“Sapete, mia figlia è lesbica”. Il coming out di una madre
Testimonianza di Michele* pubblicata sul sito My Kid is Gay (Stati Uniti), liberamente tradotta da Federica Ottaviano
Zoe ha fatto coming out con me a diciott’anni. Fino a quel momento, avevamo sempre avuto un modo tutto nostro di avere le nostre conversazioni: lei mi diceva che voleva parlarmi di qualcosa, e mi chiedeva se fosse il momento giusto. Io le dicevo che dovevo prima fare un paio di chiamate al telefono, e poi ci sedevamo per parlare di qualsiasi cosa lei avesse il bisogno di dirmi.
Quella sera, invece, ero sdraiata a letto perché non mi sentivo bene, quando è entrata Zoe. Si è sdraiata accanto a me e ha detto: “Mamma, devo dirti una cosa”. E le ho risposto: “Davvero? Devi dirmela proprio ora?”. Ma lei era irremovibile: “Si, devo dirtela ora”. Così ha fatto. Mi ha detto che era lesbica.
Quando è arrivato il momento di parlare agli altri della sessualità di Zoe, abbiamo quasi evitato che succedesse. Credevo che, siccome nessuno chiama gli altri per dire “Sai, mia figlia è eterosessuale”, perché avrei dovuto fare un annuncio del genere su mia figlia? Non pensavo fossero affari di nessuno, a meno che non fosse stata proprio Zoe a volerlo. Ma, ovviamente come qualsiasi cosa, la realtà è ben più complicata di quanto sembri all’inizio.
Sono passati alcuni mesi, e dei cari amici ci hanno invitati a cena (amici che hanno sempre adorato Zoe). Ho detto loro che Zoe sarebbe tornata a casa dall’università proprio quel giorno, loro erano entusiasti all’idea di vederla, così mi hanno detto di portarla con noi a cena. Se non che Zoe stava tornando a casa con la sua ragazza, Madi, e non sapevo proprio come spiegarlo ai miei amici.
Invece di trovare le parole giuste, ho detto semplicemente “OK, Zoe porterà un’amica”. Loro, ovviamente, hanno esteso l’invito anche alla sua “amica”. Dissi a Zoe, appena tornata, che lei e Madi erano state invitate a cena con noi, ma poi le ho spiegato che non avevo detto ai nostri amici che loro due si frequentassero.
Zoe allora ha puntato i piedi. Ha detto che non sarebbe andata alla cena, a meno che tutti non avessero saputo che lei e Madi fossero una coppia. Non voleva mentire al riguardo. Era comprensibile, ed è stata la prima volta che Zoe ha agito davvero con convinzione, ma avevamo pochissimo tempo prima di andare a cena. Non sapevo che fare.
Mio marito, allora, ha suggerito di dire ai nostri amici che Zoe aveva perso il treno, così avremmo evitato del tutto la conversazione. In quel momento però, ho realizzato di non voler mentire neanche io, così ho detto loro la verità: “In realtà, Zoe non ha perso il treno. È a casa. Voleva che vi dicessi che è lesbica, e che la sua amica non è soltanto un’amica, ma la sua ragazza. Volevo anch’io che lo sapeste”.
Loro non hanno sbattuto ciglio. Hanno solo chiesto se fosse felice, e ho detto loro di sì, che lo era, e molto. La moglie ha risposto allora: “Questa è ciò che conta”. Prima che finissimo la cena, suo marito mi ha detto “Voglio che tu dica a Zoe che per noi sarà sempre come una figlia, e vorrei che venisse la prossima volta a cena”.
* Questa storia è stata pubblicata originariamente in This is a book for parents of gay kids.
Testo originale: “I Didn’t Know How to Tell My Friends.” Michele’s Coming Out Story