Il coraggio di Maria di Magdala, le lesbiche e i gay e l’esclusione nelle loro chiese
Riflessioni tratte da cristianosgays.com del 22 luglio 2009, liberamente tradotte da Dino
Allo stesso modo di Maria di Magdala, molte persone vengono vilipese, emarginate e stigmatizzate.
Sappiamo che tra gli altri gruppi sono particolarmente coinvolte da questo fatto le persone gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT). Ma la Maddalena non si fece intimidire.
E anche in seguito i suoi compagni di avventura non le credessero quando annunciò la Buona Novella: “Gesù è resuscitato!”.
Lei che era stata ai piedi della croce quando il Nazareno venne giustiziato come un sedizioso e quasi tutti gli apostoli maschi erano fuggiti per salvarsi la pelle, che andò a vedere dov’era sepolto, che si preoccupò di onorare la sua memoria e di proclamare prima di chiunque altro la sua resurrezione…
Da apostola a prostituta, questa era la ricompensa che la Chiesa ufficiale le aveva riservato, fino a che molti secoli dopo venne fatta riparazione alla sua memoria, benché il danno fosse già stato fatto.
Senza dubbio ella sapeva molto bene che questa è la norma tra gli uomini perversi che escludono e disprezzano i più piccoli, i diversi, quelli che non hanno potere.
Sapeva per sua propria esperienza che niente può allontanarti dall’amore di Dio, quando dall’essere oggetto di disprezzo per gli uomini sei passato alla consapevolezza di essere figlio di Dio…
Poiché le prostitute e i peccatori ci precederanno nel Regno di Dio, dice il Signore.
“Maria, donna testimone, donna amica, che hai da dire?
Soltanto: Rabbo’ni! Cristo viene di nuovo”. Amen
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