I 20 anni di cammino de La creta, il gruppo di omosessuali credenti di Bergamo
Riflessioni di fra Paolo Giavarini accompagnatore spirituale de La creta, il gruppo di omosessuali credenti di Bergamo
Il 15 marzo 2021 il Gruppo degli omosessuali credenti di Bergamo ha compiuto 20 anni. Tracciare le linee fondamentali del nostro cammino non è particolarmente difficile.
Il 3-4 marzo del 2001 si tenne a Torrazzetta di Borgo Priolo (PV) uno dei ritiri organizzato dal Gruppo La Fonte di Milano. Questi eventi – guidati da don Domenico Pezzini – sono stati per alcuni anni uno degli spazi d’incontro di molti omosessuali credenti, che partecipavano sia come singoli, sia come Gruppi presenti in Italia, ma anche da qualche Paese straniero. In quell’occasione ci trovammo circa in una decina di Bergamaschi: alla fine di quell’incontro ci chiedemmo perché non provare a iniziare un gruppo simil La Fonte anche a Bergamo. Decidemmo di provarci.
Il 15 Marzo 2001 ci incontrammo in una casa privata alla periferia di Bergamo. Il ricordo di quel primo incontro è il senso di timore, di vergogna, ma anche la speranza gioiosa che accompagna tutti gli inizi. Stabilimmo di incontrarci il mercoledì, ogni 15 giorni, soprattutto per permettere a chi l’avesse voluto di continuare a frequentare gli incontri de La Fonte a Milano che si tenevano la domenica pomeriggio. La struttura dell’incontro fu subito fissata: mezz’ora di chiacchiere, un’ora di discussione su qualche tema, avvisi e comunicazioni, preghiera finale.
Il gruppo si strutturò come il gruppo La Fonte: importanza all’ascolto delle persone, nessun intento rivendicativo, tentativo di accordo e sintonia tra i due aspetti che ci interessavano: la nostra omosessualità e la nostra fede. Oltre al rifiuto dell’idea del Gruppo ghetto: i due incontri mensili non dovevano distogliere i partecipanti dal frequentare i luoghi della propria appartenenza ecclesiale: parrocchie, oratori, gruppi e associazioni.
Di fatto il primo periodo andò ben al di là delle nostre aspettative: nel giro di qualche incontro arrivammo a 20 partecipanti, che per una città come Bergamo era un numero rilevante. Probabilmente anche le attese e le finalità dei partecipanti erano molto diverse tra loro. La scelta del nome del Gruppo avvenne il 28 novembre 2001: la frase di S.Paolo “Portiamo un tesoro in vasi di creta” (2Cor 4,7) ci ispirò: il nome “creta” – materiale umile ma che lavorato da mani esperte può diventare tegola, lampada e vaso – prevalse su altre scelte, e La Creta ci chiamammo. Ben presto ci fu il bisogno di trovare una sede più ampia: la Comunità di San Fermo in Bergamo ci aprì la sua porta secondo uno spirito di evangelica accoglienza. Dal 9 Gennaio 2002 la sagrestia della Chiesetta di san Fermo o la saletta del sopra sagrestia divenne la sede ideale: in città e accolti in una realtà ecclesiale della nostra Diocesi.
Di fatto la scelta della nuova sede portò il nostro gruppo a ridimensionarsi notevolmente: nel giro di un anno probabilmente si erano chiarite le motivazioni del gruppo e quelle dei singoli. In qualche settimana diventammo la metà. Per un tratto di cammino pochi componenti portarono avanti gli incontri de La Creta. Probabilmente solo continuando a frequentare anche La Fonte a Milano trovammo la forza di non abbandonare tutto.
Dal 2004 qualche cosa mutò: il passaparola portò a un incremento progressivo di partecipanti fino ad arrivare a una media di 15-20 persone a serata con alcuni impossibilitati che mandavano i saluti. Insomma un gruppo di tutto rispetto che andava caratterizzandosi come il granello di senape della parabola di Marco 5,32: il più piccolo dei semi era cresciuto come un alberello dell’orto capace di offrire riposo a chi voleva fermarsi un po’. Giorni, mesi, anni: ciascuno poteva decidere di stare con noi e fare il suo tratto di percorso, ascoltando, confidandosi, aprendoci il cuore e venire rinfrancato e aiutato a fare pace con se stesso, la sua condizione di omosessuale e la sua fede di credente, tanto o poca essa fosse.
Dal Natale del 2004 si chiarì anche la nostra collocazione ecclesiale a livello Diocesano: scrivemmo gli auguri al nostro vescovo presentandoci come gruppo di omosessuali credenti e ricevendo dal Vescovo Roberto Amadei risposta. Quel semplice biglietto d’auguri inaugurò una presenza del nostro gruppo a livello diocesano, certamente senza pretese, ma anche molto chiara fin dall’inizio: sempre abbiamo comunicato al Vescovo le nostre idee, i nostri scritti.
Non siamo mai stati ostacolati. Anzi l’attuale vescovo, Francesco Beschi, ci ha spesso riservato parole di stima. Stima non da ultimo manifestata dalla partecipazione alla Veglia per il superamento dell’omofobia (maggio 2019) e dall’aver fatto nascere con la partecipazione del gruppo La Creta una commissione diocesana in vista di una pastorale per le persone omosessuali e i loro famigliari.
Il nostro gruppo ha fatto dell’incontro personale e dell’ascolto con chi arrivava da noi il centro della sua attività. Ma nel tempo ci siamo cimentati in alcuni interventi scritti, prima in collaborazione con il gruppo La Fonte, poi in maniera autonoma. Contributi al Congresso nazionale della chiesa di Verona, al Sinodo straordinario sulla famiglia, uno scritto a Walter Danna autore del libro Fede e omosessualità (che siamo anche andati a incontrare personalmente a Torino) sugli aspetti positivi e i rilievi critici al suo libro. Fino alla lettera al Vescovo di Bergamo dopo il responsum negativo della Congregazione della Dottrina della fede sulla possibilità di benedizione delle coppie omosessuali. Questi scritti li abbiamo sempre fatti pervenire anche al nostro Vescovo.
Quante persone abbiamo accolto in questi anni? Tante ne abbiamo accompagnate ad accettarsi, a pacificarsi, a ritrovare una vita di fede non in dissidio con la propria condizione omosessuale, a iniziare una relazione di coppia, ad aprirsi a parenti e amici, a vivere esperienze di volontariato, di catechesi, di preghiera.
Il tutto in un atteggiamento di dialogo con realtà omosessuali di diverso tipo, senza mai venire meno al nostro carisma: cercare il dialogo tra fede e realtà di fede e la condizione omosessuale, senza negare nessuna delle due. Anche quando è faticoso, anche a costo di apparire troppo cattolici per gli omosessuali e troppo omosessuali per i cattolici. Dialogo e comunione, noi si è cercato di restare fedeli.
Le testimonianze che seguono rivelano altri aspetti del gruppo, sfumature e pezzi di cammino in diverse direzioni. Noi cerchiamo di continuare il nostro percorso, certi di Dio e accompagnati dai fratelli.
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