Il caso Englaro e la notte della gerarchia cattolica
Dichiarazione rilasciata da Giampaolo Spettoli, portavoce del movimento Noi Siamo Chiesa – Emilia Romagna, il 15 febbraio 2009
Leggo con attenzione e rispetto le riflessioni del nostro Vescovo (ndr di Bologna) sulla “vicenda Englaro” pubblicate su “Bologna sette” di oggi (15 febbraio 2009). L’Arcivescovo si pone subito la domanda del profeta Isaia: “Sentinella, quanto resta della notte”? ed io mi chiedo a mia volta: quale notte?
Si considera “notte” che uno Stato sovrano quale è (o dovrebbe essere) l’Italia abbia una propria Costituzione, proprie Leggi e Istituzioni preposte ad interpretarle e a farle rispettare? Si considera “notte” che in Italia convivano (o dovrebbero convivere), pacificamente e ordinatamente, culture diverse?
Con quale diritto si parla di uccisione di una persona innocente? La stessa Chiesa Ortodossa, che pure cristiana è e dunque profondamente radicata in Cristo, esprime in merito posizioni diverse, per non parlare delle Chiese Protestanti. Anche Mons. Giuseppe Casale, Vescovo emerito di Foggia, su “L’Unità” dell’11 febbraio afferma: “Escludo che per Eluana si possa parlare di omicidio”.
Io piuttosto considero “notte” l’esistenza di stati confessionali nei quali le regole del vivere civile sono stabilite dal fondamentalismo religioso. O le manifestazioni di fanatismo davanti alla clinica di Udine, le offese al padre di Eluana, le critiche al Presidente della Repubblica, l’appoggio ad un ministro che non stava facendo il proprio dovere, l’indecente politicizzazione delle gerarchie della Chiesa.
Considero “notte” che si parli solo della vita di Eluana, che il Cardinale non intervenga sulla questione del diritto di delazione che verrà attribuito ai medici che cureranno i nostri fratelli clandestini, o sugli aiuti alla cooperazione internazionale scesi allo 0,16% del Pil quando avrebbero dovuto raggiungere lo 0,70 per attestarsi poi all’1%. Ogni decimo di punto percentuale in meno significa migliaia di morti per fame. E sono solo alcuni esempi fra i tanti che si potrebbero fare.
Eroine le Suore Misericordine (ho conosciuto bene le Case della Carità) ma eroi anche i genitori di Eluana sopra i quali è stata riversata immondizia in quantità. Certamente stigmatizzabile quella parte di chiesa che pretende di imporre i propri valori con la forza.
Dobbiamo invece fare nostro l’invito formulato da Mons. Giancarlo Maria Brigantini, arcivescovo di Campobasso, nell’intervista rilasciata a Giacomo Galeazzi su “La Stampa” dell11 febbraio scorso: “Ora è proprio il caso di abbassare i toni e riflettere con maggiore pacatezza ed equilibrio. E senza dimenticare mai che la misericordia è la nota dominante che permea tutto il Vangelo”.
Al mio Vescovo dico: radichiamoci davvero in Cristo, testimoniamo il valore infinito di ogni persona umana, testimoniamo anche la nostra carità, rafforziamo la nostra fede e rinunciamo al potere e ai privilegi che ne derivano, viviamo con i nostri mezzi senza ricorrere ai finanziamenti altrui (Stato, Banche, Fondazioni…), condividiamo tutta questa umile povertà con tutto il mondo….
A quando tutto questo? Sentinella, quanto resta della notte?