Gay e lesbiche davanti alla paura della vecchiaia
Riflessioni tratte da cathogay.canalblog, liberamente tradotte da Dino M.
Sembra che uno dei maggiori timori dei gay sia quello di trovarsi in una casa di riposo insieme, e soltanto, con degli etero. Per molti questo fatto rappresenta una regressione rispetto al loro stile di vita e alla libertà di cui godevano nella vita “normale”.
Essi temono, come minimo, la noia. Inoltre è probabile che gli anziani etero siano più omofobi delle generazioni più giovani. Non a caso alcuni pensano che sia il motivo per cui la Chiesa Cattolica Romana è tanto omofoba: forse perchè è governata, in larga misura, da persone anziane.
Negli Stati Uniti, delle “comunità” o degli “ambienti gay” per anziani sono stati realizzati in tanti posti in questi ultimi 20 anni, in particolare negli stati soleggiati come la California e la Florida. Lì si può essere scopertamente omosessuali. Ci si ritrova oltretutto in mezzo ad amici e, colmo dell’ironia, succede persino che sia il primo luogo in cui alcuni osano dichiararsi apertamente gay. Ma sembra che a poco a poco prenda corpo il timore che questi posti non possano sopravvivere, soprattutto per ragioni finanziarie.
Mi sono commosso molto leggendo, nell’articolo che ho appena terminato, la dura realtà di alcuni omosessuali che si ritrovano in case di riposo in cui devono “ritornare nell’armadio” e nascondere di essere gay, dato che la maggior parte dei residenti sono omofobi. Immagino anche la difficoltà, per una coppia in età, di trovare un posto in cui possa essere accettata proprio come coppia gay.
Il mondo omo europeo è ancora largamente percepito come un mondo “giovane”, sempre in festa e facilone. E’ probabile che, tra qualche anno, la generazione dei festaioli e degli amanti dei locali degli anni 80 comincerà a porsi domande sul suo pensionamento. Non tanto in termini finanziari, ma soprattutto in termini di vita sociale.
Bisogna creare delle residenze della terza età riservate agli omo? Ma questa non sarebbe una discriminazione anti-etero? Dopo la rivendicazione del matrimonio omo, il mondo associativo gay chiederà un trattamento speciale per gli anziani gay?
Sarebbe bello che esistessero delle case di riposo omo in cui, per la prima volta nella loro vita, degli uomini e delle donne possano dichiararsi gay, quando invece le preoccupazioni per la loro vita professionale o familiare li hanno costretti nella clandestinità fino ad allora.
C’è qualcosa di bello nell’immaginare questi “fratelli grigi” che aspettano l’epoca del loro coming out e nello stesso tempo l’epoca della pensione, come un momento di grande felicità.
All’estremo opposto, il mio amico Tom (che ha 74 anni e continua la sua vita di coppia con un uomo più giovane di me, ma questa è un’altra storia) ha una vita sociale molto attiva, in associazioni ma anche in viaggi e crociere che sono ampiamente indirizzati ad anziani gay. Quando vedo lui, ma anche altri, non ho alcun dubbio che il pensionamento già oggi sia per molti omosessuali un momento formidabile.
Inoltre in molte associazioni, i pensionati sono un prezioso aiuto, come del resto succede nel mondo etero. E per ciò che riguarda il mondo cattolico, non mi stupirei che, come nel resto della Chiesa in Europa, ci siano dei “fratelli grigi” che diventino i custodi delle chiese che ci sono nel centro di ogni paese.
Chi sa, forse è l’arrivo dell’autunno che mi ispira questo genere di riflessioni?
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