Davanti allo specchio. Impariamo a stare bene con noi stessi
Testimonianza tratta da sisterfriends-together.org (Stati Uniti) del 10 giugno 2009, liberamente tradotta da Silvia Renghi
Sono stata obesa per tutta la vita. Ho trascorso la mia vita passando da bambina grassa a paffuta, da sovrappeso ad obesa a morbosamente obesa. Sapevo solo com’era essere la ragazza più grossa in ogni classe e la donna più grossa in ogni riunione. C’erano limitazioni nella mia vita dovute al mio peso. C’erano cose che volevo fare ma non ho avuto la salute fisica per farle.
C’erano posti in cui volevo andare ma in cui non sono potuta andare perché la mia circonferenza fisica ha reso troppo difficile arrivarci. Essere grande divenne il mio posto nel mondo e ciò non è stato facile e ha reso alcuni momenti strazianti per l’umiliazione, era tutto quello che avevo conosciuto e così, come fanno tutti gli esseri umani, ho trovato un modo per stare bene in ciò che mi era familiare anche se a volte familiare voleva dire doloroso, imbarazzante, miserabile e scomodo.
Negli ultimi dodici anni ho perso quasi 160 libbre (ndr circa 72,5 Kg), le ultime 50 da gennaio di quest’anno. Sono del peso di quando andavo al liceo, quando stavo semplicemente passando da quel peso verso un peso maggiore. Tutta la vita ho fantasticato su come sarebbe stato rientrare in un peso normale e, ora, all’età di 52 anni, ci sono arrivata.
Io sono in una condizione, con il mio corpo e la mia salute, che non avrei mai immaginato fosse possibile e ora che ci sono arrivata, sono comprensibilmente entusiasta e grata e allo stesso tempo tutto ciò è totalmente snervante e strano.
Mi guardo allo specchio e penso a me stessa, “Non sono io. Questa non sono io.” Quando sono in piedi al banco del negozio per acquistare dei pantaloni taglia 12 (ndr 44-46 in Italia), la mia testa mi dice, “Sono troppo piccoli per te. Non ti stanno.”
In un modo che è difficile da spiegare mi sento, a volte, come un impostore perché questo corpo in cui mi trovo non è il corpo che ho sempre conosciuto e in cui ho vissuto cercando di relazionarmi con il resto del mondo.
Non voglio tornare alla vita precedente alla mia perdita di peso, ma allo stesso tempo, quella vita è ciò che decisamente mi è più familiare mentre questa nuova mi ha un po’ scossa e destabilizzata.
E io non sono la sola stordita dai cambiamenti. Anche le persone che mi hanno sempre conosciuta come “la grande ragazza” sono un po’ disorientate.
Di recente sono stata con una donna che mi ha sempre vista come molto più grande di lei e così tutto il giorno la nostra conversazione è stata interrotta da commenti casuali come “Non posso abituarmi a vederti così!” e “Sei quasi delle mie stesse dimensioni!”
Questa è la situazione. Non solo le persone mi vedono sempre in un corpo di dimensioni diverse, ma i cambiamenti nel mio corpo li stanno rendendo consapevoli del loro e questo è il motivo per cui la loro conversazione sempre più frequentemente si indirizza verso il loro proprio interesse a perdere peso e ad essere in forma.
Ci sono un’infinità di pazzi pensieri che vagano nella testa di qualcuno, perlomeno nella testa di chi ha perso così tanto peso.
Ho conosciuto un certo numero di persone obese che condividono le stesse esperienze e sentimenti e quindi so di non essere l’unica che passa attraverso un periodo di adattamento per far incontrare la vecchia testa e il vecchio cuore con il nuovo corpo.
Ci vuole solo tempo. Ci vuole tempo per imparare a relazionarsi con il mondo in un corpo diverso e a sentirsi a proprio agio per come il mondo si relaziona con voi.
Immagino che lo stesso sarebbe vero per chiunque attraversa qualsiasi cambiamento importante nella vita per cui lascia ciò che è familiare per qualcosa che è completamente nuovo.
Forse è ciò che aumenta la tensione interna per cui molti di noi passano a fare coming out come omosessuali.
Abbiamo trascorso gran parte dei nostri giorni a relazionarci con il mondo, o almeno credendo di farlo, come uomini e donne etero (e provate a immaginare per un attimo, se avete il coraggio, come deve essere per i nostri fratelli e sorelle trans!)
Avevamo il nostro posto nel mondo, sapevamo come relazionarci con il mondo e il mondo sapeva relazionarsi con noi.
E anche se potremmo aver vissuto meno rispetto a chi sapevamo di essere veramente e sentivamo il dolore di non essere completamente interi e pienamente vivi, quasi tutti i giorni siamo stati bene, perché almeno la vita che stavamo vivendo era familiare.
Fare coming out con noi stessi ha cambiato tutto. Siamo venuti a vedere qualcosa di noi stessi che non avevamo mai visto prima, forse semplicemente perché avevamo rifiutato di guardare quella parte della nostra vita, e se noi avessimo cercato di catturarla con un colpo d’occhio, non avremmo visto quello che abbiamo visto.
Accettare che eravamo omosessuali è stato difficile per molte ragioni, tra cui i conflitti con la nostra dottrina di fede, ma è stato anche scomodo semplicemente perché era “qualcosa di ignoto”.
Sapevamo che era giusto perché lo avevamo fatto per tanto tempo, ma accettando noi stessi come gay, lesbiche, bisex, trans (GLBT) o Queer era come stare in apnea in un territorio completamente nuovo!
All’inizio non era familiare e così ci faceva sentire scomodi. Mi guardo allo specchio e vedo una persona di dimensioni normali ma la mia testa sta ancora dicendo “Questa non puoi essere tu. Supponi di essere più grande di così!” e nello stesso tempo potremmo aver sempre saputo nel profondo di essere gay ma la testa stava ancora dicendo “Questo non può essere vero. Sono una persona retta.”
Un enorme cambiamento di auto-identità e il modo in cui ci vediamo nel mondo è sempre legato ad un drammatico sconvolgimento interno e, quindi per buona misura, porta a bloccare l’eccesso di subbuglio notificando al mondo intorno a te che una parte della tua identità è diversa da quello che appariva e si presumeva che fosse.
Proprio come le persone che mi hanno conosciuto per tutta la vita si relazionano (e reagiscono!) per un po’ in modo differente verso di me come persona di dimensioni normali, le persone si relazionano (e reagiscono!) in modo diverso nei nostri riguardi quando si mettono nella posizione di lasciarsi alle spalle le loro idee riguardo a noi come un uomo o una donna retti per considerarci una donna o un uomo gay.
Noi stiamo cambiando il modo in cui il gruppo (chiesa, famiglia, amici, società) si identifica con noi e ogni volta che qualcosa o qualcuno cambia nel gruppo, è un caos transitorio per tutti. Ho enfatizzato abbastanza l’ultima frase?
Sto prendendo un po’ di tempo per me per abituarmi alla nuova immagine riflessa nello specchio. Ho intenzione di comprare qualche altro pantalone taglia 12 prima di lasciarmi andare ad una taglia più grande.
Quando questo corpo mi diventerà più familiare sarò più a mio agio perché la testa sarà in sincronia con il corpo. E anche le altre persone avranno bisogno di tempo.
Le persone che mi hanno sempre conosciuta come morbosamente obesa dovranno trascorrere più tempo con me che vivo nel mio corpo più piccolo per fare i conti con l’idea che la piccola Anita è ancora la stessa Anita. Ci vuole solo tempo.
Se avete appena fatto coming out con voi stessi o avete intrapreso il passo successivo per fare coming out con gli altri, è un po’ più complicato di tutto ciò.
Ci sono tutte le considerazioni religiose e sociali che complicano la nostra accettazione interna e le reazioni degli altri, e c’è ancora questo aspetto fondamentale dell’identità cambiata, al di sotto di tutto, che naturalmente verrà risolto con il tempo. Dovete dare a voi stessi e agli altri il tempo di adeguarsi ai cambiamenti.
Avete bisogno di tempo per sentirvi a vostro agio nella vostra pelle. Come una lesbica. Come un uomo gay. Come un bisessuale. Come un uomo. Come una donna.
E gli altri hanno bisogno di tempo e di solito hanno bisogno di più tempo di noi perché noi abbiamo il vantaggio di vivere le modifiche 24/7, mentre loro stanno cercando di dare un senso a questo dall’esterno.
La mia fisicità e la vostra sessualità potrebbe aver assunto una forma diversa, ma dobbiamo ricordare, come essi hanno bisogno di ricordare, che per il nostro cuore e la nostra anima siamo ancora gli stessi di sempre, e che i cambiamenti attraverso i quali abbiamo raggiunto la piena coscienza di noi stessi serviranno solo per migliorare; dandoci la libertà di essere più liberi dalla trappola di questo corpo o dall’identità che mai realmente si adatta a noi.
Testo originale: Getting Comfortable With Who You Really Are