Finché morte non ci separi. La lotta di una coppia gay cattolica per il riconoscimento
Riflessioni pubblicate sul sito dell’associazione Human Rights Campaign (Stati Uniti) il 17 maggio 2016, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
“Finché morte non ci separi” sono alcune delle parole più sacre dei voti matrimoniali, l’impegno ad amare l’altro o l’altra nel bene e nel male per tutta la vita. Non sorprende che le decisioni più importanti e fondamentali che prendiamo con, e per, le persone che amiamo, sia di onorarci l’un l’altro anche nella morte con servizi funebri, rituali e lapidi.
Greg Bourke e Michael De Leon sono cattolici da tutta la vita. Si sono sposati in Canada nel 2004, sfidando coraggiosamente il divieto vigente in Kentucky al matrimonio gay e comparendo come querelanti nello storico caso di fronte alla Corte Suprema: Obergefell contro Hodges. Inoltre, stanno insieme da più di trent’anni, con dei bellissimi bambini e il loro contributo a una comunità favolosa.
Lo scorso giugno hanno vinto davanti alla Corte Suprema, adesso stanno intraprendendo un’altra battaglia. Dopo aver comprato una sepoltura doppia al cimitero di San Michele in Kentucky, l’arcidiocesi di Louisville, che sovraintende al cimitero, ha respinto il progetto della loro lapide, che include i loro nomi, le fedi matrimoniali intrecciate (simbolo del loro amore e di quel matrimonio per il quale hanno tanto lottato), una croce (simbolo della loro fede) e un’immagine della Corte Suprema (dove finalmente hanno acquisito il diritto di convalidare il loro amore davanti al governo e alla società).
Dopo mesi di attesa, la lettera mandata dall’arcidiocesi a Bourke e De Leon afferma che l’immagine della Corte Suprema e l’uso degli anelli nuziali “non sono in linea” con gli insegnamenti della Chiesa: “L’epitaffio, queste ultime parole sulla pietra tombale, sono dichiarazioni sacre e personali sulle nostre vite, sulla nostra fede, su ciò che abbiamo realizzato per noi stessi e per quelli che amiamo“ ha detto Lisbeth Melendez Rivera, direttrice del Catholic and Latino Initiatives: “Negare l’utilizzo di queste parole, di queste immagini e di questi simboli non fa onore né all’amore, né alla fede, né alla tradizione. C’è così tanto spazio, nell’appello di papa Francesco, alla misericordia e all’accettazione in una comunità cattolica diversa, che apprezzi la grazia e la generosità dei nostri fratelli e delle nostre sorelle LGBTQ invece della decisione miope e dolorosa dell’arcidiocesi! Questi due uomini credenti meritano di meglio”.
Bourke e De Leon hanno vissuto vite piene e hanno lottato per l’uguaglianza. Il National Catholic Reporter li ha festeggiati come persone dell’anno per il 2015. C’è inoltre da aggiungere che parecchi anni fa Bourke è stato rimosso dalla sua posizione in un gruppo d boy scout, ma dopo che è stato tolto il divieto di entrare (negli scout) alle persone LGBTQ, nel 2015 il suo rientro è stato proibito dall’arcivescovo Kurtz, che ha definito la decisione della Corte Suprema sui matrimoni gay “un tragico errore”.
Testo originale: Let’s Honor Love, Commitment and “Til Death Do Us Part”