Essere madre non è facile. Essere una figlia lesbica nemmeno
Riflessioni di Maria Jesus Mendez pubblicate sul sito della rivista “Mirales MGZ” (Spagna) il 1 maggio 2013, liberamente tradotte da Adriano.
No, non c’è via d’uscita. A mia madre non piace la parola “lesbica”. Nonostante io, sua primogenita, sia proprio lesbica. L’eterosessualità non è il nostro unico disaccordo. Abbiamo iniziato 32 anni fa, quando rimase accidentalmente incinta di me nel suo ultimo anno in collegio. Con conseguenze nefaste: lo scandalo sociale, il non poter andare all’università, lo sposarsi con un ragazzo che conosceva poco, il dover trovare un lavoro, il prendersi cura di una bambina…
Il tempo ha aumentato i disaccordi. Lei è bionda, io sono castana. Lei parla poco. Io parlo troppo. Lei è discreta, io porto i cartelli nelle manifestazioni. Lei non vuole mai parlare male, io dico quello che penso. Lei è fedele e leale, io sto imparando. Abbina sempre i colori, io ci sto provando.
Essere madre non è facile. Essere figlia nemmeno. A mia madre non piace la parola “lesbica”. Per questo sostantivo prova vergogna, paura, senso di colpa, rabbia, tristezza. A me piace. In questa parola trovo gioia, amore, libertà, felicità, desiderio. Disaccordo. Descrive una madre che spera che sua figlia sia “normale”, che sia felice e che sia nei parametri di ciò che è socialmente accettato e valorizzato. Una ragazza di buona, sana, eterosessuale, responsabile, modesta, amorevole e premurosa con la sua famiglia.
Disaccordo. Descrive quando una figlia vuole essere accettata e amata anche nella “anormalità”. A mia madre non piace la parola “lesbica”, ma è interessante notare, nella nostra storia di contrasti, che è proprio quello che abbiamo in comune.
Che cosa fa male a una madre quando sua figlia è lesbica? Pensa che la discrimineranno, che sarà più difficile che abbia figli, che la società non sia preparata, la sua differenza nei confronti degli altri, ciò che pensa la gente. Anche in questo caso, non è facile essere una madre. Ma in questo contesto non è nemmeno facile essere una figlia. Rischi di deludere, di essere meno amata, di non soddisfare le aspettative.
E’ stato un processo. Un processo che ha avuto armi, trincee e ferite, come in guerra. Ha avuto anche un momento di pace e di accettazione. Lei ha dovuto accettare che non poteva cambiarmi. Io, ho dovuto accettare i suoi tempi. Le osservazioni. Lei il vedermi felice, innamorata, con il cuore spezzato, il vedermi soffrire, il vedere riprendermi, il vedermi procedere, il vedermi crescere e ricominciare. Anche il solo vedermi vivere.
Il mio lesbismo è stato un banco di prova per me e mia madre. Qualche giorno fa, in occasione della campagna del giorno della visibilità lesbica di MiraLes, mia madre ha scritto il seguente commento:
Un bacione a mia figlia Maria Jesus da sua madre, che è molto orgogliosa di tutto ciò che è stato realizzato in Spagna, soprattutto per la sua rivista MiraLes, e per il fatto di continuare ad aiutare e difendere i diritti delle persone lesbiche, lo stai facendo alla grande, ti amo così tanto. Un grande abbraccio dal Chile.
Disaccordi. Che a volte si sistemano con l’amore e che iniziano ad essere degli incontri, dei legami forti. Mia madre dice che è orgogliosa di me. Credo che lei non possa immaginare quanto io sia orgogliosa di lei.
(Dedico queste righe) a mia madre Paula e alle madri di lesbiche che ancora non depongono le armi.
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Titolo originale: “Ser madre de lesbiana”