Il cammino d’inclusione dei cristiani LGBT cileni di Padis+
Articolo pubblicato sulla rivista gesuita Mensaje (Cile), gennaio-febbraio 2017, a cura della Pastorale della Diversità Sessuale di Santiago (PADIS+), liberamente tradotto da Gabriella Maria Cuccia, parte seconda
Portare e diffondere la buona novella. “Non si accende una lampada per coprirla con un recipiente o per metterla sotto il letto, ma si mette su un candelabro, perché chi entra possa vedere la luce.” (Luca 8:16)
La delegazione Padis+ non ha portato con sé da Roma solo la benedizione papale. Il viaggio ha permesso loro di incontrare più di venti comunità cattoliche LGBTI in un incontro tenuto nell’ambito del Sinodo sulla famiglia, e di conoscere le diverse realtà che esistono nel mondo: “[L’incontro] ci ha aiutati a conoscere l’esperienza di altri gruppi pastorali e a prendere coscienza del livello di violenza che esiste in Africa, della tolleranza che può esistere in Europa o dell’accettazione culturale che esiste in Asia. Ma ci siamo anche resi conto che possiamo lavorare insieme e sostenerci a vicenda a partire dalla preghiera o dalle opinioni [che scambiamo]”, spiega Fernando, rappresentante della Pastorale in questa rete.
Quell’incontro è stato il primo passo per la creazione della Rete Globale dei Cattolici Arcobaleno (GNRC, acronimo inglese di Global Network of Rainbow Catholics), che riunisce pastorali LGBT cattoliche o cristiane, genitori e famiglie di persone LGBT, e che cerca di dare visibilità alla realtà di queste persone nella Chiesa nei vari luoghi: “Conoscere queste realtà è anche una vocazione ad aiutare altri fratelli e sorelle, che in Cile e nel mondo non vivono in pace. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma stare insieme ci dà più forza per continuare a lavorare. Stiamo sviluppando un muscolo che dovrà muoversi per spingere quest’auto”, dice Fernando.
Dalla partecipazione a questa Rete e al secondo Incontro Apostolico Nazionale dei responsabili della CVX del Cile (2015), in Padis+ è nata la necessità di portare la propria testimonianza alle Comunità di Vita Cristiana e a tutti coloro che oggi stanno aspettando per ricevere questa buona novella. Nasce così il progetto apostolico Pastorale della Diversità Sessuale Regionale, un modo per rendere visibile questa luce nei luoghi dove c’è la volontà di conoscere la realtà dei cattolici omosessuali e per stimolare l’incontro delle comunità LGBT al di fuori di Santiago.
Carmen Luz, madre del gruppo dei genitori Padis+, afferma che questo progetto “cerca di diffondere l’inedito percorso di accoglienza e inclusione che la CVX, attraverso questa Pastorale, ha introdotto nella Chiesa cilena. Le conoscenze che abbiamo acquisite ci consentono di diffondere un’esperienza di Chiesa inclusiva, che può anche educare i suoi membri sui temi della diversità sessuale”.
Tuttavia, lo spirito di questo progetto vuole andare oltre la realtà della CVX per raggiungere le parrocchie, le scuole e gli spazi dove si trovano anche i gesuiti. Tuttavia, è vivo il desiderio che questa Pastorale superi i limiti di questo apostolato.
I cattolici omosessuali hanno la stessa missione di ogni altro battezzato: portare la Buona Novella al mondo. Tutto sta nel far capire come gli omosessuali che hanno deciso di rimanere nella Chiesa vivano nella fede e nella vita comunitaria, e nel raccontare, con le loro testimonianze, che c’è uno spazio all’interno della Chiesa per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, perché c’è un valore fondamentale in questo: le persone omosessuali, alla luce del Vangelo, condividono la stessa dignità dei figli di Dio, proprio a partire dalla particolarità di questo orientamento sessuale.
Oggi la Padis+ ha portato questa luce in città come Concepción, Osorno, Puerto Montt e Arica, e vuole arrivare a La Serena e Punta Arenas. Caso eccezionale è Valparaíso, dove la Pastorale è nata prima che questo progetto apostolico prendesse forma.
Tra le preoccupazioni emerse all’inizio di questo pellegrinaggio regionale c’era il dubbio su come accogliere questa novità. Come si deve valutare l’omosessualità nella Chiesa, al di là del pregiudizio e della condanna? Ciò che è certo è che, nel dialogo con chi vuole ascoltare, con le comunità CVX delle città visitate, possiamo vedere le diverse percezioni della tematica legate alle varie generazioni.
L’omosessualità dai più giovani è vista in modo più naturale, dicono apertamente di avere amici e amiche LGB, ma sono preoccupati di sapere cosa sta succedendo nel mondo degli adulti. Questi ultimi, d’altro canto, vogliono imparare come esprimersi di fronte al mondo omosessuale, quali parole dire, e cercare di capire come una persona lesbica o gay vive il proprio orientamento all’interno della Chiesa.
Per coloro che hanno portato la buona novella della Padis+ nelle varie regioni è stata un’occasione per scoprire quanta gente è alla ricerca di informazioni su questa realtà che è per loro nuova, e molti sono pronti a riconoscere sempre il valore delle persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, e la necessità di comprendere la realtà dell’omosessualità.
L’appello di Sua Santità affinché ogni persona sia rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, cercando di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, ha generato nella Padis+ la speranza che questo progetto e i suoi frutti siano solo una necessità transitoria, fino al giorno in cui tutt*, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, si sentano accompagnat*, integrat* e riconosciut* nella loro condizione di figli e figlie di Dio.
Testo originale: Padis+: Una Iglesia que acoja la diversidad sexual