Per gay e lesbiche credenti è tempo di uscire dall’ombra per vivere con pienezza!
Quanta Verità c’è in questa affermazione… Ho pensato subito a quando ero novizia, in un convento di suore, pensavo di essermi messa alla sequela di Gesù in modo radicale, mentre in realtà mi ero assicurata un rifugio, avevo stabilito una base sicura e un fortino in cui stare comoda e tranquilla. Solo quando ho messo il piede fuori da quel luogo e da quella identità per sposare la mia vera identità e vivere in pienezza la mia affettività ho cominciato a vivere la Fede.
Mi pare che stia accadendo questo anche per la comunità gay italiana… Il coming out come primo passo di un cammino… Un cammino in cui ci esponiamo, ci mostriamo alla città e ci mettiamo in cammino: questo è necessario per uscire dal ghetto. Forse ci stiamo rendendo conto che lo spazio di ombra in cui teniamo la nostra identità gay dentro agli ambiti di vita quotidiana (famiglia, lavoro, parrocchia, ecc) può considerarsi un ghetto, una prigione: per la maggior parte della gente non è un problema se sei omosessuale, importante è non dirlo, non esprimerlo, non viverlo in pienezza. Questo il messaggio che ci arriva in modo implicito da tanti parenti, amici e parrocchiani.
Ma Gesù Cristo non ci ha promesso la Vita in pienezza? E perchè noi non possiamo desiderare e ambire alla pienezza?
Questo grido mi urla nel cuore durante le fiaccolate e i raduni di questi giorni: Signore, perchè noi gay, lesbiche, trans non possiamo ambire a vivere la pienezza dell’esistenza???? Perchè?
Perchè dentro alle nostre comunità, dentro alle nostre famiglie cristiane a livello profondo sentiamo che viene posto un limite, un confine all’espressione vera e globale di noi come persone?
E lo sappiamo tutti: la drammatica conseguenza di questa vita nel ghetto sono la depressione e la colpevolizzazione…
Mi piace la mobilitazione della comunità in questo periodo e amo i raduni del venerdì a Roma: sono stata alla Fiaccolata al Colosseo poi a Piazza Navona e sarò con tutti gli altri a Montecitorio.
Ho voglia di partecipare a testa alta a questi appuntamenti e di urlare insieme e con forza le nostre richieste, di far conoscere le nostre necessità, di ascoltare e raccontare le nostre storie…
Questa è la rivoluzione necessaria: uscire dal ghetto, liberarsi della prigione invisibile in cui siamo rinchiusi. E questo non per amore di contrapposizione, ma per una questione di salute pubblica!
Perchè dove c’è un omosessuale nascosto c’è un’energia d’amore penalizzata. Di questo sono convinta perchè l’ho provato e lo provo sulla mia pelle.
Da quando Alessandra è incinta è stato necessario aumentare la nostra visibilità: anche chi non sapeva di noi, necessariamente ora sa. Mi sarei aspettata una maggiore diffidenza e delle maggiori difficoltà, invece stiamo constatando tanta accoglienza e stima! Questo mi da speranza e mi fa andare avanti in questo cammino. Con questo nel cuore spero di poter condividere con voi l’appuntamento di venerdì prossimo in piazza Montecitorio e tutte le altre attività ed eventi che abbiamo davanti!
un abbraccio fraterno
Natascia