti contro l’omosessualità maschile (si noti che, ancora una volta, le lesbiche sono escluse!) ignorando insegnamenti altrettanto chiari nei confronti di altri “abomini“.
L’uso testuale della Scrittura per giustificare atti di odio, violenza o maltrattamenti contro gli altri, è una cosa pericolosa. Chiaramente, occorre un metodo diverso per interpretare la Scrittura, un metodo che prenda la Bibbia sul serio, ma non alla lettera. Quando chiesero a Gesù quale fosse il più grande comandamento, egli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». [Mt 22,37-40]
Per me, questa è la legge per cui vivere e morire. Ogni giorno mi chiedo continuamente se i miei pensieri, parole e azioni mi avvicinano a Dio / al prossimo o me ne allontanano. Questo sembra un modo molto più sano di seguire Cristo, piuttosto che seguire pochi versetti selezionati dal Codice di Santità, ignorando il resto.
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays.blogspot.com